giovedì 6 febbraio 2025

Il passaggio si chiama Pasqua

Cristo aveva trovato lui l’immagine dicendo: “Io sono la porta”. La porta è una di qua e una di là. La terra, il visibile, il sensibile, il tempo, lo spazio è di qua; il cielo, l’invisibile, l’invisibile, l’eterno, l’infinito è al di là. Ma tutto è unito, conseguente, logico, vero. La porta che è il Cristo domina nello stesso tempo il di qua e il di là col suo amore che al di qua è crocifisso e al di là è glorioso. Per divenire immortali ed entrare nella gloria del Cristo Risorto ogni uomo deve passare quella porta e chi apre e chiude è il Signore come dice l’Apocalisse: “Se io apro nessuno chiude”. Il passaggio si chiama Pasqua e il primo a passare è stato il Cristo Signore. Difatti si dice: “Questa è la Pasqua del Signore”. Tutto il di qua della porta ha un significato, lo puoi capire solo in funzione e nello sviluppo dell’al di là. Senza questo rapporto, questa continuità non puoi afferrare il reale, consumi la tua vita senza vedere. Le cose che sono nel tempo senza un riferimento all’eterno non acquistano significato: sono come il nulla, foglie che seccano […]. 

La risurrezione di Cristo dà significato e vita ad ogni creatura creata dal Padre e realizzata in vista di Lui e per Lui. E anche per lei creatura ci sono due  volti: il volto crocifisso di qua, glorioso di là. Nessun uomo può sfuggire a questa realtà ed è per questo che la morte ha un volto doloroso nella realtà e glorioso nella speranza. Il passaggio è sempre una prova tremenda come il vedere che il mare si apre. Così fu per il Popolo di Dio, così è per noi. C’è sempre un’attesa dolorosa ed una luce improvvisa. L’attesa è tua, la luce è di Dio. Ed è gratuita. Non puoi mai dire che te la sei meritata… anzi! Nessun merito ha il potere di aprire la porta. È solo la gratuità dell’amore di Dio che può qualcosa su quella invalicabile serratura.

Io, Francesco

Carlo Carretto

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