martedì 24 ottobre 2023

Il senso della nostra esistenza

Qual è il senso della nostra esistenza, quel è il significato dell’esistenza di tutti gli esseri viventi in generale? Il saper rispondere a una siffatta domanda significa avere sentimenti religiosi. Voi direte: ma ha dunque senso porre tale domanda? E io vi rispondo: chiunque crede che la propria vita e quella dei suoi simili è priva di significato, non soltanto è infelice, ma appena capace di vivere.

Religione e scienza in Come io vedo il mondo

Albert Einstein (1879 – 1955), fisico e filosofo tedesco

lunedì 23 ottobre 2023

Più tardi...

 

Più tardi! Più tardi!

Ci sentiamo più tardi.

Ti chiamo più tardi.

Ci vediamo più tardi.

Andiamo a fare una passeggiata più tardi.

Ti dirò come mi sento dopo.

Più tardi saprai quanto sei importante per me.

Più tardi forse ti amerò e forse dimenticherò.

Conserviamo tutto per dopo e dimentichiamo che il "dopo" non è nostro!

Che le persone "più tardi" potrebbero non essere più con noi.

"Dopo" potremmo non sentirli più, non vederli.

"Dopo" i bambini non sono più figli e i genitori sono solo un ricordo.

"Dopo" il giorno si trasforma in notte, 

la notte in impotenza, 

il sorriso in dolore 

e la vita in ricordo.

"Più tardi" sarà troppo tardi!

Sii ora!

domenica 22 ottobre 2023

Ci alzeremo in piedi


Ci alzeremo in piedi ogni volta che la vita umana viene minacciata.

Ci alzeremo ogni volta che la sacralità della vita viene attaccata prima della nascita.

Ci alzeremo e proclameremo che nessuno ha l'autorità di distruggere la vita non nata.

Ci alzeremo quando un bambino viene visto come un peso o solo come un mezzo per soddisfare un'emozione

e grideremo che ogni bambino è un dono unico e irripetibile di Dio.

Ci alzeremo quando l'istituzione del matrimonio viene abbandonata all'egoismo umano.

e affermeremo l'indissolubilità del vincolo coniugale.

Ci alzeremo quando il valore della famiglia è minacciato dalle pressioni sociali ed economiche.

e riaffermeremo che la famiglia è necessaria non solo per il bene dell'individuo, ma anche per quello della società.

Ci alzeremo quando la libertà viene usata per dominare i deboli, per dissipare le risorse naturali e l'energia e per negare i bisogni fondamentali alle persone e reclameremo giustizia.

Ci alzeremo quando i deboli, gli anziani e i morenti vengono abbandonati in solitudine

e proclameremo che essi sono degni di amore, di cura e di rispetto.


Testo tratto dall'omelia della Santa Messa celebrata Domenica, 7 Ottobre 1979, a Washington, Capitol Mall

Giovanni Paolo II / Karol Jozef Wojtyla (1920 - 2005), papa 

Ogni uomo è creatura di Dio e fratello di Cristo

Tutti gli esseri umani dovrebbero apprezzare l’individualità di ogni persona come creatura di Dio, chiamata ad essere fratello o sorella di Cristo in ragione dell’Incarnazione e Redenzione universale. Per noi la sacralità della persona umana è fondata su queste premesse. Ed è su queste stesse premesse che si fonda la nostra celebrazione della vita, di ogni vita umana. Ciò spiega i nostri sforzi per difendere la vita umana contro qualsiasi influenza o azione che la possa minacciare o indebolire, come pure i nostri sforzi per rendere ogni vita più umana in tutti i suoi aspetti.

Quindi reagiremo ogni volta che la vita umana è minacciata. 

Quando il carattere sacro della vita prima della nascita viene attaccato, noi reagiremo per proclamare che nessuno ha il diritto di distruggere la vita prima della nascita. 

Quando si parla di un bambino come un peso o lo si considera come mezzo per soddisfare un bisogno emozionale, noi interverremo per insistere che ogni bambino è dono unico e irripetibile di Dio, che ha diritto ad una famiglia unita nell’amore. 

