lunedì 24 maggio 2010

La verità

La Verità che stava in fonno ar pozzo
Una vorta strillò: - Correte, gente,
Chè l’acqua m’è arivata ar gargarozzo! -
La folla corse subbito
Co’ le corde e le scale: ma un Pretozzo
Trovò ch’era un affare sconveniente.
- Prima de falla uscì - dice - bisogna
Che je mettemo quarche cosa addosso
Perchè senza camicia è ‘na vergogna!
Coprimola un po’ tutti: io, come prete,
Je posso dà’ er treppizzi, ar resto poi
Ce penserete voi...

- M’assoccio volentieri a la proposta
- Disse un Ministro ch’approvò l’idea. -
Pe’ conto mio je cedo la livrea
Che Dio lo sa l’inchini che me costa;
Ma ormai solo la giacca
È l’abbito ch’attacca. -

Bastò la mossa; ognuno,
Chi più chi meno, je buttò una cosa
Pe’ vedè’ de coprilla un po’ per uno;
E er pozzo in un baleno se riempì:
Da la camicia bianca d’una sposa
A la corvatta rossa d’un tribbuno,
Da un fracche aristocratico a un cheppì.

Passata ‘na mezz’ora,
La Verità, che s’era già vestita,
S’arrampicò a la corda e sortì fôra:
Sortì fôra e cantò: - Fior de cicuta,
Ner modo che m’avete combinata
Purtroppo nun sarò riconosciuta!

Trilussa - Carlo Alberto Salustri (1871 – 1950), poeta italiano

L'amore e la follia

Si racconta che una volta, tanto tempo fa, tutti i sentimenti, le qualità e i difetti dell'uomo si riunirono. Dopo che la Noia aveva sbadigliato per l'ennesima volta la Pazzia propose di andare a giocare a nascondino. La curiosità chiese:
- A nascondino? Come si fa?
- E' un gioco, spiegò la Follia, io mi copro gli occhi e comincio a contare fino a un milione. Voi intanto Vi nascondete e quando non c'è più nessuno in giro e io ho finito di contare, il primo di voi che trovo rimane al mio posto a fare la guardia per continuare il gioco. L'Entusiasmo ballò seguito dall'Euforia, dall'Allegria e fece tanti salti che finì per convincere il Dubbio e l'Apatia, la quale non aveva mai voglia di fare nulla. Ma non tutti vollero partecipare... la Verità preferì non nascondersi; la Superbia disse che era un gioco molto sciocco e la Codardia preferì non rischiare.
- Uno, due, tre... incominciò a contare la Follia. La prima a nascondersi fu la Pigrizia, che si nascose dietro la prima pietra del cammino. La Fede salì in cielo e la Invidia si nascose dietro l'ombra del Trionfo che era riuscito a salire in cima all'albero più alto. La Generosità invece non riusciva a nascondersi, ogni posto che trovava lo lasciava ai suoi amici. Un lago cristallino? Ideale per la Bellezza, Un cespuglio? Perfetto per la Timidezza, Un soffio di vento? Giusto per la Libertà. Finchè la Generosità decise di nascondersi dietro un raggio di sole. L'Egoismo invece si prese subito il posto migliore e superconfortevole, tutto per lui. La Bugia si nascose... veramente non si sa dove, la Passione e il Desiderio si nascosero nel centro di un vulcano. La Dimenticanza... non ce lo ricordiamo! Quando la Follia arrivò a contare fino a 999.999, l' Amore ancora non aveva trovato un luogo per nascondersi, perchè erano tutti occupati. Alla fine vide un roseto e decise di nascondersi lì, fra le bellissime rose.- Un milione!!!- disse la Follia che iniziò a cercare. La prima a farsi scoprire fu la Pigrizia. Poi la Fede, poi la Passione e il Desiderio, che aveva sentito vibrare dentro il vulcano. Trovò poi l'Invidia che si era nascosta dove stava il Trionfo. Camminando, vicino al lago trovò la Bellezza; poi il Dubbio, il quale non aveva ancora deciso dove nascondersi. Eppoi uno dopo l'altro incontrò tutti gli altri, tranne l' Amore. La Follia iniziò a cercarlo dietro a ogni albero, sotto il ruscello, in cima alla montagna... e quando fu al punto di darsi per vinta, vide il roseto e iniziò a muovere i rami, quando allo improvviso si sentì un doloroso grido. Le spine avevano ferito negli occhi l'Amore! La Follia non seppe cosa fare e come chiedergli scusa. Pianse, pregò, implorò, chiese perdono e alla fine gli promise che sarebbe diventata la sua guida. Da allora, da quando per la prima volta si giocò a nascondino sulla terra, l'Amore è cieco e la Follia sempre lo accompagna....

