venerdì 6 marzo 2009

Cara mamma, è notte...

Cara mamma, 
è notte. Quando ti sarai alzata, me ne sarò già andato. Voglio spiegarti perché me ne vado.
Per trent'anni ho osservato la gente del paese e ho cercato di capire ciò che li preoccupa, li fa alzare ogni giorno, e cosa sognano la notte. Ismaele, quello della profumeria, e metà del paese con lui, non fanno altro che pensare ad arricchirsi e sembrano convinti che più cose hanno, più si sentono realizzati. Il sindaco e il suo codazzo si sono montati la testa, spadroneggiano e fanno impazzire la gente. I signori del tempio e i loro fans si considerano già degli arrivati, e pensano che anche Dio deve batter loro le mani. Mi sento come afferrato dalla vita, mamma. Sento un fuoco dentro di me che mi divora, un desiderio imperioso che mi trascina a dire alla gente le cose più semplici e belle che i giornali non dicono. Lo so, mamma, che sono soltanto un povero falegname, senza un diploma, e non sono abbastanza grande per aprire bocca in pubblico. Ma non voglio aspettare ancora, essere "più maturo"... 
Mamma, c'è troppa infelicità intorno a me perché io continui a fare sedie a dondolo per pochi clienti. Troppi sono i poveri, i ciechi, gli zoppi, i muti in questo nostro povero mondo dove si vive e si muore infelici... a meno che qualcuno sia disposto a rinnovarlo secondo il cuore di Dio. 
Ora si fa tardi. Ti scriverò. I vicini e il buon Dio ti terranno compagnia nel grande abbraccio di amore che unisce cielo e terra e che gli uomini spesso faticano a trovare. E quando riuscirò a mettere insieme un gruppetto di gente che vive e ama nella maniera con cui si deve vivere e amare, allora potrai venire e unirti a noi, benedetta fra tutte le donne, piena di grazia. 
Tuo Gesù
[ That’s my boy, Collins Ed.]
José Luis Cortés, Scrittore, illustratore e umorista spagnolo

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