Quando l’istituzione del matrimonio è abbandonata all’egoismo umano e ridotta ad un accordo temporaneo e condizionale che si può rescindere facilmente, noi reagiremo affermando l’indissolubilità del vincolo matrimoniale. 

Quando il valore della famiglia è minacciato da pressioni sociali ed economiche, noi reagiremo riaffermando che la famiglia è necessaria non solo per il bene privato di ogni persona, ma anche per il bene comune di ogni società, nazione e stato. 

Quando poi la libertà viene usata per dominare i deboli, per sperperare le ricchezze naturali e l’energia, e per negare agli uomini le necessità essenziali, noi reagiremo per riaffermare i principi della giustizia e dell’amore sociale. 

Quando i malati, gli anziani o i moribondi sono abbandonati, noi reagiremo proclamando che essi sono degni di amore, di sollecitudine e di rispetto.

Omelia della Santa Messa celebrata Domenica, 7 ottobre 1979 Washington, Capitol Mall

Giovanni Paolo II / Karol Jozef Wojtyla (1920 - 2005), papa 


Decalogo per la pace


 1. Ci impegniamo a proclamare la nostra ferma convinzione che la violenza e il terrorismo si oppongono al vero spirito religioso e, condannando qualsiasi ricorso alla violenza e alla guerra in nome di Dio o della religione, ci impegniamo a fare tutto il possibile per sradicare le cause del terrorismo.

2. Ci impegniamo a educare le persone al rispetto e alla stima reciproci, affinché si possa giungere a una coesistenza pacifica e solidale fra i membri di etnie, di culture e di religioni diverse.

3. Ci impegniamo a promuovere la cultura del dialogo, affinché si sviluppino la comprensione e la fiducia reciproche fra gli individui e fra i popoli, poiché tali sono le condizioni di una pace autentica.

4. Ci impegniamo a difendere il diritto di ogni persona umana a condurre un'esistenza degna, conforme alla sua identità culturale, e a fondare liberamente una propria famiglia.

5. Ci impegniamo a dialogare con sincerità e pazienza, non considerando ciò che ci separa come un muro insormontabile, ma, al contrario, riconoscendo che il confronto con la diversità degli altri può diventare un'occasione di maggiore comprensione reciproca.

6. Ci impegniamo a perdonarci reciprocamente gli errori e i pregiudizi del passato e del presente, e a sostenerci nello sforzo comune per vincere l'egoismo e l'abuso, l'odio e la violenza, e per imparare dal passato che la pace senza la giustizia non è una pace vera.

7. Ci impegniamo a stare accanto a quanti soffrono per la miseria e l'abbandono, facendoci voce di quanti non hanno voce e operando concretamente per superare simili situazioni, convinti che nessuno possa essere felice da solo.

8. Ci impegniamo a fare nostro il grido di quanti non si rassegnano alla violenza e al male, e desideriamo contribuire con tutte le nostre forze a dare all'umanità del nostro tempo una reale speranza di giustizia e di pace.

9. Ci impegniamo a incoraggiare qualsiasi iniziativa che promuova l'amicizia fra i popoli, convinti che, se manca un'intesa solida fra i popoli, il progresso tecnologico espone il mondo a crescenti rischi di distruzione e di morte.

10.Ci impegniamo a chiedere ai responsabili delle nazioni di compiere tutti gli sforzi possibili affinché, a livello nazionale e a livello internazionale, sia edificato e consolidato un mondo di solidarietà e di pace fondato sulla giustizia.


Il 24 gennaio 2002 si svolgeva ad Assisi la Giornata di preghiera per la pace nel mondo. Gli interventi dei rappresentanti delle diverse confessioni religiose e il loro desiderio di operare a favore della concordia, della ricerca comune del vero progresso e della pace in seno all'intera famiglia umana, hanno trovato espressione in un decalogo, il "Decalogo di Assisi per la pace", proclamato a conclusione di questa giornata. 

