lunedì 26 febbraio 2024

La moglie e il marito ideale


Mulla Nasrudin era seduto nel negozio del tè quando arrivò un vicino per parlare con lui.

“Sto per sposarmi, Mulla - gli disse l’amico - e sono molto emozionato. Tu non hai mai pensato di sposarti?”

Nasrudin rispose:

“Sì, ci ho pensato. Quand’ero giovane lo desideravo molto. Volevo trovare la moglie perfetta.

Mi sono messo in viaggio per cercarla e sono andato a Damasco. Là ho incontrato una bella donna piena di grazia, gentile e molto spirituale, ma che non conosceva il mondo.

Allora mi sono rimesso in viaggio e sono andato a Isphahan. Là ho incontrato una donna che era sia spirituale che mondana, bella sotto molti punti di vista, ma non riuscivamo a comunicare.

Alla fine sono andato al Cairo e dopo molte ricerche l’ho trovata. Era profonda di spirito, piena di grazia, bella sotto tutti i punti di vista, a suo agio sia nel mondo che nei regni che lo trascendono. Sentivo di aver trovato la moglie ideale!”

L’amico gli fece un’altra domanda:

“Allora perché non l’hai sposata, Mulla?

“Ahimè - disse Nasrudin scuotendo la testa - anche lei stava cercando il marito ideale!”

Il segreto dei pesci rossi

Bruno Ferrero, prete salesiano, scrittore italiano

giovedì 22 febbraio 2024

Professione di fede di San Bruno

Fermamente credo nel Padre e nel Figlio e nello Spirito santo: nel Padre non generato, nel Figlio unigenito, nello Spirito santo procedente da entrambi; e credo che codeste tre Persone sono un solo Dio. 

Credo che questo stesso Figlio di Dio sia stato concepito per opera dello Spirito santo nel seno di Maria Vergine. Credo che la Vergine sia stata castissima prima del parto, che è rimasta vergine nel parto ed eternamente vergine dopo di esso. Credo che lo stesso Figlio di Dio sia stato concepito tra gli uomini come un vero uomo senza peccato. Credo che codesto stesso Figlio di Dio per invidia venne catturato dai perfidi Giudei, ingiuriosamente trattato, ingiustamente legato, coperto di sputi, flagellato; che morì e fu sepolto; discese agl’inferi, per liberarne i suoi che vi si trovavano prigionieri. E disceso (dal Cielo) per la nostra redenzione, ed è risorto; è asceso al Cielo, donde verrà a giudicare i vivi ed i morti. 

Credo nei Sacramenti nei quali crede e che venera la Chiesa cattolica, ed espressamente che ciò che viene consacrato sull’altare è il vero Corpo, la vera Carne ed il vero Sangue di nostro Signore Gesù Cristo, che anche noi riceviamo per la remissione dei propri peccati e nella speranza dell’eterna salvezza. Credo nella risurrezione della carne e nella vita eterna. Amen. 

Confesso e credo che la santa ed ineffabile Trinità, Padre, Figlio e Spirito santo, è un solo Dio naturale, d’una sola sostanza, d’una sola natura, d’una sola maestà e potenza. E professiamo che il Padre non è stato generato né creato, ma che è non genito. Lo stesso Padre non trae origine da nessuno; da Lui è nato il Figlio e procede lo Spirito santo. Egli è dunque sorgente ed origine di tutta la Divinità. Il Padre inoltre, ineffabile per essenza, ha ineffabilmente generato dalla propria sostanza il Figlio; tuttavia non ha generato altro se non ciò che è Lui stesso: Dio ha generato Dio; la luce, la luce. Da lui quindi deriva ogni Paternità in Cielo e sulla terra. Amen.

Bruno di Colonia (1030 ca – 1101), monaco cristiano tedesco, fondatore dell'Ordine Certosino

Quando leggere la Bibbia?

La puoi leggere sempre. Ecco alcuni salmi e brani biblici per alcune situazioni particolari. Momenti di gioia, di pace, di stanchezza; sentimenti di paura e di dubbio ci sono familiari durante il giorno, possono diventare "momenti preziosi" se condivisi con Dio.