venerdì 21 maggio 2010

Inferno e Paradiso

Un sant'uomo ebbe un giorno da conversare con Dio e gli chiese:
«Signore, mi piacerebbe sapere come sono il Paradiso e l'Inferno»
Dio condusse il sant'uomo verso due porte.
Ne aprì una e gli permise di guardare all'interno.
C'era una grandissima tavola rotonda.
Al centro della tavola si trovava un grandissimo recipiente contenente cibo dal profumo delizioso. Il sant' uomo sentì l'acquolina in bocca.
Le persone sedute attorno al tavolo erano magre, dall'aspetto livido e malato. Avevano tutti l'aria affamata.
Avevano dei cucchiai dai manici lunghissimi, attaccati alle loro braccia.
Tutti potevano raggiungere il piatto di cibo e raccoglierne un po', ma poiché il manico del cucchiaio era più lungo del loro braccio non potevano accostare il cibo alla bocca.
Il sant'uomo tremò alla vista della loro miseria e delle loro sofferenze.
Dio disse: "Hai appena visto l'Inferno".
Dio e l'uomo si diressero verso la seconda porta.
Dio l'aprì.
La scena che l'uomo vide era identica alla precedente.
C'era la grande tavola rotonda, il recipiente che gli fece venire l'acquolina.
Le persone intorno alla tavola avevano anch'esse i cucchiai dai lunghi manici.
Questa volta, però, erano ben nutrite, felici e conversavano tra di loro sorridendo.
Il sant'uomo disse a Dio : «Non capisco!»
- E' semplice, - rispose Dio, - essi hanno imparato che il manico del cucchiaio troppo lungo, non consente di nutrire se' stessi... ma permette di nutrire il proprio vicino. Percio' hanno imparato a nutrirsi gli uni con gli altri !
Quelli dell'altra tavola, invece, non pensano che a loro stessi... Inferno e Paradiso sono uguali nella struttura... la differenza la portiamo dentro di noi!!!

sabato 15 maggio 2010

La filosofia via meravigliosa

Bisogna mostrare che cosa sia la filosofia nel suo complesso, quale sia la sua caratteristica, di quanti elementi si componga e quanta fatica implichi. Allora chi ascolta, se è veramente Filosofo, cioè idoneo alla filosofia e degno di essa, perché dotato di natura divina, pensa che quella di cui sente parlare sia una via meravigliosa, da imboccare immediatamente, perché non potrebbe vivere facendo altro. Quindi unendo i propri sforzi a quelli di colui che gli indica la via, non si dà pace prima di aver acquisito completamente il suo fine, o prima di aver raggiunto tanta forza da esser in grado, da solo, senza nessuno che lo guidi, di procedere su quella strada.

Lettera Settima, 340

Platone (427 - 347 a.C.), filosofo greco

giovedì 6 maggio 2010

La cosa più bella del papà

Il papà chiede ad Alessio, 5 anni:
"Che cosa ti piace di più del papà?".
E Alessio, dopo aver riflettuto un po':
"La mamma".

