La gioia di Betlemme fu subito turbata da un pericolo improvviso e impensabile. Mi dissero: Erode vuole uccidere il bambino! Fu un fulmine questa notizia. Provate a pensare che cosa può provare il cuore di una mamma, quando le dicono: Vogliono uccidere tuo figlio! Mille perché tumultuavano nel mio povero cuore..., ma non c'era tempo da perdere. Fuggimmo: come profughi, come malfattori, come lebbrosi che debbono nascondersi.
Furono anni amari: ma io continuai a credere e piano piano cominciai a capire il mistero della pazienza di Dio e della sua bontà rispettosa e compassionevole. Venne l'ora di ritornare a casa.
Che gioia rivedere, dopo tanti anni, i parenti, la casa, i luoghi dell'infanzia! Giuseppe riprese il lavoro, il bambino cresceva ed io lavoravo e pregavo. Gli anni di Nazareth furono incantevoli, ma passarono veloci. Spesso mi chiedevo: che sarà di questo figlio? E temevo che prima o poi sarebbe arrivata un'ora decisiva; temevo che prima o poi mi avrebbe lasciata sola... E venne quel giorno.
Vidi Gesù allontanarsi da casa: io piangevo... perché avevo il presentimento che non sarebbe mai più ritornato!
Per alcuni giorni non seppi nulla di lui; ma poi arrivarono le prime notizie: È a Cafarnao! Ha compiuto un miracolo! Ha detto cose stupende! Ha parlato di perdono …per tutti!
lo ero felice, come una madre è felice per i successi del proprio figlio. Però trepidavo per lui, perché ormai avevo capito che i successi di Dio sono diversi dai successi degli uomini; Betlemme e la fuga in Egitto mi avevano insegnato che le vie di Dio non sono le nostre vie...
E infatti, dopo un po' di tempo, tutto cambiò attorno a lui. Mi dicevano: Ha profanato il sabato! Ha cacciato la gente dal tempio! Si è dichiarato Figlio di Dio! È un bestemmiatore! Merita la morte! Per il mio cuore ogni notizia era una vera pugnalata: come mi aveva predetto Simeone!
A un certo punto avvertii il pericolo, capii che dovevo andare da lui: dovevo stargli vicino a qualunque costo. Lo trovai a Gerusalemme: l'avevano arrestato!
Assistetti a tutte le fasi de processo e vissi con lui l'agonia di quelle ore: nessun dolore mi fu risparmiato! Sentii la folla che gridava: "Crocifiggilo! Crocifiggilo!". Era mio figlio...
Ripensai al momento dell'annunciazione e ripetei le parole d'allora: Sono la tua serva, o Signore! Ti seguirò dovunque vuoi! E giunsi al Calvario: arrivai alla croce seguendo mio figlio. Mi vennero in mente le sue parole: "Chi vuol venire dietro di me, smetta di pensare a se stesso. Prenda ogni giorno la sua croce e mi segua. Chi vuol salvare la propria vita sulla terra, la perderà nel cielo".
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