martedì 23 aprile 2024

Per le mamme di lassù


Le mamme non dovrebbero mai morire, dovrebbero sparire e poi apparire quando hai bisogno di rivederle, anche solo per un attimo... (Valeria Fabrizi)   


Mater dolcissima

«Mater dolcissima, ora scendono le nebbie,
il Naviglio urta confusamente sulle dighe,
gli alberi si gonfiano d’acqua, bruciano di neve;
non sono triste nel Nord: non sono
in pace con me, ma non aspetto
perdono da nessuno, molti mi devono lacrime
da uomo a uomo. So che non stai bene, che vivi
come tutte le madri dei poeti, povera
e giusta nella misura d’amore
per i figli lontani. Oggi sono io
che ti scrivo».
 – Finalmente, dirai, due parole
di quel ragazzo che fuggì di notte con un mantello corto
e alcuni versi in tasca. Povero, così pronto di cuore
lo uccideranno un giorno in qualche luogo. –
«Certo, ricordo, fu da quel grigio scalo
di treni lenti che portavano mandorle e arance,
alla foce dell’Imera, il fiume pieno di gazze,
di sale, d’eucalyptus. Ma ora ti voglio, dell’ironia che hai messo
sul mio labbro, mite come la tua.
Quel sorriso m’ha salvato da pianti e da dolori.
E non importa se ora ho qualche lacrima per te,
per tutti quelli che come te aspettano,
e non sanno che cosa. Ah, gentile morte,
non toccare l’orologio in cucina che batte sopra il muro
tutta la mia infanzia è passata sullo smalto
del suo quadrante, su quei fiori dipinti:
non toccare le mani, il cuore dei vecchi.
Ma forse qualcuno risponde? O morte di pietà,
morte di pudore. Addio, cara, addio, mia dolcissima Mater».

Salvatore Quasimodo (1901 - 1968), poeta e traduttore italiano


Mia madre

Zitti, coi cuori colmi,
ci allontanammo un poco.
Tra il nereggiar degli olmi
brillava il cielo in fuoco.

…Come fa presto sera
o dolce madre, qui!
Vidi una massa buia
di là del biancospino:
vi ravvisai la thuia,
l’ippocastano, il pino…

…Or or la mattiniera
voce mandò il luì;
Tra i pigolìi dei nidi,
io vi sentii la voce
mia di fanciullo… E vidi,
nel crocevia, la croce.
…sonava a messa, ed era
l’alba del nostro dì:
E vidi la Madonna
dell’Acqua, erma e tranquilla,
con un fruscìo di gonna,
dentro, e l’odor di lilla.
…pregavo …e la preghiera
di mente già m’uscì!

Sospirò ella, piena
di non so che sgomento.
Io me le volsi: appena
vidi il tremor del mento.

…Come non è che sera,
madre, d’un solo dì?
Me la miravo accanto
esile sì, ma bella;
pallida sì, ma tanto
giovane! una sorella!
Bionda così com’era
quando da noi partì.

Canti di Castelvecchio, 1907

Giovanni Pascoli (1855 – 1912), poeta, accademico e critico letterario italiano 


La madre

E il cuore quando d'un ultimo battito
avrà fatto cadere il muro d'ombra
per condurmi, Madre, sino al Signore,
come una volta mi darai la mano.

In ginocchio, decisa,
Sarai una statua davanti all'eterno,
come già ti vedeva
quando eri ancora in vita.

Alzerai tremante le vecchie braccia,
come quando spirasti
dicendo: Mio Dio, eccomi.

E solo quando m'avrà perdonato,
ti verrà desiderio di guardarmi.

Ricorderai d'avermi atteso tanto,
e avrai negli occhi un rapido sospiro.

Sentimento del tempo, 1930

Giuseppe Ungaretti (1888 - 1970), poeta italiano


Sopra una tomba

Tutto un inverno ho sofferto
pensando alla fradicia zolla
dove tu riposavi
in provvisoria fossa
ch'era il tuo purgatorio.
Piovose notti insonni
conobbero il mio rimorso.

E a te volavo, o madre,
cui non piacque la terra
per ultima dimora,
la terra faticosa,
la terra che patisti oltre la morte.