Quando sei triste
Salmi 33; 40; 42; 51; Vangelo di Giovanni cap.14

Quando gli amici ti abbandonano
Salmi 26; 35, Vangelo di Matteo cap.10, Vangelo di Luca cap.17; Lettera ai Romani cap.12

Quando hai peccato
Salmi 50; 31; 129; Vangelo di Luca cap. 15 e 19, 1-10

Quando vai in chiesa
Salmi 83; 121

Quando ti trovi nei pericoli
Salmi 20; 69; 90; Vangelo di Luca cap. 8,22-25

Quando Dio ti sembra lontano
Salmi 59; 138; Isaia 55,6-9; Vangelo di Matteo cap.6,25-34

Quando ti senti depresso
Salmi 12; 23; 30; 41; 42; Prima lettera di Giovanni 3,1-3

Quando ti assale il dubbio
Salmo 108; Vangelo di Luca cap. 9,18-22; Vangelo di Giovanni cap. 20,19-29

Quando ti senti sopraffatto
Salmi 22, 42, 45; 55; 63

Quando senti il bisogno di pace
Salmo 1, 4, 85; Vangelo di Luca cap. 10,38-42; Lettera agli Efesini 2,14-18

Quando senti il bisogno di pregare
Salmi 6, 20; 22, 25, 42; 62; Vangelo di Matteo cap. 6,5-15; Vangelo di Luca cap. 11,1-3

Quando sei malato
Salmi 6; 32; 38; 40; Isaia 38, 10-20, Vangelo di Matteo cap. 26, 39; Lettera ai Romani 5,3-5; Lettera agli Ebrei 12,1-11, Lettera a Tito 5,11

Quando sei nella tentazione
Salmi 21; 45; 55; 130; Vangelo di Matteo cap. 4,1-11; Vangelo di Marco cap. 9,42; Vangelo di Luca cap.21,33-36

Quando sei nel dolore
Salmi 16; 31; 34, 37; 38; Vangelo di Matteo cap. 5,3-12

Quando sei stanco
Salmi 4; 27; 55; 60; 90; Vangelo di Matteo cap. 11,28-30

Quando senti il bisogno di ringraziare
Salmi 18; 65, 84, 92; 95; 100; 103; 116; 136; 147; Prima lettera ai Tessalonicesi 5,18; Lettera ai Colossesi 3,12-17; Vangelo di Luca cap.17,11-19

Quando sei nella gioia
Salmi 8, 97, 99; Vangelo di Luca cap. 1,46-56; Lettera ai Filippesi 4,4-7


«Come la pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritornano senza avere irrigato la terra, senza averla fecondata e fatta germogliare, perché dia il seme al seminatore e pane da mangiare, così sarà della parola uscita dalla mia bocca: non ritornerà a me senza effetto, senza aver operato ciò che desidero e senza aver compiuto ciò per cui l'ho mandata». (Isaia 55,10 -11)


Consigli per una lettura fruttuosa della Sacra Scrittura

1. Ama le lettere che il Padre t'invia dalla Patria per aiutarti a raggiungerla.

2. Circonda il Sacro Libro di venerazione e di delicatezza.

3. Prima di leggerlo ripeti il tuo atto di fede: «Ora il Signore mi parla».

4. Accostati ad esso soltanto per ascoltare quello che Dio vuole dirti.

5. Ricorda che Egli si rivela solamente agli umili.

6. Chiedi allo Spirito Santo d'intendere e gustare la sua Parola.

7. Leggi senza fretta, con attenzione e riflessione, desiderando la comunione col Padre.

8. Non pretendere di capire tutto: quello che comprendi basta a nutrirti.

9. Sii fedele alla lettura quotidiana, anche se breve, dei Libri Santi.

10. Sforzati di vivere la Parola di Dio per divenire a tua volta la sua parola ai fratelli.


martedì 20 febbraio 2024

Litanie di un'anima che vive di Fede.

O Gesù, mansueto ed umile di cuore, esauditemi.

Dal desiderio di essere stimato, liberatemi, o Gesù.

Dal desiderio di essere amato, liberatemi, o Gesù.

Dal desiderio di essere ricercato, liberatemi, o Gesù.

Dal desiderio di essere onorato, liberatemi, o Gesù.

Dal desiderio di essere lodato, liberatemi, o Gesù.

Dal desiderio di essere preferito, liberatemi, o Gesù.

Dal desiderio di essere consultato, liberatemi, o Gesù.

Dal desiderio di essere approvato, liberatemi, o Gesù.

