mercoledì 28 aprile 2010

Aforismi Dio


Io credo nel Dio che ha creato gli uomini, non nel Dio che gli uomini hanno creato. (Alphonse Karr)

Il caso è lo pseudonimo di Dio quando non si firma personalmente. (Anatole France)

Credo nel sole, anche quando non splende; 
credo nell'amore, anche quando non lo sento; 
credo in Dio, anche quando tace.
(parole scritte sul muro di una cantina di Colonia, dove alcuni ebrei si nascosero per tutta la durata della guerra)

Una volta che si comincia a camminare con Dio, si continua semplicemente a camminare e la vita diventa un'unica, lunga passeggiata. (Etty Hillesum)

Vuoi conoscere Dio? Impara conoscere te stesso.  (Evagrio Pontico, Filocalia I)

Non parlare di Dio a chi non te lo chiede. Ma vivi in modo tale che gli venga il desiderio di chiedertelo. (San Francesco di Sales)

Di Dio non sappiamo nulla. Ma questo non-sapere è un non-sapere di Dio. Come tale è l'inizio del nostro sapere di lui. L'inizio, non la fine. (Franz Rosenzweig, La stella della redenzione)

Una volta il demonio mi disse: «anche Dio ha il suo inferno: che è il suo amore per gli uomini». E di recente lo intesi soggiungere queste parole: «Dio è morto per la sua compassione verso gli uomini». (Friedrich Nietzsche, Così parlò Zarathustra)

Colui che può negar Dio davanti a una notte stellata, davanti alla sepoltura de’ suoi più cari, davanti al martirio, è grandemente infelice o grandemente colpevole (...) Il primo ateo fu senz’alcun dubbio un uomo che aveva celato un delitto agli altri uomini e cercava, negando Dio, di liberarsi dell’unico testimone a cui non poteva celarlo. (Giuseppe Mazzini, Doveri dell'uomo)

La perfetta conoscenza di Dio consiste nel sapere che egli esiste, che non può essere ignorato, ma che, nonostante tutto, è inesprimibile e indicibile. (Ilario di Poitiers) 

Chi è Dio per me? É domanda molto grande! Se guardo il mondo, le altre persone, gli amici o le guerre, le carestie, le ingiustizie, ti viene da pensare: questo pianeta solitario con i suoi orrori non può essere la risposta finale. Se lo è, allora voglio sparire, ora! (Mel Gibson)

Dio è capace di scrivere dritto anche sulle nostre righe storte. (Jacques Bossuet)

Ho detto al mandorlo: fratello, parlami di Dio. Ed il mandorlo è fiorito. (Nikos Kazantzakis, Zorba il greco)

La religione consiste nel credere che tutto quello che ci accade è straordinariamente importante. Non potrà mai sparire dal mondo, proprio per questa ragione.
(Cesare Pavese, Il mestiere di vivere)

La mente dell’uomo pensa molto alla sua via, ma il Signore dirige i suoi passi. (Proverbi 16,9)

Chi si mette in cerca di Dio lo ha già trovato. (Proverbio italiano)

L'uomo progetta e Dio ride. (Proverbio yiddish)

L'uomo si agita, Dio lo conduce. (Proverbio francese)

Tutto il sapere è in Dio. Ma il sapere di Dio è come un fiume d'acqua che corre verso il mare, è Dio la fonte, gli uomini l'oceano, non valeva la pena di aver creato tanto universo se non dovesse essere così. (José Saramago)

E l’Imam Alì (as) disse: «In verità alcuni adorano Iddio per brama (del Paradiso), e questo è il culto dei mercanti, e alcuni Lo adorano per paura (dell’Inferno), e questo è il culto degli schiavi, altri invece Lo adorano per gratitudine, e questo è il culto dei nobili». (Nahju-l-balagah, 197)