Un mese dopo, Giovanni Paolo II ne inviò il testo a tutti i Capi di Stato o di Governo del mondo.



venerdì 20 ottobre 2023

Gesù, un ritratto


Il cristianesimo è una persona: Cristo. Il cristianesimo, in sé, non è una concezione della realtà, non è un codice di precetti, non è una liturgia. Non è neppure uno slancio di solidarietà umana, né una proposta di fraternità sociale. Anzi, il cristianesimo non è neanche una religione. È un avvenimento, un fatto. Un fatto che si compendia in una persona. Oggi si sente dire che in fondo tutte le religioni si equivalgono perché ognuna ha qualcosa di buono. Probabilmente è anche vero. Ma il cristianesimo, con questo, non c'entra. Perché il cristianesimo non è una religione, ma è Cristo. Cioè una persona […]. 

Lo sguardo di Gesù colpiva chi lo incontrava. I Vangeli parlano spesso dei suo sguardo: penetrante su Simone, affettuoso sul giovane ricco, di simpatia su Zaccheo il capo dei pubblicani, gli esattori delle imposte che rubavano; e, ancora, di tristezza sull'offerta dei ricchi, di sdegno su quel che avveniva nel Tempio, di dolore per chi lo si preparava a tradirlo […]. Aveva idee chiare. Quando parlava non diceva mai «forse, secondo me, mi pare». E non aveva peli sulla lingua neanche con i potenti: ricordate quando dà della "volpe" al re Erode? Ma una delle cose più belle di Gesù è che era un uomo libero. Anche dai suoi amici: all’amico Pietro dirà: «Va' dietro a me, Satana, mi sei di inciampo, perché tu non pensi alle cose di Dio ma alle cose degli uomini». Libero con i parenti (che a un certo punto lo considerano “fuori di sé”: Mc 3,21). Gesù era capace di amare: capiva i bambini, aveva un forte senso dell’amicizia, amava il suo popolo […]. 

Una figura umana eccezionale: soltanto questo? Dal Vangelo, dunque, riconosciamo una figura umana eccezionale. Anche la maggior parte delle persone che non credono lo considerano un grande uomo, da stimare. Ma Gesù Cristo stesso dice di sé che è «Figlio dell'uomo» - il titolo usato nelle profezie di Daniele per indicare un personaggio misterioso che sarebbe venuto dal cielo e che avrebbe posto fine alla Storia. Poi, dice di essere «più grande di Davide»: e Davide era il re ideale, l'ideale della monarchia e della regalità per gli Ebrei. È più che un uomo. Nel Discorso della montagna dice: «Avete udito che è stato detto agli antichi "non uccidere". Io, invece, vi dico...». Con questa frase Gesù quasi "corregge" la Rivelazione di Dio. E chi può farlo se non Dio stesso? Dice ancora: «Chi dà la vita per me la troverà... ». E ancora: «Da' da mangiare a tuo fratello perché in lui vedi Me».

Mettete insieme tutte queste cose. Ne esce il ritratto di un uomo eccezionale, che dice di essere Dio. Una provocazione! Ma noi dobbiamo raccogliere questa provocazione. Perché se uno si presenta in questo modo, se dice di essere Dio, c'è poco da fare: o questo qui è matto, e allora non lo si può stimare, oppure è vero quel che dice. E allora bisogna inginocchiarsi. Non basta mica dire: è un grande uomo. Il fatto è che Gesù sarà pure stato un grande uomo, un uomo eccezionale. Ma soprattutto è Dio. È veramente Dio. È il Figlio di Dio. Non come lo siamo tutti noi, lui è il Figlio proprio, l'Unigenito. Davvero dinanzi a Lui non resta che inginocchiarsi. L’annuncio degli Apostoli e il nostro annuncio: Gesù è risorto! Gesù è vivo! E infatti, che cosa sono andati a dire gli apostoli di lui? Il nucleo dei messaggio cristiano qual è? Una parola sola: è risorto. Si è risvegliato dalla morte. Gli apostoli sono andati in giro a dire che Gesù è risorto ed è ancora vivo. Oh, vivo oggi! «Ma se è così, cambia tutto». Pensateci e ditemi se non è vero: se quell'uomo, bello, buono, eccezionale, è davvero Dio; e se è ancora tra noi, allora cambia davvero tutto.