Dal desiderio di essere ben trattato, liberatemi, o Gesù

Dal timore di essere umiliato, liberatemi, o Gesù.

Dal timore di essere disprezzato, liberatemi, o Gesù.

Dal timore di essere rifiutato, liberatemi, o Gesù.

Dal timore di essere calunniato, liberatemi, o Gesù.

Dal timore di essere dimenticato, liberatemi, o Gesù.

Dal timore di essere schernito, liberatemi, o Gesù.

Dal timore di essere ingiuriato, liberatemi, o Gesù.

Dal timore di essere sospettato, liberatemi, o Gesù,

Che altri siano di me più amati, datemi grazia di volerlo o Gesù.

Che altri siano di me più stimati, datemi grazia di volerlo, o Gesù.

Che altri crescano nell'opinione del mondo e io diminuisca, datemi grazia di volerlo, o Gesù.

Che altri siano adoperati ed io messo da parte, datemi grazia di volerlo, o Gesù.

Che altri siano lodati ed io dimenticato, datemi grazia di volerlo, o Gesù.

Che altri siano in tutto preferiti ed io a tutti posposto, datemi grazia di volerlo, o Gesù.

Che altri siano più santi di me, purchè io lo sia quanto posso esserlo, datemi grazia di volerlo, o Gesù.

Manuale di Filotea
Giuseppe Riva (1803 – 1876), presbitero e saggista italiano

lunedì 19 febbraio 2024

Non fate figli!


Non fateli i figli.

Non fateli, che poi vi vengono le occhiaie, le rughe, le smagliature, le bolle di sapone nella borsa, le figurine nei taschini delle camicie e le costruzioni nel letto.

Non fateli, che poi vi viene voglia di farne altri.

Non fateli, che poi vi iniziate a fare troppe domande sul senso della vita e vi vengono le vertigini.

Non fateli, che poi vi rivedrete in loro in ogni azione e avrete un rimando costante del vostro essere. Uno lo specchio può non guardarlo, ma loro no.

Non fateli, che poi al posto dei gin tonic vi ritrovate con il latte di riso in una mano e il succo di mela nell’altra.

Non fateli i figli, che poi finirete per commuovervi guardandoli dormire, trovando le loro mutande in giro, salutandoli per la prima gita.

Non fateli, altrimenti rischierete di modificare drasticamente il peso degli aspetti della vostra vita e forse vi verrà voglia di lasciare il lavoro, vendere la moto e lasciare che saltino sul divano di design.

Non fateli, che poi vi ritrovate a non saper gestire alcune situazioni e a pensare a tutte le volte che avete giudicato dentro di voi altri genitori, quando voi i figli non li avevate.

Non li fate i figli, perchè vi costringeranno a tornare dai vostri genitori e sistemare tutti i sospesi.

Non fateli, che poi non vi importerà più niente di uscire, di ballare, di fare passeggiate notturne e viaggi in autostop e riuscire a farvi una doccia di mezzora diventerà la vostra massima conquista.

Non fateli i figli, che poi tocca fare i genitori e smettere di essere figli.

Non fateli i figli, che poi bisogna trasformare la coppia, bisogna ridarle forma, senso, consistenza e curarla e proteggerla come se anche lei fosse un figlio.

Non fateli i figli o scoprirete che non avevate capito niente della vita, tutte le vostre certezze vacilleranno e si apriranno nuovi orizzonti.

Non fateli, se avete paura del cambiamento.

Non fateli, se temete di smarrirvi.


Non fateli, se non siete pronti a sacrificare i vostri lussi.

Non fateli, se non siete pronti a vedersi chiudere un’era e una nuova sconosciuta aprirsi.

Non fateli, se avete paura di invecchiare.

Non fateli, se avete paura di amare.

Ma se tutto ciò non vi appartiene, fateli e proteggeteli.

Fateli e curateli dal mondo circostante e da voi stessi, dai vostri punti oscuri.

Fateli e non perdete l’occasione unica e irripetibile di crescere con loro, di accettare la sfida della vita che si rinnova, che sorride impotente di fronte a ciò che non conosceva e non conoscerà mai finchè penserà di saper tutto.

I figli insegnano e la prima lezione riguarda il saper lasciare andare.

Lasciatevi andare e lasciate andare ciò che non serve.

