domenica 13 marzo 2016

Lettera di Abraham Lincoln all'insegnante di suo figlio


Caro maestro,
lei dovrà insegnare al mio ragazzo
che non tutti gli uomini sono giusti,
non tutti dicono la verità;
ma la prego di dirgli pure
che per ogni malvagio c'è un eroe,
per ogni egoista c'è un leader generoso.
Gli insegni, per favore,
che per ogni nemico ci sarà anche un amico
e che vale molto più una moneta guadagnata
con il lavoro che una moneta trovata.
Gli insegni a perdere,
ma anche a saper godere della vittoria,
lo allontani dall'invidia e gli faccia riconoscere l'allegria profonda di un sorriso silenzioso.
Lo lasci meravigliare del contenuto dei suoi libri,
ma anche distrarsi con gli uccelli nel cielo,
i fiori nei campi, le colline e le valli.
Nel gioco con gli amici,
gli spieghi che è meglio una sconfitta onorevole
di una vergognosa vittoria,
gli insegni a credere in se stesso,
anche se si ritrova solo contro tutti.
Gli insegni ad essere gentile con i gentili
e duro con i duri
e a non accettare le cose
solamente perché le hanno accettate anche gli altri.
Gli insegni ad ascoltare tutti ma,
nel momento della verità, a decidere da solo.
Gli insegni a ridere quando è triste
e gli spieghi che qualche volta
anche i veri uomini piangono.
Gli insegni
ad ignorare le folle che chiedono sangue
e a combattere anche da solo contro tutti,
quando è convinto di aver ragione.
Lo tratti bene, ma non da bambino,
perché solo con il fuoco si tempera l'acciaio.
Gli faccia conoscere
il coraggio di essere impaziente
e la pazienza di essere coraggioso.
Gli trasmetta una fede sublime nel Creatore
ed anche in se stesso,
perché solo così può avere fiducia negli uomini.
So che le chiedo molto,
ma veda cosa può fare, caro maestro.

Abraham Lincoln (1809 – 1865), politico e avvocato statunitense

sabato 12 marzo 2016

Aforismi Arte

Ecco che cos'era la vita, che cos'era l'esperienza, che cosa inseguivano coloro che andavano in cerca d'avventure, ecco a cosa mirava l'arte: ritornare a casa propria, ai propri affetti, riprendere a vivere.
(Boris Pasternak, Il dottor Zivago)

L'umanità ha perduto la sua dignità. Ma l'arte l'ha salvata e conservata in pietre piene di significato. (Friedrich Schiller)

Si usano gli specchi per guardarsi il viso, e si usa l’arte per guardarsi l’anima. (George Bernard Shaw)

La musica è architettura liquida, l'architettura è musica congelata. (Johann Wolfgang von Goethe)

L'arte è uno dei mezzi che uniscono gli uomini. (Lev Tolstoj)

Chi lavora con le mani è un operaio.
Chi lavora con le mani e la testa è un artigiano.
Chi lavora con le mani, la testa ed il cuore è un artista.
(Louis Nizer, Between You and Me, Beechurst Press, 1948)

Il mondo non è stato creato una volta, ma tutte le volte che è sopravvenuto un artista originale. (Marcel Proust)

Ho visto l'angelo nel marmo e l'ho scolpito fino a liberarlo. (Michelangelo Buonarroti)

Grazie alla potenza della musica camminiamo lieti attraverso la notte tetra della morte (Wolfgang Amadeus Mozart, Flauto magico, atto II, scena 28)

venerdì 11 marzo 2016

A Ninja-in-training

Never let anyone tell you who you are... Actually, I'm a Ninja-in-training!

martedì 8 marzo 2016

Non posso vivere né con lei né senza di lei!



In principio, quando nell'opera della creazione giunse il momento di creare la donna, Dio vide che aveva usato tutta la materia per la creazione dell’uomo e non gli rimaneva alcun elemento solido. In grave imbarazzo e dopo profonda meditazione, egli procedette nel modo seguente:
prese le rotondità della luna e la flessibilità delle piante sarmentose,
l’elasticità dei viticci e il tremito dell’erba,
la sottigliezza delle canne e il rigoglio dei fiori,
la lievità delle foglie e l’acutezza della proboscide dell’elefante,
lo sguardo della cerbiatta e la compattezza di uno sciame di api,
la giocondità dei raggi del sole,
il pianto delle nuvole e l’instabilità del vento,
la pavidità della lepre e la vanità del pavone,
la morbidezza del petto del pappagallo e la durezza del diamante,
la dolcezza del miele e la crudeltà della tigre,
il bruciare del fuoco e la freddezza della neve,
il chiacchiericcio della gazza e il canto del cuculo,
la falsità della gru e la fedeltà delle anatre selvatiche
e mescolando tutte queste qualità creò la donna e la diede all'uomo.
Ma dopo una settimana venne l’uomo e disse: «Signore, la creatura che tu mi hai dato mi rende la vita infelice. Chiacchiera in continuazione, mi tormenta senza posa e non mi lascia un momento in pace. Vuole che mi occupi continuamente di lei e mi fa sprecare tutto il mio tempo. Strilla per la minima sciocchezza e se ne sta a oziare tutto il santo giorno. sono venuto a riportarla indietro, perché con lei non posso più vivere.»
Dio disse: «Va bene» e la riprese indietro.
Dopo una settimana l’uomo ritornò e disse: «Signore, ho la sensazione che la mia vita sia diventata un deserto, dal momento in cui ti ho restituito quella creatura. Ripenso a come lei danzava e cantava per me, e come mi sbirciava con la cosa dell’occhio, a come mi parlava e si stringeva a me. E il suo riso era come una musica e lei era bella da vedere e morbida da toccare. Ridammela dunque.»
Il Creatore disse: «Va bene». E gliela ridiede.
Dopo tre giorni l’uomo tornò e disse: «Signore, io non so che cosa mi succeda, ma alla fin fine sono arrivato a concludere che essa è per me un disturbo più che un piacere. Ti prego, riprenditela di nuovo!».
Ma il Creatore disse: «Vattene via, sparisci, perché io ne ho abbastanza! Cerca di vivere come meglio puoi!»
E l’uomo rispose: «Ma con lei non posso vivere!»
E il Creatore rispose: «E neppure senza di lei!» Gli voltò le spalle e continuò nella sua opera.
Allora l’uomo domandò: «Che cosa devo fare? Giacché non posso vivere né con lei né senza di lei!»

da: The Indian Stories
Francis William Bain (1863 - 1940), scrittore inglese

domenica 6 marzo 2016

God is compassion



Meister Eckhart [Eckhart von Hochheim] (1260 – 1327/1328), teologo e religioso domenicano