martedì 24 marzo 2020

Il Cielo e la terra attendono il tuo "sì"!


Andrea della Robbia, Annunciazione (1475) 
terracotta invetriata, Santuario della Verna (Chiusi della Verna, Arezzo)*

Hai udito, Vergine, che concepirai e partorirai un figlio; hai udito che questo avverrà non per opera di un uomo, ma per opera dello Spirito santo. L'angelo aspetta la risposta; deve fare ritorno a Dio che l'ha inviato. Aspettiamo, o Signora, una parola di compassione anche noi, noi oppressi miseramente da una sentenza di dannazione. Ecco che ti viene offerto il prezzo della nostra salvezza: se tu acconsenti, saremo subito liberati. Noi tutti fummo creati nel Verbo eterno di Dio, ma ora siamo soggetti alla morte: per la tua breve risposta dobbiamo essere rinnovati e richiamati in vita.

Te ne supplica in pianto, Vergine pia, Adamo esule dal paradiso con la sua misera discendenza; te ne supplicano Abramo e David; te ne supplicano insistentemente i santi patriarchi che sono i tuoi antenati, i quali abitano anch'essi nella regione tenebrosa della morte. Tutto il mondo è in attesa, prostrato alle tue ginocchia: dalla tua bocca dipende la consolazione dei miseri, la redenzione dei prigionieri, la liberazione dei condannati, la salvezza di tutti i figli di Adamo, di tutto il genere umano.

O Vergine, da' presto la risposta. Rispondi sollecitamente all'angelo, anzi, attraverso l'angelo, al Signore. Rispondi la tua parola e accogli la Parola divina, emetti la parola che passa e ricevi la Parola eterna. Perché tardi? perché temi? Credi all'opera del Signore, da' il tuo assenso ad essa, accoglila. Nella tua umiltà prendi audacia, nella tua verecondia prendi coraggio. In nessun modo devi ora, nella tua semplicità verginale, dimenticare la prudenza; ma in questa sola cosa, o Vergine prudente, non devi temere la presunzione. Perché, se nel silenzio è gradita la modestia, ora è piuttosto necessaria la pietà nella parola.

Apri, Vergine beata, il cuore alla fede, le labbra all'assenso, il grembo al Creatore. Ecco che colui al quale è volto il desiderio di tutte le genti batte fuori alla porta. Non sia, che mentre tu sei titubante, egli passi oltre e tu debba, dolente, ricominciare a cercare colui che ami. Levati su, corri, apri! Levati con la fede, corri con la devozione, apri con il tuo assenso.

"Eccomi", dice, "sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto" (Lc 1, 38).

Omelie sulla Madonna (Om. 4, 8 - 9, Opera omnia. 4, 1966, p. 53 - 54)

Bernardo di Chiaravalle, (1090 – 1153), monaco cristiano, abate e teologo francese dell'ordine cistercense, santo

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(*) Sullo sfondo azzurro del cielo toscano ottenuto col lapislazzuli da Andrea della Robbia (1435 - 1525), si stagliano le figure di Dio Padre, circondato da cherubini, dello Spirito in forma di colomba, dell’arcangelo Gabriele e di Maria.
La vergine Maria, seduta, ha sulle ginocchia il libro della Bibbia aperto sulla profezia di Isaia: “Ecce virgo concipiet…” - “Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio…” (Isaia 7,14). Tutti i personaggi della scena attendono trepidanti il “sì” di Maria: il Padre che, con le braccia allargate, invia lo Spirito; la colomba dello Spirito sospesa in aria con le ali alzate; Gabriele inginocchiato ai suoi piedi e con le mani congiunte. Dio crea e rispetta la libertà dell’uomo, attende l’assenso di una fanciulla per realizzare l’opera stessa della redenzione. Maria, portando al petto la mano, pronuncia le parole incise alla base del quadro: “Ecce ancilla Domini” - “Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola” (Luca 1, 38). 
F.P.

venerdì 20 marzo 2020

La vita ha un senso perchè Dio ti ama immensamente

Non comprendevo questa vita: essa mi sembrava spaventosa. E d'un tratto intesi le parole di Cristo e le compresi. La vita e la morte finirono di apparirmi un male e da allora, invece della disperazione, ho sentito la felicità e la gioia della vita che neppure la morte può alterare.

Lev Tolstoj (1828 – 1910), scrittore, filosofo, educatore e attivista sociale russo

mercoledì 18 marzo 2020

La commozione e la gioia della primavera


Per quanto gli uomini, riuniti a centinaia di migliaia in un piccolo spazio, cercassero di deturpare la terra su cui si accalcavano, per quanto la soffocassero di pietre, perché nulla vi crescesse, per quanto estirpassero qualsiasi filo d'erba che riusciva a spuntare, per quanto esalassero fumi di carbon fossile e petrolio, per quanto abbattessero gli alberi e scacciassero tutti gli animali e gli uccelli, - la primavera era primavera anche in città. Il sole scaldava, l'erba, riprendendo vita, cresceva e rinverdiva ovunque non fosse strappata, non solo nelle aiuole dei viali, ma anche fra le lastre di pietra, e betulle, i pioppi, ciliegi selvatici schiudevano le loro foglie vischiose e profumate, i tigli gonfiavano i germogli fino a farli scoppiare; le cornacchie, i passeri e i colombi con la festosità della primavera già preparavano i nidi, e le mosche ronzavano vicino ai muri, scaldate dal sole.
Allegre erano le piante, e gli uccelli, e gli insetti, e i bambini. Ma gli uomini - i grandi, gli adulti - non smettevano di ingannare e tormentare se stessi e gli altri. Gli uomini ritenevano che sacro e importante non fosse quel mattino di primavera, non quella bellezza del mondo di Dio, data per il bene di tutte le creature, la bellezza che dispone alla pace, alla concordia e all'amore, ma sacro e importante fosse quello che loro stessi avevano inventato per dominarsi l'un l'altro.
Resurrezione (1899)
Lev Tolstoj (1828 – 1910), scrittore, filosofo, educatore e attivista sociale russo