Fateli i figli e viaggiate leggeri, sospinti dal vento senza temere la meta.

venerdì 16 febbraio 2024

Tu non sei

Tu non sei i tuoi anni,
né la taglia che indossi,
non sei il tuo peso
o il colore dei tuoi capelli.

Non sei il tuo nome,
o le fossette sulle tue guance,
sei tutti i libri che hai letto,
e tutte le parole che dici.

Sei la tua voce assonnata al mattino
e i sorrisi che provi a nascondere,
sei la dolcezza della tua risata
e ogni lacrima versata,

sei le canzoni urlate così forte,
quando sapevi di esser tutta sola,
sei anche i posti in cui sei stata
e il solo che davvero chiami casa.

Sei tutto ciò in cui credi,
e le persone a cui vuoi bene,
sei le fotografie nella tua camera
e il futuro che dipingi.

Sei fatta di così tanta bellezza,
ma forse tutto ciò ti sfugge
da quando hai deciso di esser
tutto quello che non sei.


Not

You are not your age,
nor the size of clothes you wear,
You are not a weight,
or the color of your hair.

You are not your name,
or the dimples in your cheeks.
You are all the books you read,
and all the words you speak.

You are your croaky morning voice,
and the smiles you try to hide.
You’re the sweetness in your laughter,
and every tear you’ve cried.

You’re the songs you sing so loudly
when you know you’re all alone.
You’re the places that you’ve been to,
and the one that you call home.

You’re the things that you believe in,
and the people whom you love.
You’re the photos in your bedroom,
and the future you dream of.

You’re made of so much beauty,
but it seems that you forgot
When you decided that you were defined
by all the things you’re not.

Erin Hanson, poetessa australiana

La famiglia aperta: la visione della Chiesa primitiva

Ogni giorno di più la famiglia è chiamata ad essere comunità di vita e di amore. E perché ciò si realizzi non può mancare l'apertura alla società, di cui essa è principio e fondamento. Questa vocazione della famiglia al sociale, il contributo che solo essa può dare nella concretezza dell'ospitalità, della solidarietà dell'accoglienza, è già presente nella dottrina della Chiesa dei primi secoli.

Famiglia e società secondo i Padri della Chiesa, Ed. Città Nuova, 1989

Giuseppe Nardin, presbitero italiano

Il Ministero ordinato

Da quando la Lettera agli Ebrei ha illustrato la fine del sacerdozio antico grazie all’apparizione dell’unico sommo sacerdote, Cristo, la riflessione teologica non ha ancora trovato una comprensione del tutto soddisfacente del ministero ordinato. Anche le acquisizioni più recenti, che pretendono di rifarsi alla tradizione neotestamentaria, fluttuano tra due visioni fondamentali: l’una, più cristologica, vede nel ministero ordinato la riproposizione del ministero di Cristo di fronte alla Chiesa; l’altra, più ecclesiologica, vi vede invece l’attuazione più alta della ministerialità della Chiesa tutta. Le due visioni possono legittimamente richiamarsi sia agli scritti normativi delle origini cristiane sia agli interventi del Magistero cattolico sia alla tradizione teologica. Né l’una né l’altra riescono tuttavia a delineare in forma compiuta l’origine, il senso e la funzione del ministero ordinato. Stante questa situazione, il trattato sul Ministero ordinato propone un’indagine storico-fenomenologica. Partendo dai problemi che l’attuale congiuntura ecclesiale e teologica pongono, si interroga la storia per cogliere le costanti di una comprensione e per mostrare che l’alternativa richiamata tra visione cristologica e visione ecclesiologica non ha ragion d’essere; come pure non trova giustificazione il rifiuto della dimensione sacerdotale del ministero. Se questa è stata dominante per molti secoli, fino ad apparire l’unica, grazie al Vaticano II essa è stata integrata, proprio grazie al riferimento cristologico in una concezione che, senza escluderla, la arricchisce e ne mostra pure la valenza spirituale.

