mercoledì 15 settembre 2010

Ad Atene noi facciamo così

Il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi: per questo è detto democrazia. Le leggi assicurano una giustizia eguale per tutti nelle loro dispute private ma noi non ignoriamo i meriti dell'eccellenza.

Quando un cittadino si distingue, allora esso sarà, a preferenza di altri, chiamato a servire lo Stato, non come atto di privilegio ma come una ricompensa al merito, e la povertà non costituisce un impedimento.

La libertà di cui godiamo si estende anche alla vita quotidiana; noi non siamo sospettosi l'uno dell'altro e non infastidiamo mai il nostro prossimo se preferisce vivere a suo modo.

Ci è stato insegnato a rispettare i magistrati e le leggi e di non dimenticare mai che dobbiamo proteggere coloro che ricevono offesa. E ci è stato anche insegnato a rispettare quelle leggi non scritte la cui sanzione risiede solo nell'universale sentimento di ciò che è giusto e di buon senso.

La nostra città è aperta al mondo e non cacciamo mai uno straniero.

Noi siamo liberi di vivere proprio come ci piace e tuttavia siamo sempre pronti a fronteggiare qualsiasi pericolo.

Un cittadino ateniese non trascura i pubblici affari quando attende alle proprie faccende private.

Un uomo che non si interessa dello Stato non lo consideriamo innocuo ma inutile; e benché soltanto pochi siano in grado di dar vita a una politica, noi siamo tutti in grado di giudicarla.

Noi non consideriamo la discussione come un ostacolo sulla strada dell'azione politica.

Crediamo che la felicità sia il frutto della libertà e la libertà sia solo il frutto del valore.

Insomma, io proclamo che Atene è la scuola dell'Ellade e che ogni ateniese cresce sviluppando in sé una felice versatilità: la prontezza a fronteggiare le situazioni e la fiducia in se stesso.

Pericle, citato in "La guerra del Peloponneso" II, 37-41

Tucidide (ca. 460 a.C. – dopo il 404 a.C.) generale e storico greco

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