domenica 17 novembre 2024

Senza umiltà non si può essere santi


L'umiltà è essenziale per la santità. Per convincersi della santità di qualcuno potrebbe esser sufficiente cogliere i tratti caritatevoli e apparentemente benevoli di atteggiamenti, parole e gesti anche quando insieme rivelano arroganza e superbia? Certamente no. In un episodio della sua vita, San Filippo Neri dimostra che la miglior prova della santità è l’umiltà...


In un convento di Roma viveva una monaca che godeva fama di grande santità. Correva voce fra il popolo che la religiosa, arricchita di doni celesti, conoscesse il futuro ed operasse prodigi meravigliosi.

Quando il Papa venne a conoscenza di questo, mandò Padre Filippo in quel convento, perché vedesse che cosa vi fosse di vero sulle virtù taumaturgiche della religiosa.

In quei giorni era piovuto molto e le strade erano tutte fangose, sicché Filippo arrivò al monastero con le scarpe tutte insudiciate di fango. Ivi chiese subito di parlare con la monaca creduta santa, la quale, appena scesa in parlatorio, con un profondo inchino, disse: “In che posso servirla?”.

Il Santo, che stava comodamente sdraiato sulla poltrona, senza neppure rispondere al saluto, le porse il suo piede dicendo: “Prima di tutto, reverenda madre, la pregherei di togliermi queste scarpe infangate e poi di pulirmele per bene”.

La monachella si tirò indietro inorridita e, con parole molto risentite, fece le sue rimostranze contro un modo di procedere così villano, dicendo: “Mi meraviglio come voi vi permettete di farmi simili proposte”; Filippo tacque e alzatosi tranquillamente uscì dal convento per ritornare a casa.

Presentatosi il giorno dopo dal Papa, per riferire sul risultato della sua missione, disse: “Beatissimo Padre, quella monaca certamente non è una santa e non fa miracoli, perché le manca la virtù fondamentale”.

San Filippo Neri,  Roma, Ed. Il Villaggio del fanciullo, 1986, pp. 106-107

Oreste Cerri (1909 - 1996), presbitero e scrittore italiano

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