Misteriosa è l’acqua. Tutta pura e modesta, «casta» l’ha chiamata San Francesco. Senza pretese, come se non volesse significare nulla per se stessa. Per così dire ignara di sé, esistente solo per servire ad altri, per mondare e ristorare. Ma non hai mai guardato dove essa s’indugia a gran profondità e non ti ci sei mai immerso con anima sensitiva? Hai percepito come fosse misteriosa quella profondità? Come essa sembrasse tutta piena di meraviglie, attraente e insieme spaventevole? Oppure ti sei mai raccolto in ascolto quando l’acqua in fiumana trascorre a valle, senza posa fluendo e mormorando? Oppure quando i vortici disegnano i loro cerchi, e fanno mulinelli e risucchi? Allora ne può sorgere una tale impressione di forza opprimente che il cuore dell’uomo le si deve sottrarre... Misteriosa è l’acqua. Semplice, limpida, disinteressata; pronta a mondare ciò ch’è sordido, a ristorare ciò ch’è assetato. E nello stesso tempo profonda, insondabile, irrequieta, piena di enigmi e di forza. Immagine adeguata dei fecondi abissi da cui sorga la vita e immagine della vita stessa che sembra così chiara ed è così misteriosa. Ora comprendiamo bene come la Chiesa faccia dell’acqua il simbolo e il veicolo della vita divina, della grazia. Dal Battesimo noi siamo usciti uomini nuovi, «rinati in virtù dell’acqua e dello Spirito Santo». E con l’«acqua santa», con l’acqua benedetta, noi bagnamo nel segno della Croce fronte e petto, spalla e spalla; con l’elemento originario, misterioso, limpido, semplice, fecondo, che è simbolo e strumento della vita soprannaturale, la grazia. Benedicendola, la Chiesa ha reso monda l’acqua: l’ha purificata dalle oscure forze che in essa sonnecchiano. E queste non sono parole vuote! Chi possiede un’anima sensibile ha già percepito l’incanto della forza naturale che può sprigionarsi dall’acqua. E questo è semplicemente potenza della natura? O non è qualcosa di oscuro, di extranaturale? Nella natura, in tutta la sua ricchezza e bellezza, vi è anche il male, il demoniaco. La città intontitrice delle anime ha reso l’uomo ottuso al punto ch’egli spesso non ha più senso per questo. La Chiesa però non lo ignora e «purifica» l’acqua da ogni elemento contrario a Dio, la «consacra» e prega Dio che la renda strumento della Sua grazia.
Orbene, il cristiano, quando varca la soglia della casa del Signore, si inumidisce la fronte, il petto e le spalle, vale a dire tutto l’essere suo, con l’acqua pura e purificante, affinché l’anima sua diventi monda. Non è bello questo modo in cui vengono a incontrarsi la natura depurata dal peccato, la grazia e l’umanità anelante alla purezza, e tutto nel segno della Croce? Oppure la sera. «La notte non è amica dell’uomo», dice il proverbio. C’è del vero in questo. Noi siamo creati per la luce. Appena l’uomo si abbandona alla potenza del sonno e dell’oscurità in cui si spengono la luce della coscienza e la luce del giorno, allora egli si fa il segno della Croce con l’acqua santa, simbolo della natura riscattata, liberata dal peccato: che Dio lo protegga da tutto ciò ch’è oscuro! E quando al mattino si ridesta dal sonno uscendo dall’oscurità e dall’incoscienza e ricomincia la sua vita, lo fa di nuovo. E come un lieve ricordo di quell’acqua santa per cui nel Battesimo è uscito alla luce di Cristo. E bello è pure quest’uso. In esso s’incontrano l’anima redenta e la natura redenta nel segno della Croce.
I santi segni (1922)
Romano Guardini, prete, teologo, scrittore italiano (1885 - 1968)