giovedì 27 novembre 2025

I benefici del cristianesimo

Grandissimi furono in tutti i tempi i benefici che il clero e la religione cristiana apportarono all'umanità.

La carità, virtù assolutamente cristiana e sconosciuta agli antichi, è cominciata da Cristo. E per carità i suoi discepoli, gli Apostoli, si distinsero, conquistando i cuori. I primi cristiani, allevati a questa santa virtù, mettevano in comune i loro beni per soccorrere i bisognosi, i malati, i viandanti. E così cominciarono gli ospedali. Quando la Chiesa divenne piú ricca, fondò per i nostri mali, ospizi degni di essa; e da questo momento le opere di misericordia non ebbero piú fine: vi fu come un traboccamento di carità sui miserabili sino allora abbandonati senza conforto e senza soccorso dai felici del mondo.

Consacrare la vita a consolare i nostri dolori, a curare le nostre piaghe è il primo dei benefici che la Chiesa ha fatto alla povera e travagliata umanità. Il secondo è di illuminarci. Sono stati i preti che ci hanno guarito dall'ignoranza, e che da secoli e secoli si sono sepolti nella polvere delle scuole per levarci fuori dalla barbarie. Dicono che i preti non amano la luce della scienza. Quale ingratitudine! Sono stati essi che ce ne hanno aperte le fonti. Essi non hanno pensato ad altro che a farci partecipare alle scoperte che facevano, con pericolo della vita, nelle ruine della scienza greca e romana.

Il benedettino che sa tutto, il gesuita che conosce la scienza e il mondo, il dottore delle università medievali meritano forse meno riconoscenza degli umili fraticelli che si prodigavano nell'insegnamento gratuito dei poveri? Tutte le università europee furono fondate da principi cristiani o da vescovi o da preti; e i preti vi hanno insegnato per molti secoli. Nel 540 della nostra era San Benedetto fondò a Montecassino quel chiostro celebre che ebbe una triplice gloria, di convertire l'Europa, di lavorare le terre, di riaccendere la fiaccola spenta del sapere. E mentre gli ordini religiosi lavoravano all'educazione della gioventù, alla scoperta dei manoscritti, all'interpretazione delle antichità, i pontefici romani, prodigando onori e ricompense ai dotti, proteggevano la rinascita delle arti, della filosofia, delle lettere. Una grande gloria per la Chiesa è che un secolo sia stato chiamato, dal nome di un papa, il secolo di Leone X. Coloro che dipingono il cristianesimo come retrivo, come nemico dei lumi e del progresso, contraddicono a tutte le testimonianze storiche, che ci dicono che il progresso si è fatto anzi sul Vangelo. La Roma cristiana fu per il mondo odierno quel che la Roma pagana era stata per il mondo antico: il legame universale. Il padre spirituale, posto in mezzo ai popoli, univa da Roma in un solo popolo tutti i popoli della terra.

E dunque una cosa incontrovertibile che l'Europa debba al papato la sua civiltà, una parte, la piú ragguardevole e savia, delle sue leggi, e quasi tutte le scienze e le arti.

Dobbiamo anche al clero il rinnovamento dell'agricoltura in Europa. Dissodamento di terre, aperture di strade, ingrandimento di villaggi, costruzioni di edifici e fattorie, manifatture, commerci, leggi civili e politiche, tutto ci è venuto dalla Chiesa. I nostri padri erano dei barbari a cui la Chiesa ha dovuto insegnare ogni cosa, e sin l'arte di nutrirsi. La maggior parte dei lasciti e delle concessioni di terre fatte ai monasteri erano poderi selvaggi che i monaci dovettero bonificare e coltivare con le loro stesse mani. Foreste impraticabili, paludi malsane, vasti deserti, furono pian piano ridotti a terreni ricchi e fertilissimi. Montecassino, per esempio, non era che una squallida solitudine, seminata di spini e di sassi, quando San Benedetto ne fece il luogo del suo ritiro.

Dopo poco tempo, grazie al lavoro dei frati, quel deserto cambiava faccia, e la nuova abbadia divenne così ricca che nel 1057 potette difendersi da sola contro i Normanni che volevano saccheggiarla.

I monasteri, durante le barbarie medievali, erano i soli luoghi dove i viaggiatori potessero trovare i viveri e un rifugio contro le intemperie. Questa ospitalità era grandemente in onore presso i religiosi, e parecchi ordini, detti appunto ospitalieri, vi si consacravano espressamente. In questa specie di alberghi s'accoglievano con le stesse premure i re e i poveri, e si credeva di far molto onore ai principi che vi erano ospitati, proponendo loro di far qualche cosa in favore dei poveri che per caso si trovavano insieme con loro sotto lo stesso tetto. Fu così che il cardinale di Borbone servì a tavola, nell'abbadia di Roncisvalle, trecento pellegrini.

I monaci furono i primi che si consacrarono alle arti meccaniche e al commercio. I terziari di San Francesco facevano stoffe nel tempo stesso che curavano i malati e imparavano a leggere ai figli del povero. I Geronimiti in Spagna esercitavano parecchie manifatture. Quasi tutti i frati erano muratori, e costruivano da sè le loro chiese e i loro conventi. Essi istituirono le prime fiere. Facevano il vino; esportavano il grano; vendevano la cera, la pergamena, il lino, la seta, le oreficerie, le tappezzerie. Altri frati coltivavano le belle arti: erano pittori, scultori, architetti, musicisti.

François-René de Chateaubriand (1768 - 1848), scrittore, politico e diplomatico francese



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