La nostra idea di Dio ci dice più di noi stessi che di Lui. (Thomas Merton)

martedì 27 aprile 2010

Dio ci vizia

In tutto il mondo la gente dice che Madre Teresa sta viziando i poveri dando loro tutto gratuitamente. In un congresso a Bangalore, una volta, una suora mi disse: «Madre Teresa lei vizia i poveri dando loro le cose senza chiedere nulla. Stanno perdendo la dignità». Quando tutti si furono chetati dissi con calma: «Nessuno ci vizia più di Dio stesso. Guardate i doni meravigliosi che ci ha fatto gratuitamente. Nessuno di voi qui porta gli occhiali eppure ci vedete tutti. Se Dio avesse chiesto denaro per la vostra vista, che cosa sarebbe successo? Respiriamo in continuazione e viviamo di ossigeno, senza spendere niente. Che cosa avverrebbe se Dio dicesse - «Se lavorate quattro ore avrete luce del sole per due ore? - Quanti di noi potrebbero sopravvivere?». E poi soggiunsi: «Ci sono tanti istituti che viziano i ricchi; è bene che ci sia anche una Congregazione in favore dei poveri, che vizi i poveri». Ci fu un profondo silenzio e nessuno disse più una parola.

domenica 25 aprile 2010

Un chiodo

Un chiodo.
Chi ci vede metallo,
chi un pericolo,
chi del dolore,
chi un elemento che unisce,
chi non riesce a ribatterlo,
ma difficilmente ci si vede l'invenzione
e colui che lo ha sognato, pensato, realizzato.
La morale... trovane una che ti vada bene.

Fabrizio Albi

venerdì 23 aprile 2010

Il costo di un miracolo

Un giorno una bambina di 8 anni ascoltò sua madre e suo padre parlare di suo fratello Andrew.

Ella sapeva solo che suo fratello era molto malato e che la sua famiglia non aveva denaro.
Solo un'operazione costosa poteva salvare Andrew.

Ascoltò che suo padre stava cercando di avere un prestito ma non l'otteneva.
Ascoltò suo padre mormorare con gli occhi pieni di lacrime "solo un miracolo può salvarlo" .

Tess andò nella sua stanza e tirò fuori un salvadanaio che manteneva nascosto nell'armadio. Vuotò tutto il suo contenuto a terra e contò accuratamente. Contò una seconda volta, una terza! Quindi pose nuovamente tutte le monete nel salvadanaio, lo nascose e fuggì per la porta posteriore, camminando per sei isolati, fino alla farmacia.
Aspettò pazientemente il suo turno.
Il farmacista sembrava molto occupato al momento e non gli prestava attenzione.
Tess mosse il piede facendo un rumore, niente.
Si rischiarò la gola col peggior suono che potesse produrre, niente.
Finalmente, tirò fuori una moneta e la battè con forza "Che cosa desideri? - gli domandò il farmacista con un tono abbastanza sgraziato - sto parlando con mio fratello che è appena arrivato da Chicago e che non vedevo da anni..."
"Bene, io voglio parlarti di mio fratello - gli rispose Tess nello stesso tono del farmacista - ...è molto malato e voglio comprare un miracolo ".
"Che cosa?" disse il farmacista
"Il suo nome è Andrew e ha qualcosa che gli sta crescendo dentro la testa e mio padre dice che solo un miracolo può salvarlo. Quindi, quanto costa un miracolo?"
"Qui non vendiamo miracoli, piccola. Mi dispiace, ma non posso aiutarti" gli rispose il farmacista ora in un tono più dolce.
"Guardi, io ho il denaro per pagarlo. Se non è sufficiente, mi procurerò il resto. Mi dica solo quanto costa".
Il fratello del farmacista era un uomo elegante. Si inchinò e domandò alla bambina: "Di che tipo di miracolo ha bisogno tuo fratello?"
"Non lo so - rispose Tess sul punto di piangere - solo che è molto malato e mia mamma dice che ha bisogno di un'operazione. Ma mio papà non può pagarla cosichè io voglio usare il mio denaro".
"Quanto denaro hai?" le domandò l'uomo di Chicago .
"Un dollaro e undici centesimi - rispose Tess con una voce che quasi non si capiva - è tutto il denaro che ho, ma posso ottenere di più se ne hai bisogno".
"Che coincidenza - disse l'uomo sorridendo - un dollaro e undici centesimi, giusto il prezzo di un miracolo per fratelli minori". Prese il denaro in una mano e con l'altra prese la bambina per il braccio e le disse: "Portami a casa tua ".
Quell’uomo di buona apparenza era il Dott. Carlton Armstrong, un chirurgo specialista in neurochirurgia.
L'operazione fu eseguita senza spese ed in poco tempo Andrew era di ritorno a casa ed in buona salute.
Quell'operazione chirurgica - disse sua madre - fu un vero miracolo.
Si domandò quanto sarebbe costato.
Tess sorrise. Ella sapeva esattamente quanto costava un miracolo, un dollaro e undici centesimi più la fede di una bambina.
Un miracolo non è la sospensione della legge naturale, bensì l'intervento di una legge più alta.

