I bambini giocano alla guerra
I bambini giocano alla guerra.
É raro che giochino alla pace
perché gli adulti
da sempre fanno la guerra,
tu fai “pum” e ridi;
il soldato spara
e un altro uomo
non ride più.
É la guerra.
C’è un altro gioco
da inventare:
far sorridere il mondo,
non farlo piangere.
Pace vuol dire
che non a tutti piace
lo stesso gioco,
che i tuoi giocattoli
piacciono anche
agli altri bimbi
che spesso non ne hanno,
perché ne hai troppi tu;
che i disegni degli altri bambini
non sono dei pasticci;
che la tua mamma
non è solo tutta tua;
che tutti i bambini
sono tuoi amici.
E pace è ancora
non avere fame
non avere freddo
non avere paura.
La guerra che verrà
La guerra che verrà non è la prima.
Prima ci sono state altre guerre.
Alla fine dell’ultima
c’erano vincitori e vinti.
Fra i vinti la povera gente
faceva la fame.
Fra i vincitori
faceva la fame la povera gente egualmente.
Quando la guerra comincia
Forse i vostri fratelli si trasformeranno
e i loro volti saranno irriconoscibili.
Ma voi dovete rimanere eguali.
Andranno in guerra,
non come ad un massacro,
ad un serio lavoro.
Tutto avranno dimenticato.
Ma voi nulla dovete dimenticare.
Vi verseranno grappa nella gola come a tutti gli altri.
Ma voi dovete rimanere lucidi.
Sul muro c'era scritto
Sul muro c'era scritto col gesso:
vogliono la guerra.
Chi l'ha scritto
è già caduto.
Ecco gli elmi dei vinti
Ecco gli elmi dei vinti,
abbandonati, in piedi, di traverso e capovolti.
E il giorno amaro in cui voi siete stati vinti
non è quando ve li hanno tolti,
ma fu quel primo giorno in cui
ve li siete infilati senza altri commenti,
quando vi siete messi sull'attenti
e avete cominciato a dire sì.
Eppure noi sappiamo
Eppure sappiamo:
anche l'odio verso la bassezza
distorce i tratti del viso.
Anche l'ira per le ingiustizie
rende la voce rauca.
Ah, noi che volevamo preparare il terreno per la gentilezza
noi non potevamo essere gentili.
Ma voi, quando sarà venuto il momento
in cui l'uomo sarà amico dell'uomo,
ricordateci con indulgenza.
Generale
Generale, il tuo carro armato
è una macchina potente
Spiana un bosco e sfracella cento uomini.
Ma ha un difetto:
ha bisogno di un carrista.
Generale, il tuo bombardiere è potente.
Vola più rapido d’una tempesta
e porta più di un elefante.
Ma ha un difetto:
ha bisogno di un meccanico.
Generale, l’uomo fa di tutto.
Può volare e può uccidere.
Ma ha un difetto:
può pensare.
Chi sta in alto dice pace e guerra
Sono di essenza diversa.
La loro pace e la loro guerra
son come vento e tempesta.
La guerra cresce dalla loro pace
come il figlio dalla madre.
Ha in faccia
i suoi lineamenti orridi.
La loro guerra uccide
quel che alla loro pace
è sopravvissuto.
Quelli che stanno in alto
Quelli che stanno in alto
si sono riuniti in una stanza.
Uomo della strada
lascia ogni speranza.
I governi
firmano patti di non aggressione.
Uomo qualsiasi,
firma il tuo testamento.
Mio fratello aviatore
Mio fratello era aviatore
un giorno ricevette la cartolina.
Fece i bagagli e andò via,
lungo la rotta del sud.
Mio fratello è un conquistatore.
Il popolo nostro ha bisogno di spazio.
E prendersi terre su terre,
da noi, è un vecchio sogno.
E lo spazio che si è conquistato
è sui monti del Guadarrama.
È lungo un metro e ottanta
e di profondità uno e cinquanta…
Al momento di marciare
Al momento di marciare molti non sanno
che alla loro testa marcia il nemico.
La voce che li comanda
è la voce del loro nemico.
E chi parla del nemico
è lui stesso il nemico.
Quando chi sta in alto parla di pace
Quando chi sta in alto parla di pace
la gente comune sa
che ci sarà la guerra.
Quando chi sta in alto maledice la guerra
le cartoline precetto sono già compilate.
Bertholt Brecht (1898 - 1956), drammaturgo, poeta e regista tedesco