Ora esaudita, emersa
dal confuso elemento,
tu sei come redenta.
Non più l'informe grembo
travaglierà le tue spoglie.

Tu che vivente avesti incerto asilo,
sicuro loco avrai or che sei morta,
fin che l'umana pietà lo conceda.

Vincenzo Cardarelli [Nazareno Caldarelli] (1887 – 1959) poeta, scrittore e giornalista italiano


Alla madre

Forse, infranto il mistero, nel chiarore
del mio ricordo un’ombra apparirai,
un nonnulla vestito di dolore.

Tu, non diversa, tu come non mai:
solo il paesaggio muterà colore.

In un nembo di cenere e di sole
identica, ma prossima al candore
del cielo passerai senza parole.

Io ti vedrò sussistere nel vago
degli sguardi serali, nel ritardo
dei fuochi che si spengono in un ago
di luce rossa a cui trema lo sguardo.

Mario Luzi (1914 – 2005), poeta, drammaturgo, critico letterario, traduttore e critico cinematografico italiano


Tu la cercherai

Da oggi tu la cercherai salendo le scale, 
con il tuo olfatto teso a distinguere i suoi odori 
o con l’udito pronto a cogliere il suo richiamo.

La cercherai nello sguardo dimesso di tuo padre.
La cercherai nell’acqua che bolle mentre preparava il pranzo.
La cercherai quando un bottone abbandonerà la tua camicia o quando la piega dei pantaloni non ti convincerà.
La cercherai nel bagno o nella sua stanza dove a volte si attardava.
La cercherai nel guardare un bambino avvinghiato al collo della mamma.

La cercherai nell’odorosa emanazione inconfondibile di uno dei suoi cassetti.
La cercherai sfiorando la pelle di una qualsiasi mano che non è più la sua.
La cercherai dietro l’anta dell’armadio dove metteva ordine.
La cercherai subito dopo che la macchina del caffè avrà effuso il suo aroma per casa.
La cercherai nel fresco della biancheria pulita che ti preparava.

La cercherai quando sentirai un canto o un suono a lei cari.
La cercherai aprendo il suo frigorifero o il cassetto dei nostri medicinali.
La cercherai nei richiami alle disattenzioni di tuo padre.
La cercherai nelle vigilie e nelle feste.
La cercherai nelle trascurabili manie che a te non piacevano.

La cercherai mentre caricava la lavatrice o faceva ordine starnutendo nel ripostiglio.
La cercherai nella nostalgia di quella breve o lunga vacanza.
La cercherai di notte prima di affidarti al sonno o al mattino quando vorresti il suo sorriso.
La cercherai sperando di sorprenderla in un angolo nascosto di casa.
La cercherai nel gusto dei dolci a lei congeniali o nell’effluvio del borotalco con cui da bambino ti cospargeva.

La cercherai nelle pause e nei vuoti della vita.
La cercherai perfino in quei rimproveri non accetti, ma fisiologici nel cuore di una madre premurosa.
La cercherai nei visi simili al suo o negli occhi di chi ami.
La cercherai negli spazi ora per sempre vuoti.
La cercherai quando vedrai nascere la vita o in ogni tramonto.

La cercherai nei momenti fatali o nell’attimo finale.
La cercherai ovunque la mente vorrà o il cuore busserà.
Ma non la troverai.
È ormai dentro di te.
E di lì non si staccherà. Mai.
Perché una mamma non abbandona mai il figlio. Lo abita dovunque lui si trovi.

Gaetano Lo Russo


La parola più importante

E sarai madre anche quando non ci sarai più, 
perché tutte le volte che tuo figlio starà male dirà sempre: "mamma mia aiutami"
perché tutte le volte che sarà felice dirà: "mamma mia che bello"
perché mamma sarà sempre la prima parola 
che un uomo pronuncia quando nasce e quando muore. 
Buona festa della mamma a tutte le mamme del mondo. 
Buona festa a te, madre mia, 
che dal cielo continuerai a sorridermi 
tutte le volte che pronuncerò 
la parola più importante per ogni figlio della terra: UE MA'