mercoledì 21 aprile 2010

Bisogna correre i rischi...

A ridere
c'è il rischio di apparire sciocchi;
a piangere
c'è il rischio di essere chiamati sentimentali
a stabilire un contatto con un altro
c'è il rischio di farsi coinvolgere;
a mostrare i propri sentimenti
c'è il rischio di mostrare il vostro vero io;
a esporre le vostre idee e i vostri sogni
c'è il rischio d'essere chiamati ingenui;
ad amare
c'è il rischio di non essere corrisposti;
a vivere
c'è il rischio di morire;
a sperare
c'è il rischio della disperazione
e a tentare
c'è il rischio del fallimento.

Ma bisogna correre i rischi,
perché il rischio più grande nella vita
è quello di non rischiare nulla.
La persona che non rischia nulla,
non è nulla e non diviene nulla.
Può evitare la sofferenza e l'angoscia
ma non può imparare a sentire
e cambiare e progredire e amare e vivere.
Incatenata alle sue certezze, è schiava.
Ha rinunciato alla libertà.
Solo la persona che rischia è veramente libera!
Vivere, amare, capirsi
Leo Buscaglia (1924 - 1998), professore e scrittore statunitense

Aforismi Progresso

Sulla terra c'è abbastanza per soddisfare i bisogni di tutti ma non per soddisfare l'ingordigia di pochi. (Mahatma Gandhi)

Quindi, dato che vedo tanti deboli calpestati, dubito molto della sincerità di quel che viene chiamato progresso e civiltà. (Vincent Van Gogh in una lettera al fratello Theo, 1882)

mercoledì 7 aprile 2010

Maria e Salome

Maria di Magdala: «Sempre, sempre è come se fosse ieri. E sono passati vent'anni, Salome. O mille, non lo so».
Salome: «Anche per me, Maria. E ogni volta che t'incontro, come oggi, ho bisogno che tu mi ripeta tutto di quel mattino per essere certa che non ho sognato...».

Maria: «Non è stato sogno. Sogno è stata tutta la vita prima. Un disgustoso sogno, la mia, fra le braccia di uomini ogni giorno diversi, che mi sembravano dei morti. Ma da quando gli ho lavato i piedi, allora è stato il risveglio e un vegliare sempre, ininterrottamente. Salome, da quella notte dopo che lui era stato inchiodato e gli preparammo gli unguenti, io non ho più conosciuto il sonno. Per ciò sono così presto invecchiata».
Salome: «Quella notte siamo invecchiate tutte. Negli unguenti che preparavamo per l'imbalsamazione c'erano più lacrime che mirra e aloe».

Maria: «E la mattina, quell'alba, si aprì ancora nell'angoscia, almeno per me».
Salome: «Siamo andate tutte insieme, che quasi non ci si vedeva ancora, di passo veloce, stringendo i vasi del profumo sotto gli scialli. Tu eri la più turbata, non parlavi».

Maria: «Voi seguitavate a domandare: "Chi toglierà la pietra dall'ingresso?". Io sono corsa avanti, e la pietra era già stata rimossa. È stato come morire. Nemmeno più il suo corpo c'era per noi sulla terra. Tutto il nostro lavoro della notte, per niente. Sono stata vile. Non ho avuto il coraggio di entrare a ricevere la conferma che là era vuoto. Vi ho lasciate senza dirvi niente. Sono corsa, corsa da Pietro e Giovanni, per ricevere subito, io sola, forse una notizia diversa dai suoi amici, una spiegazione confortante. E a loro ho gridato, ma facevo fatica a respirare: "Hanno portato via dal sepolcro il Signore..." ».
Salome: «Noi invece siamo entrate. C'erano due seduti per terra, con bellissime vesti. Uno ci ha parlato. Ricordo che ha detto: "Perché cercate trai morti colui che vive?". E ha aggiunto altre cose meravigliose che io però, e credo anche le altre, non sentimmo, non capimmo. Troppo spavento, troppa gioia. Siamo scappate, solo attente a non rompere i vasi. E non abbiamo detto niente a nessuno».

