Le mamme non dovrebbero mai morire, dovrebbero sparire e poi apparire quando hai bisogno di rivederle, anche solo per un attimo... (Valeria Fabrizi)
Mater dolcissima
«Mater dolcissima, ora scendono le nebbie,
il Naviglio urta confusamente sulle dighe,
gli alberi si gonfiano d’acqua, bruciano di neve;
non sono triste nel Nord: non sono
in pace con me, ma non aspetto
perdono da nessuno, molti mi devono lacrime
da uomo a uomo. So che non stai bene, che vivi
come tutte le madri dei poeti, povera
e giusta nella misura d’amore
per i figli lontani. Oggi sono io
che ti scrivo». – Finalmente, dirai, due parole
di quel ragazzo che fuggì di notte con un mantello corto
e alcuni versi in tasca. Povero, così pronto di cuore
lo uccideranno un giorno in qualche luogo. –
«Certo, ricordo, fu da quel grigio scalo
di treni lenti che portavano mandorle e arance,
alla foce dell’Imera, il fiume pieno di gazze,
di sale, d’eucalyptus. Ma ora ti voglio, dell’ironia che hai messo
sul mio labbro, mite come la tua.
Quel sorriso m’ha salvato da pianti e da dolori.
E non importa se ora ho qualche lacrima per te,
per tutti quelli che come te aspettano,
e non sanno che cosa. Ah, gentile morte,
non toccare l’orologio in cucina che batte sopra il muro
tutta la mia infanzia è passata sullo smalto
del suo quadrante, su quei fiori dipinti:
non toccare le mani, il cuore dei vecchi.
Ma forse qualcuno risponde? O morte di pietà,
morte di pudore. Addio, cara, addio, mia dolcissima Mater».
ci allontanammo un poco.
Tra il nereggiar degli olmi
brillava il cielo in fuoco.
…Come fa presto sera
o dolce madre, qui!
Vidi una massa buia
di là del biancospino:
vi ravvisai la thuia,
l’ippocastano, il pino…
…Or or la mattiniera
voce mandò il luì;
Tra i pigolìi dei nidi,
io vi sentii la voce
mia di fanciullo… E vidi,
nel crocevia, la croce.
…sonava a messa, ed era
l’alba del nostro dì:
E vidi la Madonna
dell’Acqua, erma e tranquilla,
con un fruscìo di gonna,
dentro, e l’odor di lilla.
…pregavo …e la preghiera
di mente già m’uscì!
Sospirò ella, piena
di non so che sgomento.
Io me le volsi: appena
vidi il tremor del mento.
…Come non è che sera,
madre, d’un solo dì?
Me la miravo accanto
esile sì, ma bella;
pallida sì, ma tanto
giovane! una sorella!
Bionda così com’era
quando da noi partì.
Canti di Castelvecchio, 1907
avrà fatto cadere il muro d'ombra
In ginocchio, decisa,
Sarai una statua davanti all'eterno,
come già ti vedeva
quando eri ancora in vita.
Alzerai tremante le vecchie braccia,
come quando spirasti
dicendo: Mio Dio, eccomi.
E solo quando m'avrà perdonato,
ti verrà desiderio di guardarmi.
Ricorderai d'avermi atteso tanto,
e avrai negli occhi un rapido sospiro.
Sentimento del tempo, 1930
Giuseppe Ungaretti (1888 - 1970), poeta italiano
Vorrei vederti un solo istante,
per donarti quel bacio che non ti ho dato!
Vorrei per un solo istante
ritrovare il tuo calore nella magia di un abbraccio,
avvolgendomi nel profumo della tua pelle!
per raccontarti il mio dolore!
Vorrei ascoltarti un solo istante,
per consolare il mio cuore
e assaporare attimi di infinito amore!
Vorrei... vorrei... vorrei...
ma tu mamma non puoi!
Il tuo alito impalpabile mi sussurra:
"Non piangere,
io sono il vento che ti accarezza,
il sole che ti scalda.
la pioggia che ti bagna.
Io sono dentro di te..."
Mi manchi mamma!
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