martedì 23 luglio 2024

Aforismi Inferno

Discendiamo spesso col nostro pensiero nell'Inferno, mentre viviamo; per non precipitarvi dopo la morte. (Sant'Agostino)

Inferno è la tenebra dell'ignoranza che avvolge le creature sensibili quando hanno perduto la contemplazione di Dio. (Evagrio Potico)

Vi sarà nell'inferno tanta discordia tra l'anima e il corpo, che si separerebbero volentieri se fosse possibile. Ma per giustissimo giudizio di Dio dovranno rimanere tra loro uniti, affinché come insieme peccarono, insieme ne portino la pena. (Sant'Alberto Magno)

L'inferno è il cielo vuoto. (Barbey d'Aurevilly)

L'orrore dei veri inferni è che hanno una finestra dalla quale si può vedere il paradiso. (E. Solari)

Da quando l'uomo non crede più all'inferno, ha trasformato la sua vita in qualcosa che somiglia all'inferno. (Ennio Flaiano) 

L'inferno freme a questa parola: Divin Sangue! Farà di tutto per impedire un tanto bene, essendo scritto: Essi vinsero il dragone con il Sangue dell'Agnello. Gesù ci ha redenti col suo Sangue, di che temiamo? (San Gaspare Del Bufalo)

L'inferno è non amare più. (Georges Bernanos)

Una delle magagne della pedagogia moderna è quella di non volere che nell'educazione si parli delle massime eterne e soprattutto della morte e dell'inferno. (San Giovanni Bosco)

L'inferno sono gli altri / L'enfer c'est les autres. (Jean Paul Sartre)

Il solo inferno è non essere con Dio. (Julien Green)

Non c'è che un inferno, ma forse l'avete già conosciuto: è il luogo in cui non si spera più niente, in cui non si ama più nessuno, in cui non ci si fida di nessuno. (Louis Evely)

L'inferno è l'eterna fame e l'eterna sete di Dio. (Michael Schmaus) 

L'inferno siamo noi stessi. (Thomas Stearns Eliot)

Non sono mai arrivato a comprendere che ci siano dei cristiani i quali credono nell'inferno eterno e sanno di poter morire ogni istante, e nondimeno vivono in peccato mortale, anche un'ora sola! (San Tommaso d'Aquino)

L'inferno di cui parla la teologia non è peggiore di quello che noi creiamo a noi stessi in questo mondo formando in modo sbagliato il nostro carattere. (William James)




venerdì 12 luglio 2024

La preghiera, sacrificio spirituale

L'orazione è un sacrificio spirituale, che ha cancellato gli antichi sacrifici. «Che m'importa», dice, dei vostri sacrifici senza numero? Sono sazio degli olocausti di montoni e del grasso di giovenchi; il sangue di tori e di agnelli e di capri io non lo gradisco. Chi richiede da voi queste cose? » (cfr. Is 1, 11).
Quello che richiede il Signore, l'insegna il vangelo: «Verrà l'ora», dice, «in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità. Dio infatti è Spirito» (Gv 4, 23) e perciò tali adoratori egli cerca.
Noi siamo i veri adoratori e i veri sacerdoti che, pregando in spirito, in spirito offriamo il sacrificio della preghiera, ostia a Dio appropriata e gradita, ostia che egli richiese e si provvide.
Questa vittima, dedicata con tutto il cuore, nutrita dalla fede, custodita dalla verità, integra per innocenza, monda per castità, coronata dalla carità, dobbiamo accompagnare all'altare di Dio con il decoro delle opere buone tra salmi e inni, ed essa ci impetrerà tutto da Dio.
Che cosa infatti negherà Dio alla preghiera che procede dallo spirito e dalla verità, egli che così l'ha voluta? Quante prove della sua efficacia leggiamo, sentiamo e crediamo!
L'antica preghiera liberava dal fuoco, dalle fiere e dalla fame, eppure non aveva ricevuto la forma da Cristo.
Quanto è più ampio il campo d'azione dell'orazione cristiana! La preghiera cristiana non chiamerà magari l'angelo della rugiada in mezzo al fuoco, non chiuderà le fauci ai leoni, non porterà il pranzo del contadino all'affamato, non darà il dono di immunizzarsi dal dolore, ma certo dà la virtù della sopportazione ferma e paziente a chi soffre, potenzia le capacità dell'anima con la fede nella ricompensa, mostra il valore grande del dolore accettato nel nome di Dio.
Si sente raccontare che in antico la preghiera infliggeva colpi, sbaragliava eserciti nemici, impediva il beneficio della pioggia ai nemici. Ora invece si sa che la preghiera allontana ogni ira della giustizia divina, è sollecita dei nemici, supplica per i persecutori. Ha potuto strappare le acque al cielo, e impetrare anche il fuoco. Solo la preghiera vince Dio. Ma Cristo non volle che fosse causa di male e le conferì ogni potere di bene.
Perciò il suo unico compito è richiamare le anime dei defunti dallo stesso cammino della morte, sostenere i deboli, curare i malati, liberare gli indemoniati, aprire le porte del carcere, sciogliere le catene degli innocenti. Essa lava i peccati, respinge le tentazioni, spegne le persecuzioni, conforta i pusillanimi, incoraggia i generosi, guida i pellegrini, calma le tempeste, arresta i malfattori, sostenta i poveri, ammorbidisce il cuore dei ricchi, rialza i caduti, sostiene i deboli, sorregge i forti.
Pregano anche gli angeli, prega ogni creatura. Gli animali domestici e feroci pregano e piegano le ginocchia e, uscendo dalle stalle o dalle tane, guardano il cielo non a fauci chiuse, ma facendo vibrare l'aria di grida nel modo che a loro è proprio. Anche gli uccelli quando si destano, si levano verso il cielo, e al posto delle mani aprono le ali in forma di croce e cinguettano qualcosa che può sembrare una preghiera.
Ma c'è un fatto che dimostra più di ogni altro il dovere dell'orazione. Ecco, questo: che il Signore stesso ha pregato.
A lui sia onore e potenza nei secoli dei secoli. Amen.
 
Dal trattato «L'orazione» (Cap. 28-29; CCL 1, 273-274)
 
Tertulliano (155 ca. – 230 ca.), sacerdote e apologeta latino