Maria: «Vi vidi uscire. Ero là fuori e piangevo. Quando ho visto che fuggivate a quel modo, ho pensato il peggio. I due che tu dicevi, a me hanno chiesto: "Donna, perché piangi?". Quando mi sono voltata per rispondere, c'era un altro. Anche lui mi ha chiesto: "Perché piangi, chi cerchi?': pensavo che fosse il custode dell'orto: "Se sei tu che l'hai portato via" gli ho detto con supplichevole rabbia "dimmi dove l'hai messo, e io lo prenderò". Come ho fatto a non riconoscerlo? Questo è il mio rimorso, finché vivrò. L'ho trattato male, forse l'ho odiato per un attimo...».
Salome: «Non potevi riconoscerlo. Era ancora buio, e i tuoi occhi avevano pianto e vegliato tutta la notte per preparare i profumi».

Maria: «Allora ha detto: "Maria". E in quel momento è risorto. Ed è stato come se fosse risorto per me sola, almeno così ero certa, agli altri non ho pensato. E questo è ancora rimorso».
Salome: «Non per te sola, Maria. Certo tu sei stata la prima a vederlo. Ed è lui che così ha voluto, ha fatto questa scelta. Ha scelto te».

Maria: «Perché me? Me, la meretrice di Magdala. E non sua madre, non Giovanni?».
Salome: «Non investigare. E poi? Racconta, che ci fa sempre bene rivivere quell'ora».

Maria: «Poi, benché fossi impietrita, lui ha letto con precisione dentro di me che stavo per gettarmi ad abbracciarlo. E mi ha fermato con quel comando: "Non mi toccare...“».
Salome: «Si è fatto incontro a noi: "Vi saluto" ha detto. "Non temete, fate sapere ai miei fratelli che vadano in Galilea, e là mi vedranno“».

Maria: «Ma da voi si è lasciato toccare. Facevate grappolo sui suoi piedi e glieli stringevate come io glieli stringevo quel giorno al banchetto di Simone... Ma è giusto. Voi eravate buone, mogli e madri. Io invece...».
Salome: «Non è per questo, Maria, non affliggerti. Certo non per questo. A te invece fu data la primizia della gioia, che vorresti di più?».

Maria: «Perché a me, perché?».
Salome: «Troppe cose sono misteriose».

Maria: «È vero. Anche quando subito andai dai suoi amici, e annunciai che Gesù viveva e che l'avevo visto, essi non mi credettero. Anche ciò è misterioso».
Salome: «Ed è misterioso che tutto sia nitido in noi dopo tanti anni, come se fosse ieri».

Luigi Santucci (1918 – 1999), scrittore, romanziere, poeta e commediografo italiano

martedì 6 aprile 2010

L'uomo perfetto fa il bene per amore

L'uomo perfetto non cerca soltanto di astenersi dal male. E neanche di fare il bene per timore del castigo. Né di avere un buon comportamento per la speranza della ricompensa promessa. L'uomo perfetto fa il bene per amore.

Clemente Alessandrino (150 ca. – 215 ca.), teologo, filosofo, apologeta, scrittore e santo greco

Chi poteva immaginare che...

Qual eminenza di mente fu quella di colui che s'immaginò di trovar modo di comunicare i suoi più reconditi pensieri a qualsivoglia altra persona, benché distante per lunghissimo intervallo di luogo e di tempo? ...parlare con quelli che son nell'Indie, parlare a quelli che non sono ancora nati nè saranno se non di qua a mille e dieci mila anni? ...e con qual facilità? ...con i vari accozzamenti di venti caratteruzzi sopra una carta...

Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo, Giornata prima

Galileo Galilei (1564 – 1642), fisico, filosofo, astronomo e matematico italiano