 Sintesi di una intervista apparsa su Dimensioni Nuove, 1996

Giacomo Biffi (1928 – 2015), cardinale e arcivescovo cattolico italiano

Poesie mariane

La Vergine a mezzogiorno       

Durante la guerra un soldato stremato, vede una piccola chiesa di campagna aperta e si ferma un momento. C’è un’immagine di Maria: "...non ho niente da chiedere, ma mi basta sapere che, mentre io sono qui, ci sei anche tu, piena di grazia".

É mezzogiorno. Vedo la chiesa aperta. 
Bisogna entrare.
Madre di Gesù Cristo, non vengo a pregare.
 
Non ho niente da offrire e niente da domandare.
Vengo solamente, Madre, a vederti.
 
Vederti, piangere di felicità, sapere questo
che sono tuo figlio e tu sei qui.
 
Solamente per un momento mentre tutto si ferma. Mezzogiorno!
Stare con te, Maria, in questo luogo dove tu stai.
 
Non dire niente, guardare il tuo viso,
lasciare cantare il cuore nel linguaggio che gli è proprio,
 
Non dire niente, ma solamente cantare perché si ha il cuore troppo pieno.
Come il merlo che segue la sua idea in quelle specie di strofe improvvise.
 
Perché sei bella, perché sei immacolata,
la donna finalmente ristabilita nella Grazia,
 
la creatura nel suo onore primo e nella sua fioritura ultima,
come è uscita da Dio nel mattino del suo splendore originale.
 
Intatta ineffabilmente, perché sei la Madre di Gesù Cristo,
che è la verità fra le tue braccia, e la sola speranza e il solo frutto.
 
Perché sei la donna, l’Eden dell’ antica tenerezza dimenticata,
il cui sguardo trova subito il cuore e fa sgorgare le lacrime accumulate,
 
perché mi hai salvato, perché hai salvato la Francia,
perché anche essa, come me, per te fu la cosa alla quale si pensa,
 
Perché nell’ora in cui tutto traballava proprio allora sei intervenuta,
perché hai salvato la Francia ancora una volta,

perché è mezzogiorno, perché siamo in questa giornata che è oggi,
perché sei qui per sempre, semplicemente perché sei Maria, 

semplicemente perché esisti,
Madre di Gesù Cristo, sii ringraziata. 

La Vierge à midi, Poëmes de Guerre 1914-1916, Paris, 1922


La Vergine che ascolta 
 
Nella chiesa del mio villaggio di Brangues c’è la cappella del castello:
è là che vado ogni giorno alle cinque perché fa troppo caldo.
Non si può passeggiare sempre, allora tanto vale portarsi nella casa del buon Dio.
Fuori il sole si esibisce a squarciagola, 
e si potrebbe credere che urlando la strada attraverso la piazza gridi: Al fuoco!
Ma, dentro, la Santa Vergine davanti a me per me, lei è fresca e pura come un ghiacciaio,
tutta bianca con il figlio tutto bianco nella bella veste tanto lunga 
che non gli si vede che la punta dei piedi.

Maria! allora questo grosso imbecille, ancora una volta, 
è qui tutto traboccante di ansie e desideri!
Ah! non avrò mai abbastanza tempo per le cose che ho da dirti!
Ma lei, gli occhi bassi, con un viso serio e tenero,
guarda le parole sulla mia bocca, come chi ascolta e si prepara a comprendere.  



La Vergine di Brangues    
 
Sto ai suoi piedi e prego.
Ma non si può dire che lei mi guardi o che mi ascolti.
Riflette.
Come si dice che un’acqua calma e pura riflette.
Chi mi ascolta è il bambino che tiene sul suo braccio sinistro. 
Lui ha l’orecchio che è rivolto verso la mia parte.
Il suo cuore batte...
E la prova che batte è la lunga mano della madre che si è allungata sopra e che l’ascolta.
Lei l’ascolta ascoltarmi.
Ma la mano del bambino a sua volta è posata sul braccio di sua madre.
Sull’ arteria materna.
La Vergine di Brangues è una Vergine che funziona.
Mi sono introdotto in un sistema in pieno funzionamento.


