mercoledì 30 marzo 2022

Il cielo stellato sopra di me e la legge morale dentro di me

Due cose riempiono l’animo di ammirazione e venerazione sempre nuova e crescente, quanto piú spesso e piú a lungo la riflessione si occupa di esse: il cielo stellato sopra di me, e la legge morale in me. Queste due cose io non ho bisogno di cercarle e semplicemente supporle come se fossero avvolte nell’oscurità, o fossero nel trascendente fuori del mio orizzonte; io le vedo davanti a me e le connetto immediatamente con la coscienza della mia esistenza. La prima comincia dal posto che io occupo nel mondo sensibile esterno, ed estende la connessione in cui mi trovo a una grandezza interminabile, con mondi e mondi, e sistemi di sistemi; e poi ancora ai tempi illimitati del loro movimento periodico, del loro principio e della loro durata. La seconda comincia dal mio io indivisibile, dalla mia personalità, e mi rappresenta in un mondo che ha la vera infinitezza, ma che solo l’intelletto può penetrare, e con cui (ma perciò anche in pari tempo con tutti quei mondi visibili) io mi riconosco in una connessione non, come là, semplicemente accidentale, ma universale e necessaria. Il primo spettacolo di una quantità innumerevole di mondi non annulla affatto la mia importanza di creatura animale che deve restituire al pianeta (un semplice punto nell’Universo) la materia della quale si formò, dopo essere stata provvista per breve tempo (e non si sa come) della forza vitale. Il secondo, invece, eleva infinitamente il mio valore, come valore di una intelligenza, mediante la mia personalità, in cui la legge morale mi manifesta una vita indipendente dall’animalità e anche dall’intero mondo sensibile, almeno per quanto si può riferire dalla determinazione conforme ai fini della mia esistenza mediante questa legge: la quale determinazione non è ristretta alle condizioni e ai limiti di questa vita, ma si estende all’infinito”.

Critica della Ragion Pratica, conclusione

Immanuel Kant (1724 – 1804), filosofo tedesco 

sabato 26 marzo 2022

Essere amati e liberi

Prima che il commercio degli schiavi fosse abolito, Abramo Lincoln, assistendo alla messa all'asta di una giovane donne nera, prese parte alle offerte, con grande stupore degli astanti, essendo nota a tutti la sua posizione in merito alla schiavitù. Lincoln fece l’offerta più alta e diventò proprietario della schiava. Appena ricevuti i documenti di proprietà, Lincoln li mise in mano alla donna dicendole: “Tieni, ora sei libera”. La donna prese i documenti e chiese: “Signore, posso andare dove voglio e fare ciò voglio?”. “Certo!”. “Allora, signore, io voglio venire con voi e servirvi per il resto della mia vita”. “Perché,  signore, se si è amati da un uomo libero si è davvero amati e si è davvero liberi”.

giovedì 24 marzo 2022

Era mio figlio


La gioia di Betlemme fu subito turbata da un pericolo improvviso e impensabile. Mi dissero: Erode vuole uccidere il bambino! Fu un fulmine questa notizia. Provate a pensare che cosa può provare il cuore di una mamma, quando le dicono: Vogliono uccidere tuo figlio! Mille perché tumultuavano nel mio povero cuore..., ma non c'era tempo da perdere. Fuggimmo: come profughi, come malfattori, come lebbrosi che debbono nascondersi.

Furono anni amari: ma io continuai a credere e piano piano cominciai a capire il mistero della pazienza di Dio e della sua bontà rispettosa e compassionevole. Venne l'ora di ritornare a casa.

Che gioia rivedere, dopo tanti anni, i parenti, la casa, i luoghi dell'infanzia! Giuseppe riprese il lavoro, il bambino cresceva ed io lavoravo e pregavo. Gli anni di Nazareth furono incantevoli, ma passarono veloci. Spesso mi chiedevo: che sarà di questo figlio? E temevo che prima o poi sarebbe arrivata un'ora decisiva; temevo che prima o poi mi avrebbe lasciata sola... E venne quel giorno.

