martedì 17 marzo 2009

Cominciare da se stessi

Alcune persone eminenti di Israele era­no un giorno ospiti di Rabbi Isacco di Worki. La conversazione cadde sull'im­portanza di un servitore onesto per la ge­stione di una casa. «Tutto volge al bene, dicevano, se si ha un buon servitore, co­me dimostra il caso di Giuseppe, nelle cui mani tutto prosperava». Ma Rabbi Isac­co non condivideva l'opinione generale. «Ero anch'io dello stesso avviso, disse, finché il mio maestro non mi dimostrò che in realtà tutto dipende dal padrone di casa. Da giovani, infatti, mia moglie era per me fonte di tribolazione, e pur es­sendo disposto a sopportare per quel che riguardava me stesso, mi facevano pena i servitori. Andai allora a consultare il mio maestro, Rabbi David di Lelow, e gli chiesi se dovevo oppormi o meno a mia moglie. "Perché ti rivolgi a me? - rispose -Rivolgiti a te stesso!". Dovetti riflettere a lungo su queste parole prima di capir­le, e le capii solo ricordandomi anche delle parole del Baal-Shem: "Ci sono il pensiero, la parola e l'azione. Il pensie­ro corrisponde alla moglie, la parola ai figli, l'azione ai servitori. Tutto si volgerà al bene per chi saprà mettere in ordine le tre cose nel proprio spirito". Allora com­presi cosa avesse voluto dire il mio mae­stro: che tutto dipendeva da me».
da: II cammino dell'uomo
Martin Buber (1878 - 1965), filosofo, teologo, pedagogista austriaco

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