Dio avanzò nello spazio,
si guardò intorno e disse: “Sono solo, mi farò un mondo”.
si guardò intorno e disse: “Sono solo, mi farò un mondo”.
E lontano, fin dove l'occhio di Dio arrivava,
le tenebre coprivano tutto,
più nere che cento mezzenotti giù in una palude di cipressi.
Allora Dio sorrise e fu la luce:
le tenebre rotolarono da una parte
e la luce si alzò luminosa dall'altra.
Poi prese nelle sue mani la luce
e l'arrotolò attorno alle sue mani
finché fece il sole fiammeggiante e lo mise nei cieli.
E raccolse la luce che restò in una palla luminosa,
la scagliò contro le tenebre,
adornando la notte con la luna e le stelle.
Poi, giù tra le tenebre e la luce, gettò il mondo.
E Dio passeggiava nel mondo
e dove passò le sue impronte aprirono valli e alzarono monti.
Aprì i suoi occhi e i lampi guizzarono,
battè le mani e i tuoni rombarono
e le fresche acque del cielo vennero giù
e l'erba verde crebbe e spuntarono i fiorellini rossi.
I fiumi cominciarono a scorrere verso il mare.
Dio sorrise e comparve l'arcobaleno.
E pesci, animali e uccelli alla parola di Dio
nuotavano nei fiumi e nei mari, erravano per le selve e solcavano l'aria.
Poi nel letto del fiume Dio scavò la creta
e si inginocchiò sulla riva, e, come una mamma curva sul suo bambino,
lavorò attorno ad un blocco di creta
e lo modellò a sua immagine,
poi gli soffiò dentro il respiro della vita
e l'uomo diventò vivente.
E Dio gli disse: “Vieni...”
J. William Jonhson
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