"Quand'è che ti accorgi che la tua famiglia va bene?" chiesero ad una bambina.
"Quando vedo il papà e la mamma che si danno i bacetti" rispose.
I genitori non devono nascondersi nell'armadio per darsi i bacetti.
Ogni volta che manifestano l'amore che li unisce, i bambini si sentono inondati di calda e gioiosa fiducia. Sanno bene che l'amore reciproco dei genitori è l'unica roccia solida su cui possono costruire la loro vita.
C'è qualcuno lassù?, Elledici 1993
Bruno Ferrero, prete salesiano italiano, scrittore

martedì 4 maggio 2010

Una lettera per Ruth



Ruth aprì la sua cassetta della posta e vi trovò dentro solo una lettera. La girò e la rigirò prima di aprirla e vide che c’era scritto sopra il suo nome ed indirizzo. Diceva così: Cara Ruth: "Nella giornata di sabato sarò nel tuo quartiere e vorrei venire a trovarti. Ti voglio sempre bene, Gesù".
Le mani di Ruth tremavano mentre appoggiava la lettera sulla tavola. - "Perchè Dio vuole visitarmi visto che io non sono niente di speciale?" Nel frattempo si ricordò che non aveva niente da offrire al suo ospite: il suo frigorifero era desolatamente vuoto, pensò. "Oh no! Non ho proprio niente da presentare al mio ospite. Devo andare al supermercato e comprare qualcosa per la cena!"

Prese il suo portafoglio: dentro c’erano 5 €. "Bene, posso almeno comprare pane e formaggio". Si infilò il cappotto e si precipitò fuori. Comprò un pezzo di pane francese, una fetta di formaggio ed una busta di latte. Terminati gli acquisti si ritrovò in tasca solo dodici centesimi con cui tirare avanti fino al lunedì. Era contenta e si sentiva sempre meglio man mano che si avvicinava a casa con la sua umile spesa sotto braccio.

"Signorina, per favore, può aiutarci?" Ruth era così immersa nei suoi preparativi per la cena che non si era accorta di due figure rannicchiate sul marciapiede. Un uomo e una donna, entrambi vestiti di stracci. "Vede signorina, io non ho lavoro e quindi mia moglie ed io stiamo vivendo per la strada. Stiamo morendo di freddo e abbiamo tanta fame e se lei potesse aiutarci noi le saremmo immensamente grati".

Ruth li guardò. Erano sporchi ed emanavano un notevole fetore; la ragazza pensò che se avessero veramente voluto trovare un lavoro sicuramente non sarebbero stati lì a chiedere l’elemosina. "Guardi, mi piacerebbe davvero darvi una mano, ma anch’io sono povera. Tutto quel che ho è un poco di pane ed un pezzo di formaggio; ho un invitato speciale a cena questa sera e perciò pensavo di offrire a lui queste cose". "D’accordo, capisco. Comunque mille grazie" L’uomo posò il braccio sulle spalle della moglie e i due si incamminarono in direzione della strada.

Ruth li guardava allontanarsi e sentì un gran dolore al cuore. "Signore, aspetti". La coppia si fermò, mentre la ragazza correva loro incontro. "Perchè non prendete questi alimenti? Vuol dire che al mio invitato offrirò qualcos’altro" disse Ruth mentre porgeva loro il sacchetto del supermercato.

"Grazie! Grazie infinite, signorina!". "Davvero grazie" le disse la donna e Ruth si accorse che stava tremando per il freddo. "Sa signora, ho un altro cappotto a casa mia, perciò prenda pure questo", disse Ruth alla donna mentre le sistemava l’indumento sulle spalle. La ragazza ritornò a casa sorridendo ma senza cappotto e senza più nulla da offrire al suo invitato. Man mano che si avvicinava a casa si sentiva però un po’ dispiaciuta, perchè sapeva che non c’era proprio niente con cui dar da mangiare al Signore. Quando infilò la chiave nella serratura si accorse che nella buca delle lettere c’era qualcosa. "Che cosa strana! Di solito, il postino non viene due volte nello stesso giorno". Ella prese la busta e la aprì: "Amatissima Ruth: è stato davvero meraviglioso rivederti. Grazie per il cibo e grazie anche per il delizioso cappotto. Ti voglio sempre bene, Gesù." L'aria era ancora fredda ma, anche senza cappotto, Ruth non se ne accorse.




So che a volte è difficile imbattersi in Dio nelle piccole cose che ci circondano, compreso le persone che a volte non ci sono gradite, ma è PROPRIO IN QUESTE OCCASIONI che Egli desidera incontrarsi con noi: in ogni piccola e meravigliosa cosa che accade per il nostro bene.