venerdì 12 settembre 2025

Costruire la pace


Come cristiani, oggi più che mai, abbiamo il dovere morale di rifiutare la guerra come “necessità politica o nazionale” e promuovere invece la pace come esigenza spirituale e di sopravvivenza. La pace inizia sempre dal cuore. Richiede tempo, fatica, lacrime. Ma resta la nostra unica speranza come individui, popoli e specie umana.

«Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio» (Mt 5,9). Essere figli di Dio significa desiderare non ciò che vogliamo noi, ma ciò che vuole Dio. Significa abbracciare la giustizia anche quando è scomoda, ed essere pronti a condividere equamente le risorse del mondo, non solo con i privilegiati, ma con ogni essere umano.

Costruire la pace è difficile e spesso non gratificante. Ma è l’unica strada per sanare le fratture del mondo. Solo togliendo gli ostacoli alla pace, alleviando la sofferenza, sanando le ingiustizie e custodendo il creato, potremo davvero dire che Dio è con noi (Emmanuele). Solo così saremo degni di sentire le parole: «Beati i miti, perché erediteranno la terra» (Mt 5,5), e: «Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il Regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo» (Mt 25,34).

Cari amici, questa è l’unità nella pace che celebriamo oggi. Questa è la pace che dobbiamo proporre al mondo. Ed è questa la pace che il mondo deve vedere in noi. Cristo è in mezzo a noi!

Discorso all'evento ecumenico “Time for God’s Peace”, Stoccolma, 12 Agosto 2025

Bartolomeo I, Patriarca di Costantinopoli della Chiesa ortodossa

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