Frodo: C’è qualcosa laggiù!
Gandalf: É Gollum.
Frodo: Gollum?
Gandalf: Sono tre giorni che ci segue.
Frodo: É fuggito dai sotterranei di Barad-dur?
Gandalf: Fuggito, o lasciato andare. Lui odia e ama l’anello, proprio come odia e ama se stesso, non si libererà mai del bisogno di averlo.
Frodo: Che peccato che Bilbo non l’abbia ucciso quando poteva.
Che peccato che Bilbo non abbia trafitto con la sua spada quella vile e ignobile creatura quando ne ebbe l'occasione».
Gandalf: Peccato? È stata la pena che gli ha fermato la mano. Molti di quelli che vivono meritano la morte e molti di quelli che muoiono meritano la vita. Tu sei in grado di valutare Frodo? Non essere troppo ansioso di elargire morte e giudizi. Anche i più saggi non conoscono tutti gli esiti. Il mio cuore mi dice che Gollum ha ancora una parte da recitare nel bene o nel male, prima che la storia finisca. La pietà di Bilbo può decidere il destino di molti.
Frodo: Vorrei che l’anello non fosse mai venuto da me. Vorrei che non fosse accaduto nulla.
Gandalf: Vale per tutti quelli che vivono in tempi come questi, ma non spetta a loro decidere. Possiamo soltanto decidere cosa fare con il tempo che ci viene concesso. Ci sono altre forze che agiscono in questo mondo, Frodo, a parte la volontà del Male. Bilbo era destinato a trovare l’anello. Nel qual caso anche tu eri destinato ad averlo, e questo è un pensiero incoraggiante..”.
Dal film: Il Signore degli Anelli - La Compagnia dell'Anello, 2001, diretto da Peter Jackson
* * *
«Che peccato [ – disse Frodo – ] che Bilbo non abbia trafitto con la sua spada quella vile e ignobile creatura quando ne ebbe l'occasione».
«Peccato? [ – rispose Gandalf – ] Ma fu la Pietà a fermargli la mano. Pietà e Misericordia: egli non volle colpire senza necessità. E fu ben ricompensato di questo suo gesto, Frodo. Stai pur certo che se è stato grandemente risparmiato dal male, riuscendo infine a scappare ed a trarsi in salvo, è proprio perché all'inizio del suo possesso dell'Anello vi era stato un atto di Pietà».
«Mi dispiace», disse Frodo; «ma sono terrorizzato e non ho alcuna pietà per Gollum […] e bisogna considerarlo un nemico. Merita la morte».
«Se la merita! E come! Molti tra i vivi meritano la morte. E parecchi che sono morti avrebbero meritato la vita. Sei forse tu in grado di dargliela? E allora non essere troppo generoso nel distribuire la morte nei tuoi giudizi: sappi che nemmeno i più saggi possono vedere tutte le conseguenze. Ho poca speranza che Gollum riesca ad essere curato ed a guarire prima di morire. Ma c'è una possibilità. Egli è legato al destino dell'Anello. Il cuore mi dice che prima della fine di questa storia l'aspetta un'ultima parte da recitare, malvagia o benigna che sia; e quando l'ora giungerà, la pietà di Bilbo potrebbe cambiare il corso di molti destini, e soprattutto del tuo [...].
«Certo che desidero distruggerlo, e con tutte le mie forze!», gridò Frodo [...]. Non sono affatto amante delle imprese perigliose. Cosa darei per non aver mai visto quest'Anello! Perché è toccato a me? Come mai sono stato scelto io?».
«Queste sono domande senza risposta», disse Gandalf. «Puoi credere che ciò non è dovuto ad alcun merito particolare o personale: non certo per via della forza o della sapienza, in ogni caso. Ma sei stato scelto tu, ed hai dunque il dovere di adoperare tutta la forza, l'intelligenza ed il coraggio di cui puoi disporre».
«Ma posseggo talmente poco di tutto ciò! Tu sei saggio e potente, prendilo tu l'Anello!».
«No!», gridò Gandalf, saltando in piedi. «Con quel potere, il mio diventerebbe troppo grande e troppo terribile. E su di me l'Anello acquisterebbe un potere ancor più spaventoso e diabolico». […]
«Ed ora», disse lo stregone, voltandosi verso Frodo, «sta a te decidere; ma ti starò sempre accanto per aiutarti». Gli posò la mano sulla spalla.
Il signore degli anelli, Bompiani, Milano, 2004, p. 79 - 82
John Ronald Reuel Tolkien (1892 – 1973)