"...come alla fede non di rado si sostituisce la religiosità evanescente, così all'ateismo prometeico è subentrata l'indifferenza superficiale. Kierkegaard nel suo Diario annotava: «La nave è in mano al cuoco di bordo e ciò che trasmette il megafono del comandante non è più la rotta, ma ciò che mangeremo domani». Con le mani alzate in segno di adorazione e di resa di fronte al Moloch televisivo, l'uomo contemporaneo sa tutto sui cibi e sui vestiti, sulle mode e sui consumi, ma non è più in grado di porsi le domande autenticamente "religiose" che tormentano la coscienza, non sa più scoprire il senso della vita, le radici dell'essere, la via del bene e quella del male, la meta dell'esistenza. Conosce il prezzo di tutto ma ignora il valore vero della realtà". Gianfranco Ravasi, Fede e indifferenza
"I mezzi di comunicazione di massa, infatti, ci insegnano tutto sulle mode e i modi di vivere, ma ignorano il significato ultimo dell'esistere, l'inquietudine della ricerca interiore, le interrogazioni radicali sull'oltre e sull'altro rispetto a noi e al nostro orizzonte". Marilena Armenise, Spirito critico e cervelli addormentati, L'Osservatore Romano - 25 febbraio 2009
È noto l’aneddoto raccontato da Kierkegaard a riguardo della nave senza pilota e a deriva. Chi dovrebbe prendere in mano la situazione non lo fa. Chi si impossessa, allora, del megafono per dare la direzione giusta? Il cuoco di bordo! Conclude amaramente Kierkegaard, colui che si impossessa del megafono si impossessa anche del comando della nave e la conduce dove e come vuole, ma è un cuoco e non il comandante responsabile della nave.
"...come alla fede non di rado si sostituisce la religiosità evanescente, così all'ateismo prometeico è subentrata l'indifferenza superficiale. Kierkegaard nel suo Diario annotava: «La nave è in mano al cuoco di bordo e ciò che trasmette il megafono del comandante non è più la rotta, ma ciò che mangeremo domani». Con le mani alzate in segno di adorazione e di resa di fronte al Moloch televisivo, l'uomo contemporaneo sa tutto sui cibi e sui vestiti, sulle mode e sui consumi, ma non è più in grado di porsi le domande autenticamente "religiose" che tormentano la coscienza, non sa più scoprire il senso della vita, le radici dell'essere, la via del bene e quella del male, la meta dell'esistenza. Conosce il prezzo di tutto ma ignora il valore vero della realtà".
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"I mezzi di comunicazione di massa, infatti, ci insegnano tutto sulle mode e i modi di vivere, ma ignorano il significato ultimo dell'esistere, l'inquietudine della ricerca interiore, le interrogazioni radicali sull'oltre e sull'altro rispetto a noi e al nostro orizzonte".
RispondiEliminaMarilena Armenise, Spirito critico e cervelli addormentati, L'Osservatore Romano - 25 febbraio 2009
È noto l’aneddoto raccontato da Kierkegaard a riguardo della nave senza pilota e a deriva. Chi dovrebbe prendere in mano la situazione non lo fa. Chi si impossessa, allora, del megafono per dare la direzione giusta? Il cuoco di bordo! Conclude amaramente Kierkegaard, colui che si impossessa del megafono si impossessa anche del comando della nave e la conduce dove e come vuole, ma è un cuoco e non il comandante responsabile della nave.
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