mercoledì 29 dicembre 2021

La nostra mano nella mano di Dio


Dovremmo attraversare il mondo stringendo la mano di Dio. Vi sono molte sofferenze da sopportare in questa vita; invece una pena sarà leggera se teniamo la nostra mano in quella di Dio. La mortificazione stessa diventa allora soave… 

Le sofferenze che ho io, le ha avute anche Gesù: per esempio, la monotonia. Per anni ed anni fu un semplice falegname. 

Se trovate la vita penosa, diteglielo. Se vi sembra difficile essere buoni, diteglielo. Se soffrite e non potete pregare, e ve ne dispiace, diteglielo. Questa è la preghiera. Se credete di attraversare il mondo con le vostre forze , non vi riuscirete mai. Ma se affronterete la vita tenendo la mano di Dio Padre, l’amore Suo renderà facile ogni cosa.

Dio ci ama, lasciamoci amare

Padre Daniel Considine (1849- 1922), presbitero gesuita irlandese

Non abbiate paura di Dio

Pensate a Dio con benevolenza, con rettitudine, abbiate buona opinione di Lui. Non dovete credere che egli perdoni difficilmente. La prima cosa necessaria per amare il Signore è di crederlo degno di amore. Quanti, in fondo al cuore, pensano che ci si possa intendere facilmente con Dio? 

Molti lo pensano inaccessibile, permaloso, facilmente disgustato ed offeso. Eppure questo timore gli dà grande pena. Vorrebbe forse nostro padre vederci vergognosi e tremanti alla sua presenza? Tanto meno il Padre celeste. Una madre non fu mai così cieca ai difetti della sua creatura come il Signore lo è davanti ai nostri mancamenti.

Dio è infinitamente più pronto a compatire e ad aiutare, che a punire e a biasimare. Non potete peccare per eccesso di confidenza in Dio: non temete quindi di abbandonarvi con troppa totalità al suo amore. Se ve lo immaginate difficile e inavvicinabile, se avrete paura di Lui, non lo amerete.

I peccati passati, una volta detestati non costituiscono più nessun ostacolo tra noi e Dio. É assolutamente falso pensare che Egli conservi rancore per il passato. Egli perdona tutto e non importa quanto abbiate tardato prima di venire al suo servizio. In un momento Dio vi aiuterà a rimediare a tutto un passato. 

Pensieri

Padre Daniel Considine (1849- 1922), presbitero gesuita irlandese


Serenità e fiducia

Noi dovremo dire: “Signore ti do il mio cuore come un foglio su cui nulla è scritto, scrivici Tu la tua volontà”.

Quando mi alzo al mattino posso dire con tutta verità: “Questo giorno con tutte le sue circostanze e conseguenze è stato fatto, previsto, ordinato da Dio perché io l’ami e lo serva meglio”.

Se il Figlio di Dio venne a servire, noi dovremmo reputare un privilegio di essere chiamati a servire in qualsiasi forma.

Dio si rende conto della nostra debolezza più di noi, ci compatisce e ci dà tempo per correggere i nostri difetti.

Spesso la depressione causata dal peccato fa più male e ci tiene lontani da Dio più del peccato stesso. Non perdete tempo nello scoraggiamento, ma alzatevi e andate a Dio.

Non perdete tempo deplorando il passato e preoccupandovi del futuro. La grazia vi sarà data ogni giorno per vincere le difficoltà del momento presente.

Il credere che il Signore rinuncerà a noi perché siamo infedeli é assolutamente errato, contrario a verità. Non potremo mai amare il Signore come dovremmo se pensiamo che Egli ci serbi rancore.

Spesso la depressione causata dal peccato fa più male e ci tiene lontani da Dio più del peccato stesso.

Non importa quali peccati possiate aver commesso: Egli vi perdonerà tutto. E non importa quanto abbiate tardato prima di venire al Suo servizio: in un momento Egli vi aiuterà a rimediare al passato.

Dio desidera esaudire la nostra preghiera, molto più che noi non desideriamo farla. Uno dei maggiori ostacoli alla vita spirituale è la persuasione che per una ragione o per l’altra Dio non ci guardi con compiacenza.

Per quanto i nostri pensieri possano essere fiduciosi nel Signore, saranno sempre inferiori al vero.

Dio vuole che tutti siamo santi.