La Vergine di Moissac  
 
Non è mica perché uno è il figlio di Dio che il latte di questa madre non è buono!
Con una mano lui già si riserva il seno a destra, 
e il seno sinistro per il momento si può dire che abbia a che fare con un ghiottone!

Da un’eternità questo frutto era desiderato da lui.
Meravigliatevi che ora vi si butti sopra come per divorarlo!

Lei freme fino in fondo alla sua carne e nello stesso tempo con tutte le forze mantiene lo spietato lattante.
Lei grida e ride piano e dice che questo è spaventoso e bello!
É al suo cuore direttamente che lui mira tramite tale bottiglia.

É attaccato alla sua anima, mangiare, mangiare e bere per lui, mangiare e bere sono la stessa cosa!
Lei non aveva che da dire Sì e, quando lui si getta sopra,
Non è la pietà che bisogna aspettarsi dal Bambino Gesù!

Tutto ad un tratto l’ha finita, eccolo si abbandona impetuosamente contro la sua spalla,
Ha voglia di guardarla, e però, questa mamma umana, quanto è spassosa!

Anche lei lo guarda, e infatti quanto è spassoso questo figlio 
che fra le sue braccia condivide con Dio Padre! 
Lei sorride, e lui, al vederla pronta a ridere, si mette a ridere a crepapelle.

 
L’ Ausiliatrice 
 
Il ragazzo malmesso consapevole che nessuno va fiero di lui e non è molto amato,
quando per caso uno sguardo più benevolo si posa su di lui, 
arrossisce tutto e si mette a sorridere spavaldamente, per non piangere.

Alla stessa maniera in questo mondo malvagio gli orfani e gli esclusi,
quelli che non hanno soldi, quelli che non hanno né cultura né spirito,
come fanno a meno di tutto, fanno a meno anche di amici.
I poveri si aprono poco, ma non è impossibile conquistarne il cuore.

Basta prestare loro attenzione e trattarli con un po’ di rispetto.
Povero, accetta dunque questo sguardo, prendi la mia mano, ma non fidarti.
Presto sarò fra quelli della mia specie e a te penserò poco.
Non c’è amico sicuro per un povero, a meno che non trovi uno più povero di lui.

Perciò, esausta sorella vieni e guarda Maria.
Povera donna il cui marito beve e i figli sono fragili,
quando non ci sono i soldi per l’affitto e si desidera essere morti,
ah, quando tutto vi manca e si è tanto tanto sventurati,
vieni in chiesa, taci, e guarda la Madre di Cristo!

Quale che sia il sopruso contro di noi e per quanto grande la miseria,
quando i figli soffrono è ancora più doloroso essere la Madre.
Guarda Colei che sta qui senza lamento e senza speranza,
come un povero che trova uno più povero e tutti e due si guardano in silenzio.
 

L’invito a dormire
 
Povero ragazzo ai miei piedi su questo letto di tortura.
Voglio avvolgerti nel mio mantello d’azzurro!
 
Se la tua fronte scotta e le tue labbra sono secche,
Se hai sete, voglio recarti dell’acqua fresca!
 
E se dici che non puoi dormire, prova!
Quando uno mi dice sì, non se ne pente mai!
 
Non è possibile lottare, si è vinti,
Tutto è finito e il male non esiste più.
 
Il male si è dileguato sotto il mio alito d’ azzurro,
Sia pure una piccola fitta al cuore, un lieve morso. 
 
La Santa Madre di Dio: v’è un altro rifugio?
Ogni aspirazione lo rende meno difficile.
 
Il mio braccio attorno a te, il mio bacio sulla tua fronte,
Ogni sforzo è seguito da un sospiro più profondo.
 
Lasciati fare! Senti battere il mio cuore! Dunque, è vero!
Nessuno più ci strapperà l’uno all’ altro! 
Conosci
 
Più misterioso della notte, più sconfinato della sabbia,
un sonno tanto profondo che è inevitabile.

