domenica 22 dicembre 2013

La pecora nera alla grotta di Betlemme


C'era una volta una pecora diversa da tutte le altre. Le pecore, si sa, sono bianche; lei invece era nera, nera come la pece. Quando passava per i campi tutti la deridevano, perché in un gregge tutto bianco spiccava come una macchia di inchiostro su un lenzuolo bianco: «Guarda una pecora nera! Che animale originale; chi crede mai di essere?». Anche le compagne pecore le gridavano dietro: «Pecora sbagliata, non sai che le pecore devono essere tutte uguali, tutte avvolte di bianca lana?». La pecora nera non ne poteva più, quelle parole erano come pietre e non riusciva a digerirle. E così decise di uscire dal gregge e andarsene sui monti, da sola: "Almeno là avrebbe potuto brucare in pace e riposarsi all'ombra dei pini." Ma nemmeno in montagna trovò pace. «Che vivere è questo? Sempre da sola!», si diceva dopo che il sole tramontava e la notte arrivava. Una sera, con la faccia tutta piena di lacrime, vide lontano una grotta illuminata da una debole luce. «Dormirò là dentro!» e si mise a correre. Correva come se qualcuno la attirasse. «Chi sei?», le domandò una voce appena fu entrata. «Sono una pecora che nessuno vuole: una pecora nera! Mi hanno buttata fuori dal gregge». «La stessa cosa è capitata a noi! Anche per noi non c'era posto con gli altri nell'albergo. Abbiamo dovuto ripararci qui, io Giuseppe e mia moglie Maria. Proprio qui ci è nato un bel bambino. Eccolo!». La pecora nera era piena di gioia. Prima di tutte le altre poteva vedere il piccolo Gesù. «Avrà freddo; lasciate che mi metta vicino per riscaldarlo!». Maria e Giuseppe risposero con un sorriso. La pecora si avvicinò stretta stretta al bambino e lo accarezzò con la sua lana. Gesù si svegliò e le bisbigliò nell'orecchio: «Proprio per questo sono venuto: per le pecore smarrite!».
La pecora si mise a belare di felicità. Dal cielo gli angeli intonarono il «Gloria».
 Racconti di Natale, ediz. Aquaviva
Angelillo D'Ambrosio



martedì 3 dicembre 2013

Aforismi Educazione

Cosa fai per prima cosa quando impari a nuotare? Fai degli errori, non è vero? E cosa accade? Fai altri errori, e quando tu hai fatto tutti gli errori che è possibile fare senza affogare – e alcuni di loro anche più e più volte – cosa scopri? Che sai nuotare? Bene – la vita è la stessa cosa che imparare a nuotare! Non aver paura di fare degli errori, perché non c’è altro modo per imparare come si vive. (Alfred Adler)

Ci sono due lasciti durevoli che possiamo dare ai nostri figli. 
Uno sono le radici. L'altro sono le ali. (Hooding Carter Jr)

Si educa con ciò che si dice,
più ancora con ciò che si fa
e ancora di più con ciò che si è. (Sant'Ignazio di Antiochia [attribuita*])

L'educatore deve avere ben chiaro che la massima efficacia non viene da come egli parla, bensì da ciò che egli stesso è e fa. (…) Si può dire che il primo fattore è ciò che l'educatore è; il secondo è ciò che
l'educatore fa; solo il terzo è ciò che egli dice" (Romano Guardini)

L'uomo contemporaneo ascolta più volentieri i testimoni che i maestri, o se ascolta i maestri lo fa perché sono dei testimoni. (Paolo VI, Evangelii nuntiandi, 1975)

É meglio tacere ed essere, che dire e non essere. É bello insegnare se chi parla opera. Uno solo è il Maestro che ha detto e ha fatto e ciò che tacendo ha fatto è degno del Padre. (Sant'Ignazio di Antiochia, Lettera agli Efesini X,1)

Bisogna non solo chiamarsi cristiani, ma esserlo. (Sant'Ignazio di Antiochia, Lettera ai Magnesi IV,1)

Vivi con quelli che possono renderti migliore e che tu puoi rendere migliori. C’è un vantaggio reciproco, perché gli uomini, mentre insegnano, imparano. (Lucio Anneo Seneca)

Non potreste mai fallire su tutta la linea [...], una certa dose di fallimento nella vita è inevitabile. È impossibile vivere senza sbagliare nulla, a meno che non viviate in modo così prudente da non vivere del tutto – in quel caso, avrete fallito in partenza. (J.K. Rowling)


I fanciulli non sono vasi da riempire, ma fuochi da accendere [attribuita a Socrate]  (Plutarco (46 / 48 d.C. – 125 /127), scrittore, storico e filosofo greco) [ripresa da William Butler Yeats: "Educare non significa riempire un secchio, ma accendere una fiamma".]