Nuovo corso di teologia sistematica. Il Ministero ordinato, Brescia, Ed. Queriniana, 2002

Erio Castellucci, presbitero e docente di teologia italiano

Aforismi Eucaristia

Che cos'è il pane consacrato? Corpo di Cristo.
E che cosa diventano coloro che si comunicano? Corpo di Cristo.
Non molti corpi: un Corpo solo, quello di Cristo. (San Giovanni Crisostomo)

giovedì 15 febbraio 2024

Diventare cristiani: Battesimo e Confermazione

Il rinnovamento teologico del Novecento ha determinato la ‘riscoperta’ del concetto di iniziazione cristiana, dimenticato per lunghi secoli. In questo modo i primi tre sacramenti – battesimo, confermazione ed eucaristia – sono usciti dall’isolamento in cui certa teologia li aveva confinati, per tornare ad essere concepiti come le tre tappe sacramentali dell’unico processo del ‘diventare cristiani’. Insieme, questi sacramenti, introducono l’essere umano nel mistero pasquale di Cristo morto e risorto, trasformandolo interiormente con l’effusione dello Spirito santo e aggregandolo al suo corpo ecclesiale, in attesa del compimento escatologico. Se il battesimo rappresenta il ‘sacramento-radice’, sul quale si innesta ogni altra grazia sacramentale elargita da Dio per mezzo della chiesa, la confermazione non è che la perfectio del battesimo in vista dell’eucaristia. I primi due sacramenti, pertanto, andando a costituire un’unità inscindibile, attraverso il carattere sacramentale configurano indelebilmente il credente a Cristo e alla chiesa, suo corpo. Il testo offre una trattazione sistematica del battesimo e della confermazione tenendo costantemente presenti questi orizzonti complessivi, nella consapevolezza che i sacramenti ‘della chiesa’ non esistono se non in quanto celebrati ‘dalla chiesa’. Non può perciò darsi una dottrina sacramentaria avulsa dalla liturgia, dai suoi linguaggi e dai suoi segni: è quella che i padri della chiesa chiamavano con felice espressione ‘mistagogia’, cioè ‘introduzione ai misteri’.

Nuovo corso di teologia sistematica. Il battesimo e la confermazione, Brescia, Ed. Queriniana, 2016

Pasquale Bua, presbitero e docente di teologia italiano

Penitenza e unzione dei malati

Tra i sacramenti celebrati dalla chiesa, la penitenza e l'unzione dei malati si trovano oggi in ombra nella vita delle comunità cristiane e nella coscienza di numerosi credenti. Entrambi i sacramenti sembrano infatti soffrire di una crisi di plausibilità come mezzi offerti ai fedeli dalla comunità ecclesiale per affrontare passaggi critici della vita cristiana, quali sono l'esperienza del peccato e l'esperienza della malattia. Partendo da un'indagine del mutamento del contesto pastorale contemporaneo, attraverso l'analisi delle testimonianze bibliche, dello sviluppo dei riti, della riflessione teologica e dell'insegnamento dogmatico, lo studio intende chiarire il significato dei due sacramenti considerati come punti significativi in cui la rivelazione cristiana del destino umano si incontra con la missione affidata alla chiesa nell'economia della salvezza. In particolare, la penitenza costituisce la forma della conversione del battezzato che, dopo aver ricevuto in dono la santità battesimale, cade nel peccato: a lui la comunità ecclesiale indica la via per rinnovare l'alleanza con Dio, recuperando in pienezza la sua appartenenza alla chiesa. Per il cristiano che sperimenta la malattia come passaggio che provoca a un giudizio sul valore della vita vissuta e prospetta all'orizzonte la morte come inevitabile conclusione della vicenda umana, nel segno della vicinanza orante della chiesa l'unzione dei malati offre la possibilità di rinnovare l'affidamento credente a Dio.

Nuovo corso di teologia sistematica. Penitenza e unzione dei malati, Brescia, Ed. Queriniana, 2012

Angelo Maffeis, presbitero e docente di teologia italiano

Matrimonio: l'esperienza umana che all’origine Dio ha posto come fondamento e come paradigma di ogni relazione