Vidi Gesù allontanarsi da casa: io piangevo... perché avevo il presentimento che non sarebbe mai più ritornato!

Per alcuni giorni non seppi nulla di lui; ma poi arrivarono le prime notizie: È a Cafarnao! Ha compiuto un miracolo! Ha detto cose stupende! Ha parlato di perdono …per tutti!

lo ero felice, come una madre è felice per i successi del proprio figlio. Però trepidavo per lui, perché ormai avevo capito che i successi di Dio sono diversi dai successi degli uomini; Betlemme e la fuga in Egitto mi avevano insegnato che le vie di Dio non sono le nostre vie...

E infatti, dopo un po' di tempo, tutto cambiò attorno a lui. Mi dicevano: Ha profanato il sabato! Ha cacciato la gente dal tempio! Si è dichiarato Figlio di Dio! È un bestemmiatore! Merita la morte! Per il mio cuore ogni notizia era una vera pugnalata: come mi aveva predetto Simeone!

A un certo punto avvertii il pericolo, capii che dovevo andare da lui: dovevo stargli vicino a qualunque costo. Lo trovai a Gerusalemme: l'avevano arrestato!

Assistetti a tutte le fasi de processo e vissi con lui l'agonia di quelle ore: nessun dolore mi fu risparmiato! Sentii la folla che gridava: "Crocifiggilo! Crocifiggilo!". Era mio figlio...

Ripensai al momento dell'annunciazione e ripetei le parole d'allora: Sono la tua serva, o Signore! Ti seguirò dovunque vuoi! E giunsi al Calvario: arrivai alla croce seguendo mio figlio. Mi vennero in mente le sue parole: "Chi vuol venire dietro di me, smetta di pensare a se stesso. Prenda ogni giorno la sua croce e mi segua. Chi vuol salvare la propria vita sulla terra, la perderà nel cielo".

martedì 8 marzo 2022

Grazie a te, donna


Grazie a te, donna-madre, che ti fai grembo dell'essere umano nella gioia e nel travaglio di un'esperienza unica, che ti rende sorriso di Dio per il bimbo che viene alla luce, ti fa guida dei suoi primi passi, sostegno della sua crescita, punto di riferimento nel successivo cammino della vita.

Grazie a te, donna-sposa, che unisci irrevocabilmente il tuo destino a quello di un uomo, in un rapporto di reciproco dono, a servizio della comunione e della vita.

Grazie a te, donna-figlia e donna-sorella, che porti nel nucleo familiare e poi nel complesso della vita sociale le ricchezze della tua sensibilità, della tua intuizione, della tua generosità e della tua costanza.

Grazie a te, donna-lavoratrice, impegnata in tutti gli ambiti della vita sociale, economica, culturale, artistica, politica, per l'indispensabile contributo che dai all'elaborazione di una cultura capace di coniugare ragione e sentimento, ad una concezione della vita sempre aperta al senso del « mistero », alla edificazione di strutture economiche e politiche più ricche di umanità.

Grazie a te, donna-consacrata, che sull'esempio della più grande delle donne, la Madre di Cristo, Verbo incarnato, ti apri con docilità e fedeltà all'amore di Dio, aiutando la Chiesa e l'intera umanità a vivere nei confronti di Dio una risposta «sponsale», che esprime meravigliosamente la comunione che Egli vuole stabilire con la sua creatura.

Grazie a te, donna, per il fatto stesso che sei donna! Con la percezione che è propria della tua femminilità tu arricchisci la comprensione del mondo e contribuisci alla piena verità dei rapporti umani. 

Lettera alle donne del mondo in vista della IV Conferenza Mondiale sulla Donna (29 giugno 1995)

Giovanni Paolo II / Karol Jozef Wojtyla (1920 - 2005), papa