venerdì 3 aprile 2009

Eucaristia "memoriale" biblico

Questa "memoria" non va intesa nel debole senso della categoria occidentale, secondo la quale essa designa il movimento dal presente al passato per una sorta di dilatazione dello spirito ("extensio animi ad praeterita"), ma è in senso esattamente inverso il "memoriale" biblico, anamnesis, mnemosunon, ziccaron, azkarah, indicante il movimento che dal passato raggiunge il presente e grazie al quale, nella forza dello Spirito divino, l'evento salvifico unico e definitivo viene reso contemporaneo alla comunità celebrante, vivo ed efficace per essa. Nel memoriale eucaristico gli eventi della Pasqua non sono solo ricordati, ma — in e attraverso questo ricordo celebrante — sono resi presenti, attualizzati, per cui — senza nulla perdere della loro singolarità irripetibile, — raggiungono l'oggi concreto e lo contagiano della loro potenza, facendone un oggi di grazia, un'ora di salvezza per chiunque accolga il dono nella gratitudine della fede. Ed insieme, la memoria dell'evento salvifico fontale si offre carica della promessa in esso contenuta: il memoriale della Pasqua è allo stesso tempo memoriale della "patria", memoria anticipatrice della meta futura, sempre intravista e mai pienamente posseduta. Avviene così che nella celebrazione del memoriale eucaristico la Chiesa è generata ed espressa e cresce verso il suo compimento. L'Eucaristia edifica la Chiesa in Corpo di Cristo: e ciò perché è, nello Spirito, la memoria viva della sua origine, il memoriale del suo presente e la memoria anticipatrice del suo avvenire.

Bruno Forte, Corpus Christi, Ed. D'Auria, Napoli 1982, pp. 16-17

1 commento:

  1. È in questa accezione non sterile né statica, ma sempre feconda e fortemente dinamica, che bisogna leggere e far proprio l'anelito del Signore Gesù espresso al termine dell'istituzione dell'Eucaristia: "Fate questo in memoria di me".
    La memoria dell'evento salvifico che ci raggiunge, ci contagia per attualizzarsi in noi è la memoria del mistero pasquale: la Trinità attraverso l'offerta obla-tiva di Cristo ci fa "passare" dalla schiavitù d'Egitto alla Terra promessa, ossia dal peccato alla grazia, dalla ribellione alla comunione, dall'egoismo al servizio.
    Non archiviamo la memoria eucaristica. Non inscatoliamo l'ostia nel tabernacolo. Non mummifichiamo Gesù Eucaristia.
    L'impegno di noi cristiani consiste nel fare del sacramento eucaristico un evento dalla portata rivoluzionaria sia nei confronti della nostra situazione personale sia nei confronti della situazione socio-culturale e politica che ci circonda.
    L'Eucaristia non è un boccone di pane consacrato da ingoiare all'alba o al tramonto di ogni giorno o alia fine della settimana, ma un elemento scomodo, un fermento profetico che ci lievita dentro e ci stimola a lievitare di vangelo l'ambiente circostante, una forza propulsiva che spinge in avanti la storia, un forte contatto di amore che provoca una mentalità nuova per una nuova qualità di vita.

    Antonio Fallico, "Eucaristia comunione trinitaria e comunità ecclesiastica", Milano, Ed. Paoline, 1986, pp 45.47

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