mercoledì 28 ottobre 2020

Lei è l'amore della mia vita!


Ha ottant'anni e insiste per guidare sua moglie per mano ovunque vadano. Quando gli ho chiesto: "Perché tua moglie se ne va in giro distratta, come se non seguisse nessuno?"

Ha risposto: "Perché ha l'Alzheimer".

Così gli ho chiesto: "Tua moglie si preoccuperà se la lasci andare o semplicemente ti stacchi?"

Mi ha risposto: "Non si ricorda... non sa più chi sono: da un paio d'anni non mi riconosce più".

Sorpreso, gli ho detto: "E così continui a farle da guida ogni giorno anche se lei non ti riconosce".

Il vecchio sorrise e mi guardò negli occhi. Poi mi disse: "Non sa chi sono, ma io so chi è lei: lei è l'amore della mia vita!"


“...finchè morte non ci separi” recita il rito del matrimonio. In realtà, l’affermazione dovrebbe essere trasformata in:“finché morte non ci unisca”, usando un’espressione di Padre Raniero Cantalamessa: 

«Il matrimonio non finisce del tutto con la morte, ma viene trasfigurato, spiritualizzato, sottratto a tutti quei limiti che segnano la vita sulla terra, come, del resto, non sono dimenticati i vincoli esistenti tra genitori e figli o tra amici. In un prefazio dei morti la liturgia proclama: «Vita mutatur, non tollitur», la vita è trasformata, non tolta. Anche il matrimonio, che è parte della vita, viene trasfigurato, non annullato». (Raniero Cantalamessa, Gettate le reti. Riflessioni sui vangeli, 2001 )

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