   
Preghiera per la scarpina di raso

Vergine, patrona e madre di questa casa, 
Garante e protettrice di quell’uomo dal cuore meno impenetrabile per te che per me, 
e compagna della sua lunga solitudine,
allora se non è per me, sia per riguardo a lui,
dal momento che il vincolo fra lui e me non è stato opera mia, ma tua volontà interveniente:
impediscimi d’essere una causa di corruzione per questa dimora di cui custodisci l’ingresso, augusta portinaia!

Di mancare al nome che mi hai dato da portare, 
e di non essere più onorabile agli occhi di quelli che mi amano.

Non posso dire che capisco l’uomo che hai scelto per me, ma capisco che tu sei madre sua come mia.
Allora, mentre è ancora tempo, tenendo il cuore in una mano e la scarpina nell’altra,
mi rimetto a te! Vergine madre, ti do la mia scarpina! 
Vergine madre custodisci nella tua mano il mio sciagurato piedino!

Ti avviso che fra poco non ti vedrò più e sto per fare tutto contro di te!
Ma quando tenterò di slanciarmi verso il male, sia con un piede zoppo! 
E quando vorrò oltrepassare la barriera che hai eretto, sia con un’ala tarpata!

Ho terminato ciò che potevo fare, e tu custodisci la mia povera scarpina,
serbala sul tuo cuore, o grande Mamma terribile! 


Paul Claudel (1868 – 1955), poeta, drammaturgo e diplomatico francese


giovedì 12 ottobre 2023

Aforismi Calvizie

Dio creò le teste pelate. Quelle che vennero male le coprì con i capelli.

Era così calvo che la sua testa veniva scambiata per il monumento ai caduti.

Di lì Eliseo andò a Betel. Mentre egli camminava per strada, uscirono dalla città alcuni ragazzetti che si burlarono di lui dicendo: «Vieni su, pelato; vieni su, calvo!». Egli si voltò, li guardò e li maledisse nel nome del Signore. Allora uscirono dalla foresta due orse, che sbranarono quarantadue di quei fanciulli. (Bibbia, 2 Re 2, 23 - 24)

Calvizie: il dolce far niente del pettine. (Jaques Normand)

Sul capo del calvo cade la grandine più grossa. (Proverbio)


domenica 8 ottobre 2023

Storia di due vasi cinesi


Una anziana donna cinese possedeva due grandi vasi, appesi alle estremità di un lungo bastone che portava bilanciandolo sul collo.

Uno dei due vasi aveva una crepa, mentre l'altro era intero. Così alla fine del lungo tragitto dalla fonte a casa, il vaso intero arrivava sempre pieno, mentre quello con la crepa arrivava sempre mezzo vuoto.

Per oltre due anni, ogni giorno l'anziana donna riportò a casa sempre un vaso e mezzo di acqua.

Ovviamente il vaso intero era fiero di se stesso, mentre il vaso rotto si vergognava terribilmente della sua imperfezione e di riuscire a svolgere solo metà del suo compito. Dopo due anni, finalmente trovò il coraggio di parlare con l'anziana donna, e dalla sua estremità del bastone le disse: "Mi vergogno di me stesso, perché la mia crepa ti fa portare a casa solo metà dell'acqua che prendi".

L'anziana donna sorrise "Hai notato che sul tuo lato della strada ci sono sempre dei fiori, mentre non ci sono sull'altro lato? Questo perché solo dal tuo lato c'è la crepa e disperdi un po' d'acqua, io ho piantato dei semi di fiori lungo la strada. Così ogni giorno, tornando a casa, tu innaffi i fiori.

Per due anni io ho potuto raccogliere dei fiori che hanno rallegrato la mia casa e la mia tavola. Se tu non fossi così come sei, non avrei mai avuto la loro bellezza a rallegrare la mia vita".

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Ciascuno di noi ha il suo lato debole: tuttavia sono queste crepe e imperfezioni che rendono la nostra vita insieme interessante e degna di essere vissuta. Dobbiamo solo essere capaci di accettarci e accettare ogni persona per quello che è.

E tutti coloro che si sentono un vaso rotto si ricordino di godere del profumo dei fiori sul proprio lato della strada!