Ogni esperienza umana, se letta e vissuta nella relazione con Dio, svela la sua identità più profonda per il fatto che appare come espressione di un ‘disegno’ del Creatore. L’esperienza universale del rapporto tra donna e uomo, che nell’arco dei secoli ha assunto forme e significati diversi, alla luce della Rivelazione si manifesta come attuazione di una volontà benefica del medesimo Creatore tesa a procurare pienezza di vita agli esseri umani. L’istituto del matrimonio, la cui valenza simbolica emerge alla coscienza con alterne vicende nella storia delle culture, non è pertanto estraneo all’azione salvifica di Dio. Per questo nella tradizione cristiana si è giunti a considerarlo sacramento. In verità, il percorso che ha portato a tale visione non è stato lineare, anche per la variazione della concezione della sessualità in dipendenza da una lettura globale dell’esistenza umana. La comprensione sacramentale dell’istituto matrimoniale, per la cui salvaguardia ha dato un contributo notevole la normazione giuridica, ha poi permesso di rivalutare la medesima sessualità, riscattandola dalle concezioni mitologiche antiche e moderne, mediante la sua collocazione nel destino stabilito dal Creatore per gli esseri umani e la redenzione del rapporto tra uomo e donna dalla immediatezza dell’impulso. La sacramentalità del matrimonio, lungi dal ‘sacralizzare’ la relazione umana più completa, la rende trasparenza dell’alleanza tra Dio e l’umanità e la connota con le caratteristiche proprie di questa medesima alleanza.

Nuovo corso di teologia sistematica. Il matrimonio, Brescia, Ed. Queriniana, 2021

Maurizio Aliotta, presbitero e docente di teologia italiano


Quando il denaro diventa il fine ultimo

Quanto meno mangi, bevi, compri libri, vai a teatro, quanto meno pensi, ami, fai teorie, canti, dipingi, verseggi eccetera, tanto più risparmi, tanto più grande diventa il tuo tesoro che né i tarli né la polvere possono consumare, il tuo capitale. Quanto meno tu sei, quanto meno realizzi la tua vita, tanto più hai; quanto più grande è la tua vita alienata, tanto più accumuli del tuo essere estraniato. Tutto ciò che l’economia ti porta via di vita e di umanità, te lo restituisce in denaro e ricchezza.

Quando il denaro diventa il fine ultimo, tutti i beni che non sono di natura economica come l’intelligenza, la cultura, l’arte, la forza, la bellezza, l’amore, per l’avaro cessano di essere valori in sé, perché lo diventano limitatamente alla loro convertibilità in denaro, che, a questo punto si presenta agli occhi dell’avaro come la forma astratta di tutti i piaceri che tuttavia non vengono goduti.

Manoscritti economico-filosofici, 1844

Karl Marx (1818 – 1883), filosofo, economista, storico, sociologo, politologo, scienziato, scrittore,  giornalista e politico tedesco

sabato 3 febbraio 2024

Aforismi Meditazione

Se oggi il mondo è popolato di nevrastenici, di mediocri e di apatici, ciò è dovuto in massima parte al fatto che non si sa più pensare e meditare. Il silenzio interiore e la preghiera fanno grandi uomini. (Alexis Carrel)

La preghiera è quando si parla con Dio; la meditazione è quando si ascolta Dio. (anonimo)

Insegnerete la meditazione e la preghiera perché in questo modo l’anima si dilata. (Antoine de Saint-Exupery)

La meditazione purifica l'anima, governa gli affetti, dirige le azioni, corregge gli eccessi. Forma i costumi, rende la vita onesta e bene ordinata, dà la scienza delle cose umane e divine. (San Bernardo da Chiaravalle)

L'uomo è certamente fatto per pensare: in questo risiede tutta la sua dignità e tutto il suo merito; e tutto il suo compito è di pensare rettamente. Ora l'ordine proprio del pensiero è di cominciare da se stessi e dal proprio autore e dal proprio fine. (Blaise Pascal)

Tutte le miserie dell’uomo sono causate dalla sua incapacità di mettersi a sedere da solo in una stanza nella completa quiete. (Blaise Pascal)

Alla contemplazione non si giunge se non con la perspicace meditazione, la condotta santa, la devota preghiera. (San Bonaventura da Bagnoregio)

Bisogna concentrare l'attenzione dello spirito, non lasciarsi assorbire dalla vita di superficie, stabilire in ogni giornata una zona di silenzio, affinare la sensibilità dell'anima. (Beato Carlo Gnocchi)

Dio non è soltanto perfetto, ma è anche la sorgente di ogni perfezione, che, di conseguenza, solo da lui possiamo attingere. Il che si ottiene con lo studio e la meditazione. (Claude de La Colombière)

L'anima che medita ha la salvezza assicurata. La meditazione consiste nel riflettere stando alla presenza di Dio, e il demonio fa di tutto per distoglierne le anime. Egli sa bene quanto è efficace questo mezzo per avanzare nelle virtù. (Santa Elisabetta della Trinità)