Non esiste una malattia dell’anima che sia incurabile. Domandate di essere guariti, ma domandatelo con tutto il cuore e con fede nel desiderio che Dio ha di curarvi. Se non credete pienamente che vi curerà Egli non lo farà.

Nostro Signore ama ciascuno di noi con tale intensità che se fosse necessario, Egli ripeterebbe tutta la Sua Passione per assicurare la nostra felicità in cielo.

Nostro Signore perdona con la più grande facilità e non vuole che stiamo lontani da Lui a causa dei nostri peccati. É assurdo pensare che Egli trattenga da noi la grazia per quello che possiamo aver fatto in passato.

L’abbattimento non viene mai da Dio: e da Lui non viene neppure nessun pensiero che rende il Suo servizio difficile.

Non dobbiamo aver rimpianti sterili e renderci troppo infelici quanto ai peccati, le mancanze, gli errori passati. Non sediamoci a piangere sul margine della strada, ma sorgiamo e proseguiamo col nostro Amico.

Siate lieto, soave ed energico e fate vedere agli altri che la religione rende le persone facili a trattare.

È soltanto amandoci l’un l’altro che noi possiamo far capire che cosa sia l’amore di Dio.

Parole d’incoraggiamento, 1952

Padre Daniel Considine (1849- 1922), presbitero gesuita irlandese

Incoerente comportamento verso l’Amore

Se mi fosse richiesto da qualcuno, che non conosco bene intimamente, il segno migliore per sapere quanto potrebbe inoltrarsi nella vita spirituale e quanto grandi cose potrebbe compiere per il Signore, cercherei di capire fino a che punto egli possieda la virtù della speranza; e per speranza intendo la convinzione pratica che Dio non solamente è molto buono, ma molto buono con me.

Quello che ci trattiene nella vita spirituale è la mancanza di speranza, la poca confidenza. Ognuno potrebbe diventar santo, se volesse soltanto credere che Dio vuol farne un santo.

Ciò che sorprende è che certuni, essendo buoni come sono, non siano molto migliori. La ragione di ciò è la scarsa speranza. Siamo così terribilmente incoerenti! Crediamo che, una mattina dopo l’altra, Dio ci dia il suo Corpo e il suo Sangue nell’Eucarestia, e che più tardi, nella giornata, quando andiamo a Lui per chiedergli una piccola grazia, Egli ce la rifiuti. C’è qualcosa di più assurdo ed illogico?

Se volete sapere quale grado avete raggiunto nella vita spirituale, guardate che cosa sperate. Una piccola grazia o grazie immense?

Se voi dite: “Dio è stato così meravigliosamente buono con me, che io spero di arrivare a sopportare la tale umiliazione per amor suo, o di vincere il carattere orribile, in modo che i miei nemici, invece di chiamarmi un demonio, possano pensare che io sia divenuto un angelo”, allora voi avete la speranza e siete molto vicini a Dio.

Perché domandargli piccole cose? Vi darebbe più volentieri ciò che è magnifico, che ciò che è meschino. La differenza tra un santo e una persona qualunque è che il santo ha di Dio idee molto più larghe.

Se voi dite: “Ho sprecato tanti anni della mia vita e adesso è troppo tardi, non posso far niente per il Signore”, non vi accorgete che così intendete male la sua potenza e il suo amore infinito?

Abbiamo concetti così irriverenti e indegni del buon Dio! Lo chiamiamo Padre, e poi lo trattiamo come uno straniero e quasi come un nemico.

Lo so, molti di noi si trascinano a fatica e quando ascoltano la dottrina che vado esponendo, dicono: “Non è fatta per quelli come me”.

Un santo e un’altra persona qualsiasi commettono – supponiamo – la stessa colpa. Il santo n’è subito addoloratissimo, ma si comporta come prima, senza turbamenti e rilassamenti nella sua condotta; l’altro si allontana e si tiene in disparte, impegolato dalla diffidenza.

“È troppo tardi, dicono alcuni, perché non ho cominciato cinquant’anni fa?”. Il tempo non conta per il Signore. Forse che il padre del figliol prodigo gli disse di rimanere in penitenza, per alcuni anni di servizio, e poi lo avrebbe ripreso con sé? Lo accolse invece, sull’istante, lo rivestì della veste migliore e ne festeggiò il ritorno.

Allargate i vostri pensieri intorno al Signore: Egli non cessa mai di amarvi.

Parole d’incoraggiamento, 1952

Padre Daniel Considine (1849- 1922), presbitero gesuita irlandese