venerdì 3 aprile 2009

L'Eucaristia "memoria sovversiva"...

La Chiesa deve comprendersi e dimostrarsi co­me la testimone pubblica e la trasmetti trice di una memoria sovversiva di libertà in mezzo ai "sistemi" della nostra società protesa verso l'emancipazione. Questa tesi si fonda sulla memo­ria come forma fondamentale di espressione del­la fede cristiana e sulla portata centrale e peculia­re che in essa detiene la libertà. Nella fede noi cristiani attuiamo la memoria passionis, mortis et resurrectionis Jesu Christi; credendo che ci ricor­diamo del testamento del suo amore, nel quale il Regno di Dio appare in mezzo agli uomini pro­prio per il fatto che i potenti hanno incominciato ad essere abbattuti, che Gesù ha aderito al parti­to di coloro che non si mettono in vista, sono ra­diati ed oppressi proclamando così questo Regno di Dio che viene come potenza liberatrice di un amore assoluto. Questa memoria Jesu Christi non è un ricordo che dispensi illusoriamente dal­le audacie del futuro. Non è come una specie di controfigura borghese della speranza. Al contra­rio, in essa si attua precisamente una certa antici­pazione del futuro, appunto di un futuro per co­loro che sono senza speranza, per i falliti e gli op­pressi. E in questo modo si rivela come una me­moria sovversiva e liberatrice che minaccia e mette in discussione il nostro tempo, perché in essa noi evochiamo non un qualsiasi futuro aper­to, ma proprio questo futuro per dovere del qua­le ci costringe a trasformarci senza posa. Ma que­sta precisa memoria rompe l'incanto della co­scienza dominante. Essa si rapporta alla storia non soltanto come ad uno schermo di proiezione di interessi presenti. Essa mobilita la tradizione come tradizione sovversiva e quindi come poten­za critica liberatrice di fronte alla unidimensionalità della coscienza dominante e alla sicurezza di coloro la cui ora è da sempre scoccata (Gv 7,6).
Essa solleva continuamente il sospetto che le co­siddette "strutture di plausibilità di una società (P. Berger) non siano altro che dei contesti di ac­cecamento" (K. Marx). Essa inoltre si rifiuta di commisurare la rilevanza della sua critica con quanto "un vecchio uomo d'affari un po' inson­nolito dopo il pranzo" ritiene ragionevole e rile­vante, e che non di rado funge da criterio segreto di razionalità e di senso della realtà. La fede cri­stiana, secondo me, può e deve essere considera­ta come una tale memoria sovversiva, e la Chiesa in certo modo è la forma della sua manifestazio­ne pubblica.

G. Metz, L'avvenire della Chiesa, Bruxelles 1970, Brescia, Ed. Queriniana, 1970

1 commento:

  1. ...il memoriale eucaristico deve poter divenire una santa "memoria sovversiva" nei confronti della Chiesa come nei confronti del mondo.
    La Chiesa — che come l'Eucaristia è il corpo di Cristo nella storia, la carne di Dio nel mondo — la Chiesa, che noi tutti siamo, deve incarnare in sé questo compito di liberazione che il sacramento eucaristico le innesta anzi le innesca dentro [...].
    Con l'Eucaristia nel cuore e nelle membra ogni comunità cristiana termina di essere "Chiesa -archivio" — come spesso purtroppo si presenta nell'ambiente in cui vive — per divenire definitivamente "Chiesa - fermento", "Chiesa - speranza", "Chiesa - cantiere di lavoro".

    Antonio Fallico, "Eucaristia comunione trinitaria e comunità ecclesiastica", Milano, Ed. Paoline, 1986, pp 45.47

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