Francesco Sternativo


Quando avrai perso tua Madre

Quando avrai perso tua Madre, non ci sarà nessuna persona che si preoccuperà di te allo stesso modo in cui lo faceva lei.
Quando perderai tua Madre, il tuo mondo cambierà.
Ti sveglierai una mattina col mal di gola, proverai a dirlo a qualche caro, ma non ci baderanno molto. Se non prenderai un'aspirina e non metterai una sciarpa, non passerà, e dovrai pensarci tu, anche se già prima ci pensavi tu, ma lei non sarà li a chiederti due volte al giorno se è passato, a nessuno interesserà realmente il tuo mal di gola, perché è un semplice mal di gola.
Ti sveglierai una mattina nervoso, con un carattere impossibile, ma se risponderai male a qualcuno, poi dovrai chiedere scusa, perché è così che funziona, mentre lei ti avrebbe capito e ti avrebbe detto che ti voleva bene anche col tuo caratteraccio, ma gli altri no.

Prenderai degli aerei, e ogni volta, appena atterrato, penserai di chiamarla per dirglielo, perché una mamma che sa che suo figlio è in aereo, aspetta che atterri, per poter tornare a respirare normalmente.
Se non sarai laureato, sposato e genitore, metà della gioia che proverai in quel momento, sarà oscurata dell'amarezza di non poter condividere con lei quel risultato.

Sarà strano stare seduto a tavola a Natale e renderti conto che nessuno guarderà nel tuo piatto per vedere se stai mangiando con appetito e nessuno guarderà nel tuoi occhi per capire se sei turbato o sereno.
Con questa lettera non voglio intendere che non ti amerà nessuno o che sarai una persona sola, assolutamente.
Voglio semplicemente intendere che nessuno ti amerà come si ama se stessi, più di se stessi.
Finché puoi, chiedile tante cose di quando eri piccolo, perché poi nessuno potrà raccontartele più, lei invece sa tutto di te.
La sentirai vicina nei momenti più impensati, sentirai la sua voce negli attimi della quotidianità, che ti spiega come fare una determinata cosa, ma soprattutto la sentirai quando starai male e sarà il tuo conforto.

Miriam Messina 


L’amore per una madre

Chissà quando è più forte, 
l’amore per una madre. 
Forse da piccoli, 
quando la vediamo perfetta. 
O da adolescenti, 
quando la vediamo tutta sbagliata. 
O da grandi, 
quando la vediamo finalmente umana. 

Oppure quando non c’é più 
e scopriamo sulla pelle che, 
anche in modo impacciato, 
ridondante o silente, 
era la sola persona 
disposta a cederci tutto.

Gabriela Pannia


E arriva un giorno... 

E arriva un giorno in cui ti senti parlare come lei, 
cucinare come lei, sgridare come lei,
cantare come lei, insegnare come lei,
ballare come lei, scrivere come lei,
piangere come lei.

E arriva un giorno in cui quelle scarpe giganti,
che tanto hai provato, ti calzano perfettamente
e puoi percorrere la sua impronta.
E con ogni passo vai a capire tutto quello
che hai sempre criticato.

E capisci i limiti, le sfide, la rabbia,
le preoccupazioni, le paure.
E ringrazi che era lì, ad accompagnarti da vicino,
a vegliare, a guardare.
E ringrazi i suoi sforzi, i suoi sacrifici, il suo tempo.

Arriva un giorno in cui ti guardi allo specchio e la vedi. 
Perché qualche mese, siamo stati dentro di lei,
ma lei sarà sempre dentro di noi.


Per te mamma

Vorrei vederti un solo istante,
per donarti quel bacio che non ti ho dato!
Vorrei per un solo istante
ritrovare il tuo calore nella magia di un abbraccio,
avvolgendomi nel profumo della tua pelle!

Vorrei parlarti un solo istante,
per raccontarti il mio dolore!
Vorrei ascoltarti un solo istante,
per consolare il mio cuore 
assaporare attimi di infinito amore!

Vorrei... vorrei... vorrei...
ma tu mamma non puoi!
Il tuo alito impalpabile mi sussurra:
"Non piangere,
io sono il vento che ti accarezza,
il sole che ti scalda.
la pioggia che ti bagna.
Io sono dentro di te..."

Mi manchi mamma!


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