venerdì 22 ottobre 2010

Dio contraccambia con tenerezza infinita


L’abbé Caffarel, in uno dei suoi quaderni sulla preghiera, riporta questa testimonianza. Un papà aveva una bambina di nove anni che era un tesoro, si chiamava Monique.
Una sera il babbo le dice: «Monique, come va la tua lezione? È tutto pronto per domani?». «Sì», risponde Monique con un po’ dì esitazione. Ma non era vero.
Alle undici il papà era solito entrare pian piano nella stanza dei suoi ragazzi per dare un’occhiata, e vede vicino al letto di Monique la sua lavagna, con scritto un messaggio proprio per lui. Monique l’aveva fatto prima di mettersi a letto.
C’era scritto: «Papà, ti chiedo perdono, perché ho mentito; non è vero che la lezione era pronta. Ti chiedo perdono di averlo fatto, e cercherò di non fare mai più così. Ho molta pena, avrei preferito dire la verità, ma non voglio dire ora tante cose per non farti soffrire. Svegliami pure se vuoi, per parlare insieme della cosa. Buona notte, papà. Monique».
Il papà, dopo aver letto, cancella la lavagna e scrive la sua risposta; così: «Mia piccola cara Monique, io ti voglio tanto bene, perché mi hai scritto per chiedermi perdono. Io ti perdono con molta gioia e molto volentieri, perché ho capito che mi chiedi perdono perché mi ami. Certo non è bene dire le bugie, ma siccome tu lo confessi e mi domandi perdono, tutto è cancellato come se non l’avessi fatto. E sappi che tutte le volte che tu avrai pena di avermi dato una pena e me ne chiederai perdono, io ti perdonerò sempre, anche se succedesse molte volte. Il buon Dio fa così con noi, perché ci ama.
Ho scritto questa lettera, perché tu la trovi subito appena ti svegli, e sappia subito che ti ho perdonato. Ti amo tanto, mia piccola Monique. Continua a fare molti sforzi per essere buona. Ti abbraccio con tutte le mie forze. Papà».

Questo grazioso quadretto di vita familiare ci mostrano come il sacramento del perdono sia la gioia di Dio, perché è anche la nostra gioia. Ma bisogna capirlo bene.
Noi ci buttiamo nelle braccia di Dio e confessiamo i nostri peccati per un solo motivo, perché amiamo Dio; e Dio contraccambia con la sua tenerezza infinita. Anche se fossimo molto peccatori, anche se i nostri peccati fossero dei delitti, Dio non si stancherebbe mai di perdonare, perché non si stanca mai di amare.
Da: "Confessione festa del pedono", Torino LDC, p. 32 - 33 
Andrea Gasparino, presbitero Salesiano italiano

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