giovedì 9 gennaio 2025

Siamo fatti per vivere

Siamo fatti per vivere. I lutti ci gettano nel vuoto, ma in quella disperazione c’è la luce del passato...

Non siamo fatti per morire, ma per nascere, affermava Hannah Arendt. Tuttavia la nostra vita inizia a morire già con il suo primo respiro. Non solo perché la morte è il destino inesorabile che ci attende alla fine della vita, ma perché in ogni istante della nostra vita c’è qualcosa che si perde, si stacca, si separa da noi stessi, scompare. In questo senso la morte non è, come ricordava Heidegger, l’ultima nota della melodia dell’esistenza che ne chiude il movimento, ma una “imminenza sovrastante” che ci accompagna da sempre. Questa imminenza sovrastante della morte definisce propriamente la forma umana della vita. L’esistenza di un fiore o di un animale vive senza conoscerla. Il fiore e l’animale sono, infatti, espressioni di una vita eterna. Anch’essi sono destinati a perire, ma la loro vita non conosce l’assillo e il pensiero della morte. La vita animale è vita sempre piena di vita, vita che non conosce la ferita della finitezza o, meglio, che non conosce la finitezza come ferita necessariamente mortale della vita. L’uccello nel cielo, come il giglio nei campi, per riprendere una nota immagine evangelica, non conoscono l’erosione del tempo perché vivono in un eterno presente, in un solo grande “oggi”. Essi hanno deposto ogni forma di attesa, non restano sotto il peso incombente della fine perché il loro beato magistero ha sospeso il divenire del tempo in un “adesso” che non si lascia corrompere dal divenire delle cose. La vita animale, come quella vegetale, non esclude affatto la fine – il cane, come il fiore, perisce, la sua esistenza, come quella umana, ha “i giorni contati”, come direbbe il Qoèlet biblico –, tuttavia non conosce affatto la morte come destino incombente in ogni momento della vita, come possibilità sempre possibile o come impossibilità di tutte le nostre possibilità. Per questa ragione nella loro forma di vita – la vita piena di vita, vita che coincide con se stessa – non vivono la separazione da se stessi, non vivono né lo struggimento del desiderio né la pena della mancanza dalla quale esso sorge. 

Nella forma umana della vita la morte è in primo piano: la morte di un essere umano avviene sempre troppo presto, sempre in anticipo, ingiustamente prematura. Anche un anziano che muore incarna l’ingiustizia della fine, la terribile legge del tempo alla quale non possiamo sottrarci. Mentre il re dei camosci raccontato da Erri De Luca ne Il peso della farfalla si isola dal branco per andare incontro con saggezza istintuale al suo destino, la vita umana tende a rifiutare il tempo della morte, vorrebbe poter vivere senza considerare la presenza della morte. Tuttavia, come sappiamo, la sua necessità ineluttabile si combina con la sua contingenza imprevedibile. La nostra vita finirà di sicuro nelle braccia della morte, ma nessuno di noi può sapere quando. L’evento della morte è certo e incerto nello stesso tempo. È una delle ragioni, come Heidegger ha insegnato, che definisce l’angoscia come la nostra condizione affettiva fondamentale.

La luce delle stelle morte. Saggio su lutto e nostalgia

Massimo Recalcati

sabato 4 gennaio 2025

Signore, non ho tempo...

Sono uscito, Signore: 

fuori tutti andavano, venivano,

camminavano, correvano. 

Correvano le bici, le macchine, 

i camion, la strada, la città, tutti...

“Arrivederci, scusi... non ho tempo!” 

“Termino questa lettera perché non ho tempo!”

“Avrei voluto aiutarti... ma non ho tempo!”

Non posso accettare perché non ho tempo!

Non posso riflettere, leggere, non ho tempo!

Vorrei pregare, ma non ho tempo!

Tu comprendi Signore, vero? ...non abbiamo tempo! 

Il bambino gioca: non ha tempo subito ...più tardi! 

Lo scolaro deve fare i compiti: non ha tempo ...più tardi! 

Lo studente ha un sacco di lavoro: non ha tempo ...più tardi! 

Il giovane ha gli allenamenti da fare: non ha tempo ...più tardi! 

Lo sposo novello ha la casa da arredare: non ha tempo ...più tardi!

Il padre di famiglia ha i bambini: non ha tempo ...più tardi! 

I nonni hanno i nipotini: non hanno tempo ...più tardi! 

Sono malati! Hanno le loro cure: ...non hanno tempo ...più tardi!

Sono moribondi, non hanno ...troppo tardi ...non hanno più tempo!

Signore, tu che sei fuori del tempo 

sorridi nel vederci lottare col tempo. 

Tu sai quello che fai e non ti sbagli quando distribuisci il tempo agli uomini. 

Stasera ti chiedo di fare coscienziosamente nel tempo che tu mi dai, 

quello che Tu vuoi che io faccia!


Meo Bessone (1948 - 2020), presbitero cattolico italiano


mercoledì 1 gennaio 2025

Preghiera per l' ultimo giorno dell'anno

Signore,

alla fine di questo anno voglio ringraziarti

per tutto quello che ho ricevuto da te,

grazie per la vita e l’amore,

per i fiori, l’aria e il sole,

per l’allegria e il dolore,

per quello che è stato possibile

e per quello che non ha potuto esserlo.


Ti regalo quanto ho fatto quest’anno:

il lavoro che ho potuto compiere,

le cose che sono passate per le mie mani

e quello che con queste ho potuto costruire.


Ti offro le persone che ho sempre amato,

le nuove amicizie, quelli a me più vicini,

quelli che sono più lontani,

quelli che se ne sono andati,

quelli che mi hanno chiesto una mano

e quelli che ho potuto aiutare,

quelli con cui ho condiviso la vita,

il lavoro, il dolore e l’allegria.


Oggi, Signore, voglio anche chiedere perdono

per il tempo sprecato, per i soldi spesi male,

per le parole inutili e per l’amore disprezzato,

perdono per le opere vuote,

per il lavoro mal fatto,

per il vivere senza entusiasmo

e per la preghiera sempre rimandata,

per tutte le mie dimenticanze e i miei silenzi,

semplicemente… ti chiedo perdono.


Signore Dio, Signore del tempo e dell’eternità,

tuo è l’oggi e il domani, il passato e il futuro, 

e, all’inizio di un nuovo anno,

io fermo la mia vita davanti al calendario ancora da inaugurare

e ti offro quei giorni che solo tu sai se arriverò a vivere.


Oggi ti chiedo per me e per i miei la pace e l’allegria,

la forza e la prudenza,

la carità e la saggezza.


Voglio vivere ogni giorno con ottimismo e bontà,

chiudi le mie orecchie a ogni falsità,

le mie labbra alle parole bugiarde ed egoiste

o in grado di ferire,

apri invece il mio essere a tutto quello che è buono,

così che il mio spirito si riempia solo di benedizioni

e le sparga a ogni mio passo.


Riempimi di bontà e allegria

perché quelli che convivono con me

trovino nella mia vita un po’ di te.


Signore, dammi un anno felice

e insegnami e diffondere felicità.


Nel nome di Gesù, amen.