lunedì 27 settembre 2010

Le cose che contano

Un professore, prima di iniziare la sua lezione di filosofia, pose alcuni oggetti davanti a sé, sulla cattedra.
Senza dire nulla, quando la lezione iniziò, prese un grosso barattolo di maionese vuoto e lo riempì con delle palline da golf.
Domandò quindi ai suoi studenti se il barattolo fosse pieno ed essi risposero di sì.
Allora, il professore rovesciò dentro il barattolo una scatola di sassolini, scuotendolo leggermente.
I sassolini occuparono gli spazi fra le palline da golf. Domandò quindi, di nuovo, ai suoi studenti se il barattolo fosse pieno ed essi risposero di sì.
Il professore, rovesciò dentro il barattolo una scatola di sabbia. Naturalmente, la sabbia occupò tutti gli spazi liberi. Egli domandò ancura una volta agli studenti se il barattolo fosse pieno ed essi risposero con un sì unanime.
Il professore tirò fuori da sotto la cattedra due bicchieri di vino rosso e li rovesciò interamente dentro il barattolo, riempiendo tutto lo spazio fra i granelli di sabbia. Gli studenti risero.
“Ora”, disse il professore quando la risata finì, “vorrei che voi cosideraste questo barattolo la vostra vita. Le palline da golf sono le cose importanti; la vostra famiglia, i vostri figli, la vostra salute, i vostri amici e le cose che preferite; cose che se rimanessero dopo che tutto il resto fosse perduto riempirebbero comunque la vostra esistenza.
“I sassolini sono le altre cose che contano, come il vostro lavoro, la vostra casa, l’automobile. La sabbia è tutto il resto, le piccole cose.”
“Se metteste nel barattolo per prima la sabbia”, continuò, “non resterebbe spazio per i sassolini e per le palline da golf. Lo stesso accade per la vita. Se usate tutto il vostro tempo e la vostra energia per le piccole cose, non vi potrete mai dedicare alle cose che per voi sono veramente importanti.
“Curatevi delle cose che sono fondamentali per la vostra felicità. Giocate con i vostri figli, tenete sotto controllo la vostra salute. Portate il vostro partner a cena fuori. Giocate altre 18 buche! Fatevi un altro giro sugli sci! C’è sempre tempo per sistemare la casa e per buttare l’immondizia. Dedicatevi prima di tutto alle palline da golf, le cose che contano sul serio. Definite le vostre priorità, tutto il resto è solo sabbia”.
Una studentessa alzò la mano e chiese che cosa rappresentasse il vino. Il professore sorrise. “Sono contento che tu l’abbia chiesto. Serve solo a dimostrare che per quanto possa sembrare piena la tua vita: c’è sempre spazio per un paio di bicchieri di vino con un amico!”.

Anonimo

martedì 21 settembre 2010

Regala ciò che non hai...

Occupati dei guai, dei problemi del tuo prossimo.
Prenditi a cuore gli affanni, le esigenze di chi ti sta vicino.

Regala agli altri la luce che non hai, la forza che non possiedi,
la speranza che senti vacillare in te, la fiducia di cui sei privo.


Illuminali dal tuo buio.
Arricchiscili con la tua povertà.

Regala un sorriso
quando tu hai voglia di piangere.

Produci serenità dalla tempesta che hai dentro.
"Ecco, quello che non ho te lo dono".
Questo è il tuo paradosso.

Ti accorgerai che la gioia a poco a poco entrerà in te,
invaderà il tuo essere,
diventerà veramente tua nella misura in cui l'avrai regalata agli altri.

Alessandro Manzoni (1785 – 1873), scrittore, poeta e drammaturgo italiano

Dio esiste? Risponde Albert Einstein

Durante una lezione, un professore lanciò una sfida ai suoi alunni con la seguente domanda: “Dio creò tutto quello che esiste?“ Un alunno rispose con coraggio: ”Sì, Lui creò tutto…“ “Realmente Dio creò tutto quello che esiste?” domandò di nuovo il maestro. Sì signore, rispose il giovane. Il professore rispose: “Se Dio ha creato tutto quello che esiste, Dio ha fatto anche il male, visto che esiste il male! E se stabiliamo che le nostre azioni sono un riflesso di noi stessi, Dio è cattivo!” Il giovane ammutolì di fronte alla risposta del maestro, inorgoglito per aver dimostrato, ancora un volta, che la fede era un mito. Un altro studente alzò la mano e disse: “Posso farle una domanda, professore?” “Logico”, fu la risposta del professore. Il giovane si alzò e chiese: ”Professore, il freddo esiste?” “Però! Che domanda è questa?… Logico che esiste, o per caso non hai mai sentito freddo?” Il ragazzo rispose: “In realtà, signore, il freddo non esiste. Secondo le leggi della Fisica, quello che consideriamo freddo, in realtà è l’assenza di calore. Ogni corpo o oggetto lo si può studiare quando possiede o trasmette energia; il calore è quello che permette al corpo di trattenere o trasmettere energia. Lo zero assoluto è l’assenza totale di calore; tutti i corpi rimangono inerti, incapaci di reagire, però il freddo non esiste. Abbiamo creato questa definizione per descrivere come ci sentiamo quando non abbiamo calore. E ditemi, esiste l’oscurità?”, continuò lo studente. Il professore rispose: “Esiste”. Il ragazzo rispose: “Neppure l’oscurità esiste. L’oscurità, in realtà, è l’assenza di luce. La luce la possiamo studiare, l’oscurità, no! Attraverso il prisma di Nichols, si può scomporre la luce bianca nei suoi vari colori, con le sue differenti lunghezze d’onda. L’oscurità, no!… Come si può conoscere il grado di oscurità in un determinato spazio? In base alla quantità di luce presente in quello spazio. L’oscurità è una definizione usata dall’uomo per descrivere il grado di buio quando non c’è luce”. Per concludere, il giovane chiese al professore: “Signore, il male esiste?” E il professore rispose: “Come ho affermato all’inizio, vediamo stupri, crimini, violenza in tutto il mondo. Quelle cose sono del male” Lo studente rispose: “Il male non esiste, Professore, o per lo meno non esiste da se stesso. Il male è semplicemente l’assenza di bene… Conformemente ai casi anteriori, il male è una definizione che l’uomo ha inventato per descrivere l’assenza di Dio. Dio non creò il male... Il male è il risultato dell’assenza di Dio nel cuore degli esseri umani. Lo stesso succede con il freddo, quando non c’è calore, o con l’oscurità, quando non c’è luce“. Il giovane fu applaudito da tutti in piedi, e il maestro, scuotendo la testa, rimase in silenzio. Il rettore dell’Università, che era presente, si diresse verso il giovane studente e gli domandò: “Qual è il tuo nome?” La risposta fu: “Mi chiamo Albert Einstein”.

