domenica 31 ottobre 2010

Trova il tempo...

Trova il tempo di lavorare è il prezzo del successo
Trova il tempo di riflettere è la fonte della forza
Trova il tempo di leggere è la base del sapere
Trova il tempo di giocare è il segreto della giovinezza
Trova il tempo di essere gentile è la strada della felicità
Trova il tempo di sognare è il sentiero che porta alle stelle
Trova il tempo di amare è la vera gioia di vivere
Trova il tempo di essere contento è la musica dell'anima

Antico testo Irlandese

mercoledì 27 ottobre 2010

Scuola di ubbidienza per ragazzi

1.  Non ripetere mai un ordine
2.  Non dare ordini impossibili
3.  Non permettere che un ordine dato non venga eseguito
4.  Non dar ordini gridando o facendo promesse
5.  Non mendicare l'ubbidienza
6.  Non dar ordini usando parole offensive
7.  Non lasciar capire ai ragazzi che li si suppone capaci di disubbidire
8.  Non minacciare punizioni irrealizzabili
9.  Non favorire passioni, debolezze e cattive abitudini in cambio dell'ubbidienza
10. Non dar ordini quando si sa che i ragazzi possano resistere a ciò che vien chiesto
11. Non modificare gli ordini dati

martedì 26 ottobre 2010

Nella vita si dovrebbe pensare più a far bene, che a star bene!

...l'uomo fin che sta in questo mondo, è un infermo che si trova su un letto scomodo più o meno, e vede intorno a sé altri letti, ben rifatti al di fuori, piani, a livello: e si figura che ci si deve star benone. Ma se gli riesce di cambiare, appena s'è accomodato nel nuovo, comincia, pigiando, a sentire qui una lisca che lo punge, lì un bernoccolo che lo preme: siamo in somma, a un di presso, alla storia di prima. E per questo, soggiunge l'anonimo, si dovrebbe pensare più a far bene, che a star bene: e così si finirebbe anche a star meglio. È tirata un po' con gli argani, e proprio da secentista; ma in fondo ha ragione. Per altro, prosegue, dolori e imbrogli della qualità e della forza di quelli che abbiam raccontati, non ce ne furon più per la nostra buona gente: fu, da quel punto in poi, una vita delle più tranquille, delle più felici, delle più invidiabili; di maniera che, se ve l'avessi a raccontare, vi seccherebbe a morte.

I Promessi Sposi, cap. XXXVIII (epilogo)
Alessandro Manzoni, scrittore, poeta e drammaturgo italiano

domenica 24 ottobre 2010

...ho fatto te!

Di fronte allo spettacolo di una bimba intirizzita dal freddo e piangente per la fame, un uomo gridò, un giorno, nel suo cuore, a Dio: “O Dio, dove sei? Perché non fai qualcosa per quella bambina innocente?”
E Dio gli rispose: “Certo che ho fatto qualcosa per lei: ho fatto te!”

venerdì 22 ottobre 2010

Dio contraccambia con tenerezza infinita


L’abbé Caffarel, in uno dei suoi quaderni sulla preghiera, riporta questa testimonianza. Un papà aveva una bambina di nove anni che era un tesoro, si chiamava Monique.
Una sera il babbo le dice: «Monique, come va la tua lezione? È tutto pronto per domani?». «Sì», risponde Monique con un po’ dì esitazione. Ma non era vero.
Alle undici il papà era solito entrare pian piano nella stanza dei suoi ragazzi per dare un’occhiata, e vede vicino al letto di Monique la sua lavagna, con scritto un messaggio proprio per lui. Monique l’aveva fatto prima di mettersi a letto.
C’era scritto: «Papà, ti chiedo perdono, perché ho mentito; non è vero che la lezione era pronta. Ti chiedo perdono di averlo fatto, e cercherò di non fare mai più così. Ho molta pena, avrei preferito dire la verità, ma non voglio dire ora tante cose per non farti soffrire. Svegliami pure se vuoi, per parlare insieme della cosa. Buona notte, papà. Monique».
Il papà, dopo aver letto, cancella la lavagna e scrive la sua risposta; così: «Mia piccola cara Monique, io ti voglio tanto bene, perché mi hai scritto per chiedermi perdono. Io ti perdono con molta gioia e molto volentieri, perché ho capito che mi chiedi perdono perché mi ami. Certo non è bene dire le bugie, ma siccome tu lo confessi e mi domandi perdono, tutto è cancellato come se non l’avessi fatto. E sappi che tutte le volte che tu avrai pena di avermi dato una pena e me ne chiederai perdono, io ti perdonerò sempre, anche se succedesse molte volte. Il buon Dio fa così con noi, perché ci ama.
Ho scritto questa lettera, perché tu la trovi subito appena ti svegli, e sappia subito che ti ho perdonato. Ti amo tanto, mia piccola Monique. Continua a fare molti sforzi per essere buona. Ti abbraccio con tutte le mie forze. Papà».

Questo grazioso quadretto di vita familiare ci mostrano come il sacramento del perdono sia la gioia di Dio, perché è anche la nostra gioia. Ma bisogna capirlo bene.
Noi ci buttiamo nelle braccia di Dio e confessiamo i nostri peccati per un solo motivo, perché amiamo Dio; e Dio contraccambia con la sua tenerezza infinita. Anche se fossimo molto peccatori, anche se i nostri peccati fossero dei delitti, Dio non si stancherebbe mai di perdonare, perché non si stanca mai di amare.
Da: "Confessione festa del pedono", Torino LDC, p. 32 - 33 
Andrea Gasparino, presbitero Salesiano italiano

sabato 9 ottobre 2010

Dare un senso alla vita


Molte volte ho studiato
la lapide che mi hanno scolpito:
una barca con vele ammainate, in un porto.

In realtà non è questa la mia destinazione ma la mia vita.
Perché l’amore mi si offrì e io mi ritrassi dal suo inganno;
il dolore bussò alla mia porta, e io ebbi paura;
l’ambizione mi chiamò, e io temetti gli imprevisti.

Malgrado tutto avevo fame di un significato nella vita.
E adesso so che bisogna alzare le vele
e prendere i venti del destino,
dovunque spingano la barca.

Dare un senso alla vita può condurre a follia
ma una vita senza senso è la tortura
dell’inquietudine e del vano desiderio:
è una barca che anela al mare eppure lo teme.

George Gray, Antologia di Spoon River. Trad. di F. Pivano

Edgar Lee Masters (1869 - 1950), poeta americano