Alcune persone eminenti di Israele erano un giorno ospiti di Rabbi Isacco di Worki. La conversazione cadde sull'importanza di un servitore onesto per la gestione di una casa. «Tutto volge al bene, dicevano, se si ha un buon servitore, come dimostra il caso di Giuseppe, nelle cui mani tutto prosperava». Ma Rabbi Isacco non condivideva l'opinione generale. «Ero anch'io dello stesso avviso, disse, finché il mio maestro non mi dimostrò che in realtà tutto dipende dal padrone di casa. Da giovani, infatti, mia moglie era per me fonte di tribolazione, e pur essendo disposto a sopportare per quel che riguardava me stesso, mi facevano pena i servitori. Andai allora a consultare il mio maestro, Rabbi David di Lelow, e gli chiesi se dovevo oppormi o meno a mia moglie. "Perché ti rivolgi a me? - rispose -Rivolgiti a te stesso!". Dovetti riflettere a lungo su queste parole prima di capirle, e le capii solo ricordandomi anche delle parole del Baal-Shem: "Ci sono il pensiero, la parola e l'azione. Il pensiero corrisponde alla moglie, la parola ai figli, l'azione ai servitori. Tutto si volgerà al bene per chi saprà mettere in ordine le tre cose nel proprio spirito". Allora compresi cosa avesse voluto dire il mio maestro: che tutto dipendeva da me».
da: II cammino dell'uomo
Martin Buber (1878 - 1965), filosofo, teologo, pedagogista austriaco
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