La meditazione prepara il lavoro del giorno. L'essere soli con Dio aiuta a stare in mezzo agli uomini e a donare loro un po' della nostra provvista del mattino. Il dono di sé è più facile quando l'anima ha rifatto la sua riserva interiore. (Elisabetta Leseur)

Nulla tanto serve per illuminare l'intelletto e accendere la volontà, quanto l'orazione, massime la mentale, fatta di cuore. (San Francesco di Sales)

La meditazione è madre dell'amore, la contemplazione ne è figlia. (San Francesco di Sales)

Come la pioggia penetra in una casa mal coperta, così pure la passione penetra in una mente non usa alla meditazione. Come la pioggia non penetra in una casa ben coperta, cosi pure la passione non penetra nella mente esperta alla meditazione. (Gautama Buddha, Insegnamenti)

Preghi? Sei tu che parli allo Sposo. Leggi? È lo Sposo che parla a te. (San Girolamo)

Il saggio, per parlare, deve prima molto meditare. (San Girolamo)

Le grazie della contemplazione non ci saranno mai concesse se non ci applichiamo con la massima cura alla meditazione, alle letture quotidiane, alla preghiera e se non cerchiamo di approfondire le verità che sono alla nostra portata. (San Gregorio Magno)

Cercate leggendo e troverete meditando; chiamate pregando e vi sarà aperto contemplando. (Guigo II il Certosino)

La meditazione è la ricerca attenta, con l'aiuto della ragione, di una verità nascosta. (Guigo II il Certosino)

Non è grande uomo chi sa molto, ma chi ha molto meditato. (Luigi Settembrini)

Dieci minuti quotidiani di colloquio intimo insegnerebbero, forse, una più umana filosofia di quella contenuta in molti libri. (Nino Salvaneschi)

Chi non medita può fare come colui che non si specchia mai, e che quindi non si cura di uscire ordinato, poiché può essere imbrattato senza saperlo. (San Pio da Pietrelcina)

La persona che medita e rivolge il suo pensiero a Dio, che è lo specchio della sua anima, cerca di conoscere i suoi difetti, tenta di correggerli, si modera negli impulsi, e rimette la sua coscienza a posto. (San Pio da Pietrelcina)

Chi non medita è come colui che non si specchia mai. (Padre Pio)

Ogni fatto, ogni evento della nostra giornata è come un seme portato dal vento, che si deposita nel nostro cuore; solo con il silenzio e la meditazione ogni seme porterà frutti di bene. (Thomas Merton)

La meditazione e l'azione furono paragonate a Rachele e Lia: la prima era più amabile, l'altra più feconda. Come l'incenso rianima la vita della brace, così la preghiera rianima le speranza del cuore. (Johannes Wolfgang Goethe)


giovedì 1 febbraio 2024

Liberarsi dall'odio

Una pace futura potrà esser veramente tale solo se prima sarà stata trovata da ognuno in se stesso – se ogni uomo si sarà liberato dall'odio contro il prossimo, di qualunque razza o popolo, se avrà superato quest'odio e l'avrà trasformato in qualcosa di diverso, forse alla lunga in amore se non è chiedere troppo.

Etty Hillesum

Risorgerai

Risorgerai, sì risorgerai, mia cenere, dopo breve riposo. 
Vita immortale ti darà chi ti ha chiamato! 
E di nuovo rifiorirai tu che sei stato seminato. 
Il Signore delle messi avanza e raccoglie come spighe in grandi fasci noi che moriamo.

Credi, mio cuore, credi. 
Niente hai perduto, tuo e solo tuo è ciò che hai ardentemente desiderato. 
Tuo ciò che hai amato, tuo ciò che hai avversato! 

Credi: non sei nato invano né invano sei vissuto, hai sofferto. 
Ciò che è nato deve passare; ciò che è passato deve risorgere. 
Non vivere più nel tremore! Oh, dolore, che penetri ovunque: io ti sono sfuggito. 

O morte, che tutto vinci: ora sei stata vinta. 
Con ali che mi sono conquistate mi libererò in un ardente slancio d'amore verso la luce che nessun occhio ha mai penetrato! 

Morirò per vivere! 
Risorgerai, sì, risorgerai, mio cuore! 
In un istante. 
Ciò che tu hai vinto ti porterà a Dio! 

Gustav Mahler (1860 – 1911), compositore e direttore d'orchestra austriaco