Dio è una realtà "non tangibile" ma abita nel nostro cuore. Impariamo ad ascoltarlo!

mercoledì 15 settembre 2010

Ad Atene noi facciamo così

Il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi: per questo è detto democrazia. Le leggi assicurano una giustizia eguale per tutti nelle loro dispute private ma noi non ignoriamo i meriti dell'eccellenza.

Quando un cittadino si distingue, allora esso sarà, a preferenza di altri, chiamato a servire lo Stato, non come atto di privilegio ma come una ricompensa al merito, e la povertà non costituisce un impedimento.

La libertà di cui godiamo si estende anche alla vita quotidiana; noi non siamo sospettosi l'uno dell'altro e non infastidiamo mai il nostro prossimo se preferisce vivere a suo modo.

Ci è stato insegnato a rispettare i magistrati e le leggi e di non dimenticare mai che dobbiamo proteggere coloro che ricevono offesa. E ci è stato anche insegnato a rispettare quelle leggi non scritte la cui sanzione risiede solo nell'universale sentimento di ciò che è giusto e di buon senso.

La nostra città è aperta al mondo e non cacciamo mai uno straniero.

Noi siamo liberi di vivere proprio come ci piace e tuttavia siamo sempre pronti a fronteggiare qualsiasi pericolo.

Un cittadino ateniese non trascura i pubblici affari quando attende alle proprie faccende private.

Un uomo che non si interessa dello Stato non lo consideriamo innocuo ma inutile; e benché soltanto pochi siano in grado di dar vita a una politica, noi siamo tutti in grado di giudicarla.

Noi non consideriamo la discussione come un ostacolo sulla strada dell'azione politica.

Crediamo che la felicità sia il frutto della libertà e la libertà sia solo il frutto del valore.

Insomma, io proclamo che Atene è la scuola dell'Ellade e che ogni ateniese cresce sviluppando in sé una felice versatilità: la prontezza a fronteggiare le situazioni e la fiducia in se stesso.

Pericle, citato in "La guerra del Peloponneso" II, 37-41

Tucidide (ca. 460 a.C. – dopo il 404 a.C.) generale e storico greco

martedì 14 settembre 2010

L'incendio nella foresta


Durante un incendio nella foresta,
mentre tutti gli animali fuggivano,
un colibrì volava in senso contrario con una goccia d'acqua nel becco.
"Cosa credi di fare?" Gli chiese il leone.
"Vado a spegnere l'incendio!" Rispose il piccolo volatile.

Un dono da coltivare

Un giorno un uomo entrò nel negozio di Dio, dove non si compra nulla, ma tutto è dono gratuito. Incuriosito si muoveva tra gli scaffali su cui erano esposte cose preziosissime. Ma, ad un certo punto la sua attenzione fu attirata da due doni tra i più preziosi ivi esposti, la pace e l’unità. L’uomo rimase quasi abbagliato dalla loro luminosità e ricchezza. Allora andò al banco e chiamato l’angelo – commesso e gli disse: “Vorrei avere in dono le cose più belle, preziose e rare che ho visto qui dentro, la pace e l’unità tra gli uomini”. Gli rispose l’angelo: “Lei è un vero intenditore! Attenda un attimo, le faccio due pacchi e glieli porto subito”. Mentre l’angelo preparava i pacchi, l’uomo pensava a come li avrebbe trasportati, visto che tali doni erano davvero grandi. Ma a un certo punto, stupito vide ritornare il commesso con due pacchetti così piccoli che si potevano portare in una mano. Allora, pensando a un errore, disse: “Scusi, forse c’è stato un equivoco. Avevo chiesto la pace e l’unità tra gli uomini. Sa, erano doni di notevoli dimensioni e non credo possano stare dentro quei due pacchetti”. L’Angelo allora, sorridendo rispose: “Buon uomo, lei ha frainteso il servizio di questo negozio! Noi non vendiamo nulla, ma doniamo. Ma non doniamo un dono già fatto! Qui si donano solo i semi, che poi, se accolti e curati, diventeranno delle dimensioni dei doni che ha visto nei nostri scaffali”. A queste parole l’uomo rimase un po’ deluso ma poi accolse i due doni e corse a casa per piantare subito quei semi, perchè potessero presto crescere belli e preziosi come i doni che aveva visto nel negozio di Dio.

Anche a te il Signore dona gratuitamente dei semi di unità e di pace… L’amore che avrai per ciascuno di ciascuno di essi sarà la linfa vitale dei fiori che germoglieranno e che, insieme alla tua preghiera, saranno l’ornamento e la motivazione del nostro ritrovarci ancora insieme il prossimo anno.