(...) «Genti tutte battete le mani, perché un bambino ci è nato, ci è statodato un figlio che porta sulla spalla l’insegna regale – attraverso la croce infatti egli è stato elevato – gli è stato dato come nome “Angelo del gran consiglio”» (Is 9,5), cioè del consiglio del Padre suo. Gridi dunque Giovanni: «Preparate la via del Signore» (Mt 3,3). Anch’io proclamerò la grandezza diquesto giorno: l’immateriale si incarna, il Verbo si fa carne; l’invisibile si mostra agli occhi; colui chele nostre mani non possono toccare può ora essere toccato, l’intemporale ha un inizio, il Figlio diDio diventa Figlio dell’uomo: Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e per sempre. Si scandalizzino i giudei, i greci, pruda la lingua degli eretici; crederanno quando lo vedranno salire al cielo o almenodiscendere dal cielo e sedere come giudice. Ma di questo parleremo poi. Oggi è la festa della Teofania o della Natività; essa è chiamata in due modi, con due nomi, che lesono stati dati. Dio infatti, con la sua nascita, si è mostrato agli uomini: da un lato, egli esiste e datutta l’eternità è generato dall’eterno: il suo essere è perciò al di sopra di ogni ragione e giustificazione – in realtà nessuna causa potrebbe essere superiore al Verbo – d’altra parte è nato per la nostra salvezza, perché colui che ci dà l’esistenza ci dia anche una vita felice; o piuttosto per ricondurci grazie alla sua incarnazione alla vita beata che avevamo perduto a causa del peccato. La festa di oggi poiché ricorda l’apparizione di Dio sulla terra si chiama Teofania e in quanto suggerisce l’idea della nascita è detta Natività. Ecco dunque la solennità che celebriamo oggi: la venuta di Dio presso gli uomini, perché noi possiamo andare a Dio o piuttosto più esattamente, perché noi ritorniamo a Lui, affinché, spogliato l’uomo vecchio, rivestiamo il nuovo e così come siamo morti in Adamo, viviamo in Cristo, nasciamo con lui, siamo crocifissi con lui, sepolti con lui e con lui risuscitiamo. La mia vita deve subire infatti questa magnifica conversione: e come dopo i giorni felici vengono quelli tristi, così dopo la tristezza viene la gioia.
Dal «Discorso sulla Teofania», PG 36, 311A - 315A
Gregorio di Nazianzo, Vescovo, Santo (329 - 390)
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